Venezuela, preoccupazione per gli italiani scomparsi. Corte suprema: "Verdetto definitivo"

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Diversi italo-venezuelani sono stati arrestati dopo le proteste per l'elezione di Nicolás Maduro, tra cui Antonio Calvino, Williams Dávila e Américo de Grazia. Il fratello di Rita Capriti: "È chiusa in una stanza, ma sta bene". La Corte suprema del Paese latinoamericano sta intanto prendendo in esame i documenti presentati dai candidati alle elezioni presidenziali al fine di convalidare o meno la vittoria di Maduro, proclamata dal Consiglio nazionale elettorale in assenza dei verbali degli scrutini

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C'è forte preoccupazione nel governo per gli italiani scomparsi in Venezuela dopo le proteste contro la rielezione di Nicolás Maduro. La Farnesina sta seguendo i singoli casi: si lavora per il rilascio di Williams Dávila (deputato dell'Assemblea nazionale venezuelana per il partito Azione nonché membro dell'Istituto liberale internazionale Milton Friedman) e di Américo de Grazia (ex deputato e simbolo dell'opposizione), entrambi italo-venezuelani. Ma non solo: come racconta il deputato di Fratelli d'Italia Andrea Di Giuseppe, sono spariti anche altri italo-venezuelani come Jackeline e Camila Leal, moglie e figlia di Gerardo Leal, l'autista di María Corina Machado (leader del movimento Vente Venezuela, attivista per i diritti umani e antichavista storica), che sono state arrestate una settimana fa a Trujillo. Fermata anche Rita Capriti, la cui famiglia è originaria di Mirto (provincia di Messina). Nessuna traccia anche di Antonio Calvino, sparito dal 9 agosto.

"Isolata in una stanza, ma sta bene"

"Capriti sarebbe isolata in una stanza e non in cella, ed è in buone condizioni di salute", afferma il commissario Josè Dellacroiz, dirigente del carcere. Tuttavia, "non è stata consentita la visita della viceconsole onoraria nella struttura. Nei prossimi giorni riproverà a ottenere il permesso per incontrarla", ha detto all'Ansa Bernadette Grasso, deputata della Regione Sicilia per Forza Italia nonché sindaco di Capri Leone, nel Messinese. Capriti è stata arrestata il 2 agosto.

"Accusata di terrorismo"

Capriti, esponente del partito di opposizione "Primero Justicia", "è stata prelevata dalle autorità locali nella notte tra l'1 e il 2 agosto e da allora è detenuta presso il Cicpc di Caña de Azucar, a Maracay", fa sapere la sindaca del Comune sui Nebrodi. "Le accuse sono di incitamento all'odio, terrorismo e resistenza a pubblico ufficiale. Ma sono accuse mossele per il suo impegno politico. Il ministero degli Esteri sta seguendo il caso dall'inizio dell'arresto. E Tony, il fratello della donna, era già pronto a tornare in Sicilia ma è rimasto bloccato lì dopo l'arresto della sorella".

Le origini siciliane di Capriti

Il loro padre emigrò dal Comune del Messinese una quarantina di anni fa per cercare lavoro. "Mi ricordo di Rita quando era ragazzina", afferma Grasso che ha mantenuto costanti contatti con la famiglia della donna. "Il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, mi ha assicurato la sua piena solidarietà a Rita e alla sua famiglia, garantendo che il governo italiano si attiverà con tutte le risorse diplomatiche a disposizione. Sia gli uffici ministeriali che l'ambasciata e il consolato sono in contatto con i figli e daranno aggiornamenti costanti", rassicura Grasso. E promette: "Continuerò a seguire personalmente questa vicenda, in stretta collaborazione con il ministero, sperando che si concluda nel migliore dei modi per Rita".

Tony: "Mia sorella sta bene"

"Il partito politico di cui è esponente mia sorella le ha trovato un buon avvocato che è specializzato in questo tipo di processi per poterla assistere. Per fortuna mia sorella sta bene dopo essere stata messa in una stanza solo per lei. Uno dei suoi figli che vive in Venezuela la incontra tutti i giorni e le porta da mangiare. L'altro mio nipote invece abita negli Stati Uniti. Io ancora non l'ho incontrata, ma non mi è stato impedito", ha detto Tony, il fratello di Rita. "Speriamo  che tutto si risolva bene. Io nei prossimi giorni la andrò a trovare. Quello che le è accaduto mi ha molto provato".

Sparito anche Antonio Calvino

"Sono tante le segnalazioni che continuo a ricevere in merito a italo-venezuelani arrestati o ricercati in Venezuela. Uno degli ultimi casi riguarda Antonio Calvino, di origini siracusane. Dal 9 agosto scorso non si hanno più tracce di Calvino, oppositore del governo, arrestato tre anni fa durante il Covid davanti al nostro consolato a Caracas per incitamento all'odio con la presunta accusa di voler assaltare il nostro consolato e liberato lo scorso anno su pressione del nostro stesso governo", ha detto il deputato Di Giuseppe. "Ad avvisarci è stato il Comites degli italiani in Venezuela (organismo che si confronta con il consolato, ndr). Chiunque si rifiuta di andare a casa sua e della famiglia per verificare di persona cosa sia successo, perché hanno paura loro stessi di ritorsioni. Per cui abbiamo denunciato la cosa al console", ha aggiunto.

Situazione molto tesa a Caracas

Continua a essere molto tesa la situazione in Venezuela dopo le elezioni presidenziali del 28 luglio e la contestata rielezione di Maduro. La Corte suprema ha annunciato il via all'esame dei documenti presentati dai candidati alle elezioni presidenziali per prendere una decisione sulla convalida o meno della vittoria di Maduro, proclamata dal Consiglio nazionale elettorale pur in assenza dei verbali degli scrutini. La Corte ha fatto sapere che la sua decisione "sarà definitiva e avrà carattere di res judicata, di adempimento obbligatorio". Il candidato presidente dell'opposizione Edmundo González Urrutia non si è presentato all'Alta Corte perché considera il suo intervento irregolare, mentre l'alleata María Corina Machado ha annunciato la convocazione di "una manifestazione civica e pacifica".

Cosa ha detto la Corte suprema

Come detto, la Corte suprema del Venezuela (Tribunal superior de Justicia - Tsj) ha dato il via all'esame della rielezione di Maduro, proclamata dal Consiglio nazionale elettorale (Cne) pur in assenza dei verbali ufficiali degli scrutini. "I magistrati di questo tribunale si dedicano alla perizia di tutto il materiale registrato, fisicamente e digitalmente, e all'inchiesta sul massiccio attacco informatico di cui è stato oggetto il Cne", ha detto in conferenza stampa la presidente della Corte, Caryslia Rodríguez. "Le decisioni della Corte", ha ribadito, saranno "senza appello". La Corte "continua la perizia iniziata il 5 agosto per produrre una sentenza definitiva (...), le sue decisioni sono definitive e vincolanti", ha ricordato. La maggior parte degli osservatori, però, ritiene che il Tsj sia asservito al potere.

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L’opposizione chiede stop alle violenze

L'oppositore González Urrutia, che reclama la vittoria, ha invitato Maduro "a porre fine alla violenza e alla persecuzione" contro i dissidenti. "Le chiedo a nome di tutti i venezuelani di rilasciare immediatamente i connazionali detenuti arbitrariamente", ha scritto in un post sui suoi profili social. Come detto, il leader della Piattaforma unita democratica (Pud) rivendica la vittoria alle elezioni con un 70% delle preferenze in base a un conteggio indipendente. Nelle scorse ore, Machado ha annunciato una manifestazione globale a sostegno di Urrutia: "Convocheremo un'azione enorme in tutto il mondo per dimostrare che la scelta di un cambiamento che hanno preso i venezuelani non ha ritorno", ha detto in un'intervista rilasciata su Instagram a una popolare cantante e influencer venezuelana. "Si tratterà di una manifestazione civica e pacifica", ha precisato, che ha quindi assicurato che l'opposizione non "smetterà di protestare e di scendere in strada" contro la proclamazione della vittoria di Maduro. Machado è tornata anche a denunciare "il sequestro, la tortura e in alcuni casi anche l'uccisione di membri dell'opposizione", da parte delle forze di sicurezza del governo chavista.

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