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Guerra Israele, Netanyahu a Rafah vuole controllo valico. Tajani: "Aiuti a Gaza ora"

©Getty

Oggi il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha visitato Rafah, nel sud della striscia di Gaza. "Sono molto convinto che Israele debba avere il controllo del 'Corridoio Filadelfia' e del valico di Rafah", ha detto ribadendo che quei due obiettivi sono "essenziali". Secondo l'agenzia Bloomberg invece alcuni funzionari israeliani hanno già avviato contatti al riguardo con gli Stati Uniti e l'Ue per passare il controllo del valico alla stessa Ue e ai palestinesi

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Oggi il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha visitato Rafah, nel sud della striscia di Gaza. "Sono molto convinto che Israele debba avere il controllo del 'Corridoio Filadelfia' e del valico di Rafah", ha detto ribadendo che quei due obiettivi sono "essenziali". Secondo l'agenzia Bloomberg invece alcuni funzionari israeliani hanno già avviato contatti al riguardo con gli Stati Uniti e l'Ue per passare il controllo del valico alla stessa Ue e ai palestinesi.

Il ministor degli Esteri, Tajani ha sottolineato la "necessità di pervenire a un cessate il fuoco, completare la liberazione degli ostaggi e garantire l'accesso umanitario agli aiuti destinati alla popolazione civile di Gaza". Per Tajani, "Gaza non può attendere, la pace deve arrivare, la popolazione civile deve essere protetta e gli ostaggi devono essere rilasciati".

Israele annuncia l'uccisione di circa 20 membri del Battaglione Shati di Hamas mentre Oxfam sostiene che Gaza è senz'acqua e Israele usa la sete come arma di guerra. Intanto la Knesset ha votato a stragrande maggioranza una risoluzione che respinge la nascita di uno Stato palestinese. 

"Se non si raggiungerà un accordo sugli ostaggi e sul cessate il fuoco a Gaza nelle prossime due settimane, il destino dei rapiti sarà "segnato": lo avrebbe affermato il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant durante alcune riunioni a porte chiuse ritenendo, in contrasto con l'opinione del premier Netanyahu, che siano maturate le condizioni per un accordo con Hamas. 


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Hamas, cosa significa il triangolo rovesciato associato alle brigate Al-Qassam

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Hamas, ostaggio di 70 anni morta per le bombe israeliane

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Israele avrebbe organizzato una campagna di persuasione online rivolta a politici Usa

Lo rivela il New York Times, che cita fonti del Ministero della Diaspora di Israele. Anche OpenAI e Meta affermano di aver individuato un’operazione di disinformazione portata avanti da una società israeliana. L'ANALISI

Israele, il video della liberazione di Noa Argamani e di altri tre ostaggi

Virale la foto di uno degli ostaggi simbolo di Hamas, che ha incontrato la madre del suo fidanzato Avinatan Or, rapito insieme a lei al Festival Supernova e ancora prigioniero. E in rete circola anche il video della liberazione dei quattro ostaggi - catturati al rave dello scorso 7 ottobre-  da parte delle forze dell'IDF. LA VICENDA

Gaza, esercito Usa installa un molo per dare aiuti umanitari. VIDEO

Israele: "Il Primo Ministro Netanyahu ha visitato Rafah, nella Striscia di Gaza, e ha ricevuto briefing esaurienti dal Capo della Direzione Tecnologica e Logistica dell'Idf e dal Comandante della 162a Divisione sull'attività della divisione nel settore"

La Casa Bianca spera che Biden possa incontrare Netanyahu

La Casa Bianca spera che il presidente Joe Biden possa incontrare il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu la prossima settimana a Washington, nonostante che il presidente degli Stati Uniti sia risultato positivo al Covid-19. "L'aspettativa è che i due leader abbiano l'opportunità di vedersi" durante la visita israeliana negli Stati Uniti, ha detto il portavoce della sicurezza nazionale, John Kirby, in una telefonata con i giornalisti. Kirby ha sottolineato pero' che la priorità è "la salute e la guarigione" di Biden, aggiungendo che è ancora troppo presto per sapere se la sua diagnosi influenzerà l'incontro con Netanyahu. Il funzionario non ha rivelato il giorno in cui è previsto l'incontro ma, secondo le indiscrezioni trapelate ai media israeliani, dovrebbe aver luogo già lunedì prossimo. Netanyahu incontrerà anche la vicepresidente Kamala Harris, fa sapere Bloomberg. Il presidente israeliano il 24 luglio parlerà davanti a una sessione congiunta delle due camere del Congresso americano, dopo aver ricevuto un invito dai leader parlamentari dei partiti democratico e repubblicano. 

Biden

©Ansa

La Knesset vota contro lo stato palestinese, ira Abu Mazen

Israele vota contro la nascita di uno stato palestinese perchè "ora sarebbe una ricompensa per Hamas". La Knesset, a  schiacciante maggioranza, ha approvato una risoluzione che boccia questa eventualità con una mossa in aperta opposizione alla politica della comunità internazionale schierata - a cominciare dagli Usa di Joe Biden - per la soluzione a due Stati. La scelta della Knesset ha provocato l'ira di Ramallah: il portavoce di Abu Mazen ha ammonito che "non c'è pace nè sicurezza per nessuno senza l'istituzione di uno stato palestinese in conformità con la legge internazionale". La risoluzione ha avuto 68 voti a favore (su 120) ed è stata appoggiata dalla coalizione di destra del governo del premier Netanyahu ma anche dall'opposizione di destra al suo esecutivo e dal partito centrista di Benny Gantz. Il leader dell'opposizione Yair Lapid e i suoi deputati sono usciti dall'Aula al momento del voto per non schierarsi. A esprimersi contro sono stati in 9: i rappresentanti dei Laburisti e dei partiti arabi. Il testo è anche un deciso passo in avanti rispetto ad uno dello stesso tenore, avanzato dal premier in persona lo scorso febbraio, e approvato a larghissima maggioranza. Quest'ultima risoluzione infatti si limitava a bocciare una possibile nascita dello stato palestinese varata "unilateralmente" o dall'Anp o da paesi esteri, come poi è avvenuto. La decisione di  oggi della Knesset sancisce invece "una opposizione di principio" israeliana ad uno stato palestinese. L'eventualità - è scritto nella Risoluzione -"incoraggerebbe Hamas e i suoi sostenitori a considerare questo come una vittoria, grazie al massacro del 7 ottobre, e sarebbe un preludio alla presa del potere dell'Islam jihadista in Medio Oriente". "La decisione - ha ribattuto Abu Rudeina - conferma l'insistenza di Israele e del suo governo nel voler gettare l'intera regione nell'abisso". La mossa della Knesset è avvenuta a pochi giorni del viaggio di Netanyahu negli Usa dove il 22 incontrerà Biden alla Casa Bianca mentre il 24 parlerà al Congresso. Al 286/esimo giorno di guerra, l'Idf ha continuato le sue operazioni a Gaza e sembra concentrarsi sempre di più sull'eliminazione dei comandanti di Hamas e della Jihad islamica. Si apre intanto un nuovo scontro tra Netanyahu e gli Usa. Il premier - che è stato a Rafah - ha definito "essenziale" il controllo da parte di Israele del 'Corridoio Filadelfia' (la striscia tra Gaza e l'Egitto) e del valico di Rafah. Gli Usa invece - che secondo l'agenzia Bloomberg hanno già incontrato alti funzionari israeliani su dossier - si stanno muovendo per dare quel controllo alla Ue e ai palestinesi. E da Bruxelles la neo confermata alla guida della Commissione Ue Ursula von del Leyen ha invocato che "lo spargimento di sangue a Gaza deve fermarsi, qui e ora". 

Guterres, risoluzione Knesset delude

Il Segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è dichiarato "molto deluso" per l'adozione nel Parlamento israeliano di una risoluzione contro la "creazione di uno Stato palestinese", ha dichiarato il suo portavoce. "Il Segretario generale è molto deluso dalla decisione della Knesset (Parlamento israeliano)", ha detto Stéphane Dujarric alla stampa, dopo aver ricordato che la soluzione di due Stati che vivono "fianco a fianco in pace e sicurezza" è "l'unica via praticabile per una pace duratura per la popolazione di Israele e della Palestina". Il Parlamento israeliano, che conta 120 deputati, ha approvato con 68 voti favorevoli una risoluzione che afferma che la creazione di uno Stato palestinese, nei territori occupati da Israele, "perpetuerebbe il conflitto", "destabilizzerebbe la regione" e comporterebbe una "minaccia esistenziale" per lo stato ebraico.

Casa Bianca, risoluzione Knesset non ci scoraggia

L'amministrazione Biden non si lascia scoraggiare dalla risoluzione approvata ieri dalla Knesset che respinge la creazione di uno Stato palestinese. "Penso che il modo migliore per rispondere a questa domanda sia emplicemente ribadire la nostra ferma convinzione nel potere e nella promessa di una soluzione a due Stati", ha detto ai giornalisti il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby. "Non è qualcosa a cui il Presidente Biden rinuncerà e continueremo a fare tutto il possibile per cercare di raggiungere questo risultato", continua. "Sappiamo che non accadrà domani, e sappiamo che non sarà senza difficoltà, e sappiamo anche che per realizzarlo servono coraggio e leadership nella regione", aggiunge Kirby.

Casa Bianca, covid potrebbe non impedire Biden-Netanyahu

Nonostante la diagnosi di COVID di Biden, si prevede che il Presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, e il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, si incontreranno lunedì come previsto, ma le cose potrebbero cambiare. Lo ha affermato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale della Casa Bianca, John Kirby.

Tajani: "Gaza non può attendere, garantire accesso aiuti"

In occasione dell'arrivo stamani ad Amman di un carico di oltre 60 tonnellate di aiuti umanitari raccolti dal governo italiano attraverso l'iniziativa Food for Gaza, il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha inviato lettere ai suoi omologhi di Israele, Israel Katz, dell'Autorità Nazionale palestinese, Mohammed Mustafa, e di Giordania, Ayman Al Safidi. Lo rende noto la Farnesina. Nel ribadire la costante attenzione con cui il governo italiano segue l'evoluzione della gravissima crisi umanitaria nella Striscia, da ultimo al centro della riunione dei ministri del G7 conclusasi ieri a Reggio Calabria, Tajani ha sottolineato la "necessità di pervenire a un cessate il fuoco, completare la liberazione degli ostaggi e garantire l'accesso umanitario agli aiuti destinati alla popolazione civile di Gaza". Per Tajani, "Gaza non può attendere, la pace deve arrivare, la popolazione civile deve essere protetta e gli ostaggi devono essere rilasciati". 

Usa non confermano notizia sul passaggio di controllo di Rafah

La Casa Bianca "non può confermare" la notizia di Bloomberg secondo la quale Israele sta valutando di trasferire il controllo del valico di Rafah all'Unione Europea e ai palestinesi. Lo ha detto il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale John Kirby in un briefing con la stampa ribadendo tuttavia che gli Stati Uniti vogliono l'apertura del valico.

Netanyahu ha visitato Rafah

Oggi il premier israeliano, Benjamin Netanyahu, ha visitato Rafah, nel sud della striscia di Gaza. Lo scrive il quotidiano 'Haaretz'. "Sono molto convinto che Israele debba avere il controllo del 'Corridoio Filadelfia' e del valico di Rafah". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu nella visita a Rafah, nel sud della Striscia ribadendo che quei due obiettivi sono "essenziali". Secondo l'agenzia Bloomberg invece alcuni funzionari israeliani hanno già avviato contatti al riguardo con gli Stati Uniti e l'Ue per passare il controllo del valico alla stessa Ue e ai palestinesi.

Netanyahu: "Solo pressione porta avanti l'accordo sugli ostaggi"

Solo la pressione militare ci aiuta a portare avanti l'accordo sugli ostaggi". Lo ha ribadito il premier Benyamin Netanyahu nella sua visita a Rafah, nel sud di Gaza. In quell'accordo - i cui negoziati si stanno svolgendo al Cairo e in Qatar - di dovrà essere, ha detto ancora il premier, la liberazione "già nella prima fase del numero massimo di ostaggi". "La pressione - ha spiegato - non ritarda la transazione ma la promuove". Netanyahu ha poi annunciato che nel suo discorso al Congresso Usa del 24 aprile  presenterà "la rettitudine di Israele, ma anche il suo eroismo".

Israele valuta controllo valico Rafah a Ue e palestinesi'

Funzionari israeliani stanno valutando di trasferire il controllo del valico di Rafah all'Unione Europea e ai palestinesi. Lo riporta l'agenzia Bloomberg citando alcune fonti, secondo le quali anche se l'idea non piace al premier Benjamin Netanyahu alcuni funzionari israeliani hanno già avviato contatti al riguardo con gli Stati Uniti e l'Ue.

Cisgiordania, esplode bomba feriti 4 israeliani

Quattro israeliani sono rimasti feriti a Hermesh, un insediamento nel nord della Cisgiordania occupata, per l'esplosione di una bomba vicino a un veicolo. "Era un veicolo civile", ha detto un portavoce dell'esercito all'EFE senza fornire ulteriori dettagli. Il servizio di emergenza israeliano Magen David Adom (MDA) ha confermato che l'incidente ha finora ferito quattro persone. "L'esercito ha prestato assistenza medica e ha evacuato una persona con ferite

lievi in un ospedale di Hadera (la città israeliana). Altre tre

persone, due adulti e un bambino, stanno per essere portati dai soldati ai paramedici dell'MDA."Non so in quali condizioni, ma dovrebbero essere ferite lievi", ha detto Metzner. La Cisgiordania occupata sta vivendo la sua più grande spirale di violenza dai tempi della Seconda Intifada (2000-2005) e, sebbene si verifichino solitamente attacchi con coltelli o attacchi con investiti, gli attacchi con bombe contro i civili sono meno frequenti. Finora, nel 2024, almeno 247 palestinesi sono stati uccisi dal fuoco israeliano, la maggior parte dei quali presunti miliziani o aggressori, ma anche civili, tra cui circa 46 minori, secondo il conteggio dell'EFE. Da parte israeliana sono morte 17 persone: 11 membri del personale in uniforme e sei civili, cinque dei quali coloni.


Turchia critica Israele per il voto contro lo Stato di Palestina

La Turchia ha contestato la risoluzione votata dal Parlamento israeliano che respinge la nascita di uno Stato palestinese. "L'adozione di una risoluzione da parte del Parlamento israeliano che respinge la creazione dello Stato di Palestina è un'altra indicazione sul fatto che Israele ignora il diritto e gli accordi internazionali", si legge in un comunicato del ministero degli Esteri di Ankara, che ritiene "nulla" la decisione della Knesset. "La creazione di uno Stato di Palestina indipendente, sovrano e geograficamente integrato entro i confini del 1967, con Gerusalemme Est come capitale, è un requisito del diritto internazionale", aggiunge il ministero degli Esteri turco nella nota. 

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