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Parlamento Europeo, come funziona l'elezione del Presidente

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©Ansa

Dopo il voto dello scorso giugno, uno degli appuntamenti più importanti nella definizione dei nuovi assetti comunitari è l’elezione del presidente del Parlamento europeo. Sono previste quattro votazioni: nelle prime tre i candidati devono ottenere la maggioranza assoluta dei voti validi espressi dai 720 eurodeputati. Se non viene raggiunta, il quarto scrutinio prevede un ballottaggio tra i due membri che hanno ottenuto più preferenze al terzo turno. A seguire vengono eletti 14 vicepresidenti e 5 questori 

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Una delle tappe più importanti nella definizione delle nuove istituzioni comunitarie è la nomina del presidente del Parlamento europeo, che ha sede a Strasburgo (le commissioni, invece, si tengono a Bruxelles). Una carica importante, perché presiede i dibattiti e le attività dell’assise europea e la rappresenta all'interno dell'Unione europea e a livello internazionale. La firma del presidente è necessaria per rendere operativa la maggior parte degli atti legislativi europei e per l'approvazione del bilancio comunitario. In una legislatura di cinque anni i presidenti dell’assise sono due, con un cambio previsto dopo due anni e mezzo, ma c’è la possibilità di ricandidarsi. Il prossimo presidente del Parlamento europeo sarà il diciottesimo e succederà alla maltese Roberta Metsola, in carica dal 18 gennaio 2022.

Come funziona l’elezione

A partire dalla legislatura 2009-2014, la seduta di elezione del presidente del Parlamento viene presieduta dal presidente uscente (se è stato rieletto come europarlamentare) o da uno dei quattordici vicepresidenti uscenti. Il presidente uscente, o chi lo sostituisce, mantiene i suoi poteri fino all'elezione del suo successore ma deve limitarsi alla preparazione e alla gestione dello svolgimento del voto. Prima del 2009, la seduta di elezione del presidente del Parlamento era presieduta dall'europarlamentare più anziano ma tale regola fu cambiata per evitare che il francese Jean-Marie Le Pen, esponente di estrema destra nettamente contrario all'integrazione europea, potesse presiederla. Le candidature per la presidenza del Parlamento vengono presentate a chi presiede la seduta, che le annuncia all'assemblea. I candidati alla presidenza del Parlamento europeo possono essere proposti dai gruppi politici o da almeno 38 eurodeputati (che equivale a un ventesimo del totale degli eurodeputati). Non possono esserci più di quattro votazioni e l’ultima di queste si svolge fra i due candidati che hanno ricevuto il maggior numero di voti al terzo scrutinio. Per poter vincere, i candidati devono ottenere la maggioranza dei voti validi espressi. Il candidato che ottiene la maggioranza assoluta dei voti espressi a scrutinio segreto viene eletto presidente. Se la maggioranza assoluta non viene raggiunta dopo tre scrutini, il quarto scrutinio sarà limitato ai due membri che abbiano ottenuto il maggior numero di voti al terzo scrutinio. In caso di pareggio al ballottaggio viene eletto il candidato più anziano.

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L’elezione dell’Ufficio di presidenza e dei vicepresidenti

Dopo aver nominato il presidente si procede all’elezione dei 14 vicepresidenti e dell’Ufficio di presidenza, che conta anche 5 questori. L'Ufficio di presidenza si occupa del bilancio del Parlamento e di varie questioni di tipo amministrativo e organizzativo. Per i primi due scrutini è richiesta la maggioranza assoluta, mentre al terzo scrutinio i candidati vengono eletti in base al numero di voti che ottengono fino all'esaurimento dei posti disponibili. L'elezione dei vicepresidenti è generalmente preceduta da un accordo politico tra i gruppi politici del Parlamento, che si spartiscono i 14 posti disponibili. I vicepresidenti presiedono l'assemblea quando il presidente è assente e sono membri di diritto dell'Ufficio di presidenza del Parlamento. Il presidente può delegare funzioni e compiti ai singoli vicepresidenti. Dei 14 vicepresidenti, i tre che ottengono più voti vengono scelti per partecipare insieme al presidente agli eventuali comitati di conciliazione istituiti tra Parlamento e Consiglio. 

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