Turchia, oltre 470 arresti per attacchi ai negozi dei cittadini siriani

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Gli arresti seguono gli scontri avvenuti nella notte tra domenica e lunedi nella città di Kayseri, dove è  scattata una caccia contro i siriani e la popolazione ha chiesto le dimissioni del presidente Recep Tayyip Erdogan, accusato di aver riempito il Paese di immigrati. La rivolta è partita da un caso di molestie sessuali. Erdogan: "Vandalismo inaccettabile"

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In Turchia 474 persone sono state arrestate dalle forze di sicurezza in seguito agli scontri avvenuti nella notte tra domenica e lunedi nella città di Kayseri, dove è  scattata una caccia contro i siriani e i manifestanti ha chiesto le dimissioni del presidente Recep Tayyip Erdogan, accusato di aver permesso l'arrivo di troppi immigrati. A darne la notizia è stato il ministro degli Interni, Ali Yerlikaya, che ha specificato che 285 dei 474 arrestati avevano precedenti per spaccio di droga, furto, danneggiamenti, molestie sessuali e contraffazione. Yerlikaya, annunciando gli arresti, ha invitato la popolazione a non cedere alle provocazioni e ha bollato come un "complotto contro lo Stato e il Paese" i fatti di Kayseri. 

La 'caccia all'uomo'

Nella città dell'Anatolia, una delle più importanti del centro del Paese, la notte di domenica scorsa è scattata una vera e propria 'caccia all'uomo' in seguito alla diffusione della notizia di una molestia sessuale da parte di un rifugiato siriano nei confronti di una ragazzina di sette anni. Numerosissimi negozi, tutti appartenenti a cittadini siriani, sono stati devastati o dati alle fiamme, decine di auto e motociclette distrutte, 10 poliziotti feriti di cui 5 in prognosi riservata e 4 vigili del fuoco ricoverati. Il molestatore, colto in flagrante mentre si trovava in un bagno con la figlia di un parente, è stato consegnato alla polizia dopo essere stato fermato da alcuni cittadini turchi.

La protesta

L'arresto non è però servito a placare la tensione, mentre sui social la tempesta anti-siriani è andata fuori controllo con la diffusione delle immagini degli scontri. Sono sempre di più infatti coloro che ritengono Erdogan responsabile del fatto che in Turchia attualmente vivano circa 3.7 milioni di siriani. Accuse cui il presidente ha risposto ieri accusando l'opposizione, colpevole di aver instillato nella gente "xenofobia e sentimenti anti rifugiati", attraverso l'uso di una retorica "velenosa" che ha avuto come conseguenza "un vandalismo inaccettabile".

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