"Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire di aver smantellato la Brigata Rafah", ha detto il capo di Stato maggiore Herzi Halevi. "La fase più intensa della guerra a Rafah sta per finire. Avremo la possibilità di spostare parte delle forze a nord", ha aggiunto Netanyahu in un'intervista a Channel 14, riferendosi alla battaglia contro Hezbollah. Otto persone sono morte in un attacco aereo israeliano che ha colpito una scuola vicino alla città di Gaza, utilizzata per distribuire aiuti
Il capo dell'Idf: "Abbiamo quasi smantellato Hamas a Rafah"
"Ci stiamo chiaramente avvicinando al punto in cui possiamo dire di aver smantellato la Brigata Rafah, che è sconfitta non nel senso che non ci sono più terroristi, ma nel senso che non può più funzionare come unità combattente". Lo ha detto il capo di stato maggiore Herzi Halevi in una riunione nell'area di Rafah - nel sud della Striscia - di valutazione della situazione con il comandante del fronte sud Yaron Finkelman.
Smotrich: "La Cisgiordania sia parte integrante di Israele"
Integrare la Cisgiordania nello Stato di Israele. E' il piano che il ministro delle Finanze israeliano, Bezalel Smotrich, ha confermato durante una riunione di Sionismo Religioso, il partito di estrema destra di cui è leader. "Intendo rendere la Giudea e la Samaria (la Cisgiordania, ndr) parte integrante di Israele", ha affermato Smotrich, secondo quanto riferito dal quotidiano Haaretz.
"Stabiliremo prima la sovranità in Giudea e Samaria sul territorio, poi attraverso la legislazione. Intendo legittimare gli insediamenti emergenti", ha aggiunto, sottolineando che la "missione" della sua vita è "ostacolare la creazione di uno Stato palestinese".
Ieri Smotrich ha confermato l'autenticità del contenuto di una registrazione audio pubblicata venerdì dal New York Times sui suoi sforzi per annettere la Cisgiordania. In un incontro con i coloni del 9 giugno, Smotrich ha affermato, secondo la registrazione, che "il governo di Netanyahu è impegnato in un piano segreto per cambiare il modo in cui governa la Cisgiordania, per rafforzare in modo irreversibile il controllo di Israele su di essa senza essere accusato di annessione ufficiale".
Netanyahu: "Resta il nostro sostegno al piano accolto da Biden"
"Siamo impegnati a sostenere la proposta israeliana accolta con favore dal presidente Biden. La nostra posizione non è cambiata". Lo ha detto il premier israeliano Benyamin Netanyahu intervenendo alla Knesset. "Vi prometto - ha detto - 3 cose: la prima è che non finiremo la guerra finché non avremo indietro i nostri ostaggi, vivi o morti. La seconda, che non contraddice la prima, è che non vi porremo fine finché non elimineremo Hama e finchè non riporteremo sani e salvi i residenti del sud e del nord alle loro case". "La terza - ha concluso - è che ad ogni costo e in ogni modo, contrasteremo le intenzioni dell'Iran di distruggerci".
Calovini: "La soluzione è due Popoli e due Stati"
"L'obiettivo dell'Italia è due popoli e due stati ma questo può avvenire dopo un duplice riconoscimento ed in un contesto di pace che ad oggi non c'è. L'Italia, insieme agli alleati del G7 e ai paesi europei si è sempre attivata per cercare soluzioni che possano portare stabilità all'interno della zona mediorientale ed è quello che il nostro Governo ha fatto bene fino ad oggi e che deve continuare a fare. Il Governo italiano è chiamato a collaborare con i partner internazionali per coordinare e promuovere iniziative per una pace negoziata e duratura tra Israele e Palestina nonché a sostenere nelle sedi europee e internazionali iniziative finalizzate al riconoscimento dello stato di Palestina, nel quadro di una soluzione negoziata e basata sulla coesistenza di due stati sovrani, democratici, che possano riconoscersi reciprocamente e vivere fianco a fianco in pace e sicurezza. Siamo, dunque, convinti che solo col dialogo, la cooperazione internazionale e un impegno concreto sul campo si possa costruire un futuro di pace e di sicurezza per tutti i popoli in Medioriente. Fughe in avanti o azioni politiche unilaterali potrebbero avere oggi una forte eco mediatica ma non andrebbero nella direzione auspicata da tutti. Oggi abbiamo bisogno di dialogo, responsabilità, di pace e di sicurezza. Ne abbiamo bisogno in ogni parte del mondo, soprattutto in quell'area". Lo dichiara il deputato di Fratelli d'Italia Giangiacomo Calovini, capogruppo in commissione Esteri alla Camera.
Media, oltre 100 israeliani portano in tribunale l'Unrwa
Più di 100 israeliani, vittime degli eventi del 7 ottobre, intenteranno una mega causa presso il tribunale federale di New York contro l'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei rifugiati palestinesi (Unrwa). Lo ha riferito Ynet secondo cui l'accusa presentata contro l'Unrwa è di "aver partecipato all'assistenza al genocidio, a crimini contro l'umanità, a torture e stupri sistematici commessi da Hamas in quel mese". Ditza Hyman (84 anni) - rilasciata dalla prigionia di Hamas come parte dell'accordo l scorso novembre - ha detto, citata dalla stessa fonte, che "il terrorista che mi ha tenuto per 53 giorni lavorava come insegnante in una scuola dell'Unrwa". Altra accusa è che "i terroristi usavano i fondi e le strutture dell'Unrwa per scopi violenti".
Israele, Netanyahu parlerà al Congresso Usa il 24 luglio
"L'incontro bipartisan e bicamerale simboleggia la relazione duratura tra Stati Uniti e Israele e offrirà al primo ministro Netanyahu l'opportunità di condividere la visione del governo israeliano per difendere la democrazia, combattere il terrorismo e stabilire una pace giusta e duratura nella regione". Così il presidente della Camera repubblicana, Johnson, ed il leader della minoranza al Senato, McConnell, in una dichiarazione congiunta". LEGGI L'ARTICOLO
Palestinese legato sul cofano di un veicolo dell'Idf, la Germania chiede "chiarimenti"
"Chiarimenti e conseguenze" sono stati chiesti dal governo tedesco per il video, diffuso nei giorni scorsi dalle emittenti satellitari arabe, che mostra un palestinese ferito legato al cofano di un veicolo militare israeliano nel nord della Cisgiordania.
Una portavoce del ministero degli Esteri di Berlino ha affermato che il video è stato "difficile da sopportare", mentre le Idf hanno spiegato che i militari responsabili hanno agito "contro i protocolli dell'esercito". La portavoce ha aggiunto di essere consapevole che questo comportamento rappresenta una violazione della condotta delle Idf, sottolineando che il governo tedesco ora si aspetta "chiarimenti rapidi, risultati rapidi e conseguenze corrispondenti per i responsabili".
Gallant oggi a Washington vede Blinken e Burns, domani Austin
Il ministro della difesa israeliano Yoav Gallant ha in programma di incontrare oggi a Washington il segretario di stato Usa Antony Blinken e il capo della Cia William Burns, mentre domani avra' un colloquio con il capo del Pentagono Lloyd Austin. Mercoledi' faccia a faccia invece con il consigliere per la sicurezza nazionale americana Jake Sullivan.
Gallant: "Fase 3 a Gaza avrà un impatto sugli altri fronti"
Il passaggio alla Fase 3 della campagna militare a Gaza, che comprende la sconfitta degli ultimi battaglioni di Hamas a Rafah, "impatterà sugli sviluppi su tutti gli altri fronti e Israele si sta preparando ad ogni scenario sia militare sia diplomatico". Lo ha detto il ministro della Difesa Yoav Gallant che a Washington ha incontrato l'inviato speciale del presidente Joe Biden per il Medio Oriente Amos Hochstein. Nell'incontro - ha fatto sapere l'ufficio di Gallant - i due hanno discusso "le azioni per raggiungere un accordo quadro che consenta il ritorno degli sfollati israeliani al nord" dove persiste la minaccia dello scontro con gli Hezbollah. Gallant ha riaffermato "il suo impegno a cambiare la situazione di sicurezza al confine" con il Libano.
Guerra Medioriente, oltre 100 morti in 24 per raid su Gaza. VIDEO
M5s: "Riconoscere la Palestina un segnale contro i crimini di Netanyahu"
"Il 28 maggio Spagna, Norvegia e Irlanda hanno riconosciuto lo Stato di Palestina. Il 4 giugno si è aggiunta la Slovenia e pochi giorni fa l'Armenia. Circa tre quarti delle nazioni del mondo riconoscono la Palestina e tredici nazioni dell'Unione europea. Non l'Italia, anche se il governo continua a parlare di 'due Stati per due popoli': solo una slogan vuoto usato per pulirsi la coscienza mentre continua ad astenersi sulle risoluzioni Onu su riconoscimento Palestina e cessate il fuoco e a vendere armi a Israele. Riconoscere lo Stato di Palestina sarebbe un segnale forte di disaccordo con la strategia terrorista di Netanyahu che ha finora causato la morte di oltre 37 mila civili tra cui oltre 14 mila bambini ai quali si aggiungono 4 mila bambini dispersi sotto le macerie e un numero imprecisato di bambini rinvenuti nelle fosse comuni o scomparsi dopo essere stati fatti prigionieri dalle forze israeliane, e ancora oltre 17 mila bambini rimasti orfani". Lo ha dichiarato la deputata del Movimento 5 Stelle Stefania Ascari, intervenendo in aula durante il dibattito sulla mozione M5S per il riconoscimento dello Stato di Palestina. "Nessuno può giustificare questo abominio, questo orrore con il diritto di Israele di difendersi, nemmeno la giustizia internazionale, con la Corte internazionale di giustizia che parla di plausibile genocidio e la Corte penale internazionale che chiede l'arresto di Netanyahu per crimini di guerra e contro l'umanita'. Il governo italiano non puo' continuare a nascondersi nel silenzio e nell'ignavia: servono gesti concreti. Anche la Palestina, oltre a Israele, ha il diritto di esistere", aggiunge Ascari.
Ministri del Libano negano accumulo di armi dall'Iran nascoste nell'aeroporto di Beirut
Due ministri libanesi hanno smentito lo scoop del Telegraph secondo cui il movimento sciita Hezbollah starebbe accumulando una grande quantità di armi dall'Iran, compresi missili e razzi, presso l'aeroporto internazionale di Beirut in vista di una possibile guerra con Israele.
Il ministro dei Lavori pubblici e dei Trasporti, Ali Hamiyeh, vicino a Hezbollah, ha riferito di aver discusso con il premier, Najib Mikati, eventuali misure legali contro il giornale britannico. "Questa questione è considerata parte della guerra psicologica contro il Libano e mira a distorcere la sua reputazione e quella dell'aeroporto", ha affermato Hamiyeh all'agenzia statale Nna.
Il ministro dell'Informazione, Ziad al-Makari, ha fatto sapere che potrebbe essere "un'estate promettente per il turismo" in Libano, sottolineando che le intenzioni dell'articolo "erano molto chiare". Hamiyeh, intanto, ha invitato gli ambasciatori stranieri e i media a prender parte a un tour all'aeroporto, insieme ad altri ministri libanesi.
Israele: "Un proiettile lanciato da Rafah è stato intercettato dall'Air Defense Array dell'Idf"
Tajani: "Siamo preoccupati per il Libano, Iran e Israele siano prudenti"
Nel Consiglio Affari Esteri di oggi "ci siamo soffermati anche sulla questione mediorientale. Continuiamo a ribadire la necessità di una de-escalation: siamo per un cessate il fuoco immediato. Siamo a favore del piano americano. Siamo preoccupati anche per quello che accade in Libano: Hezbollah continua a lanciare razzi contro Israele, ma bisogna anche essere prudenti nelle reazioni". Lo sottolinea il ministro degli Esteri Antonio Tajani, a margine del Consiglio a Lussemburgo.
Per il ministro, occorrerebbe "arrivare alla riformulazione della zona blu della frontiera che separa Israele dal Libano, controllato dalla parte di Hezbollah. Contemporaneamente, credo che si debba continuare anche l'azione da parte italiana, con la missione non Unifi, l'altra quella bilaterale, che forma le forze armate libanesi, per ridurre l'influenza militare di Hezbollah in Libano. Continuiamo a lavorare per la pace, per una situazione di grande equilibrio, continuando a invitare l'Iran a svolgere un ruolo positivo e non ad usare linguaggi e strumenti che possono provocare un'escalation".
"Questo è il messaggio che inviamo a tutti - continua - siamo sempre stati contrari all'attacco a Rafah. Siamo preoccupati anche per quello che è accaduto l'altro giorno: è stata colpita un'area vicina alla base della Croce Rossa. Anche al governo israeliano inviamo messaggi di grande prudenza e di contrarietà ad offensive che provochino altri i morti in quell'area. Noi siamo amici di Israele: proprio per questo invitiamo Israele alla prudenza, in questo momento delicato dal punto di vista politico. Ma la stessa prudenza deve avere l'Iran, che ha un ruolo non secondario, sia per quanto riguarda i rapporti con gli Houthi, sia quanto riguarda i rapporti con Hezbollah in Libano. Noi lavoriamo per la pace e facciamo il possibile per allentare la tensione in Medio Oriente", conclude.
"Rinviati i colloqui di riconciliazione Hamas-Fatah in Cina"
I colloqui di riconciliazione tra Hamas e Fatah, previsti in Cina questo mese, sono stati rimandati e non è stata fissata alcuna nuova data. Lo scrive la Reuters sul suo sito web citando funzionari delle fazioni palestinesi. Dopo aver ospitato un incontro delle fazioni palestinesi in aprile, la Cina aveva affermato che Fatah - guidata dal presidente Abu Mazen - e Hamas avevano espresso la volontà di cercare la riconciliazione attraverso colloqui di unità a Pechino. Funzionari di Fatah e Hamas avevano precedentemente affermato che l'incontro avrebbe avuto luogo a metà giugno. Basem Naim, alto funzionario di Hamas che ha partecipato all'incontro precedente, ha detto alla Reuters che l'incontro è stato rinviato e che non è stata fissata alcuna nuova data, incolpando Fatah che, a suo dire, ha chiesto di rimandare. Tre funzionari di Fatah hanno confermato il rinvio dicendo che il movimento rilascerà una dichiarazione in merito. Con le fazioni profondamente divise, gli analisti nutrivano poche speranze che i colloqui raggiungessero una svolta verso un accordo di riconciliazione che potesse creare un'amministrazione palestinese unificata per la Cisgiordania e la Striscia di Gaza occupate da Israele, controllate da Hamas dal 2007.
Baerbock: "Escalation tra Israele ed Hezbollah sarebbe una catastrofe"
"Un'ulteriore escalation" dello scontro tra Israele e Hezbollah sarebbe una "catastrofe" per l'intero Medio Oriente. Lo ha dichiarato la ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, attesa in visita nello Stato ebraico e successivamente in Cisgiordania e in Libano.
Sottolineando come niente sia "più preoccupante" della situazione che si è creata al confine tra Israele e Libano, Baerbock ha spiegato che per questo motivo "è così importante che riusciamo finalmente a stabilire un cessate il fuoco a Gaza".
Secondo una portavoce del ministero degli Esteri tedesco, nello Stato ebraico Baerbock incontrerà l'omologo, Israel Katz, e interverrà alla Conferenza annuale di Herzliya. Martedì a Ramallah vedrà il primo ministro dell'Autorità nazionale palestinese (Anp), Mohammed Mustafa. Successivamente Baerbock volerà in Libano per colloqui con il primo ministro, Najib Mikati.
Il governo di Israele punta a legge permanente contro Al-Jazeera
Il governo israeliano sta lavorando per rendere permanente le cosiddetta legge Al-Jazeera che permette di bloccare per 45 giorni le trasmissioni di emittenti straniere se causano danni reali alla sicurezza nazionale. Per evitare di dove approvare una proroga ogni mese e mezzo, è stato presentato un disegno di legge passato ora alla Knesset dopo l'approvazione in commissione per la Legislazione.
Bardella: "Riconoscere Palestina è riconoscere terrorismo"
"Riconoscere uno Stato palestinese sarebbe riconoscere il terrorismo", ha detto Jordan Bardella. "Abbiamo sposato la posizione francese, a due Stati, che risponderebbero a diritti e doveri per i palestinesi'', ha sottolineato il ventottenne fedelissimo di Marine Le Pen, secondo cui adesso ''questa posizione è caduca viste le atrocità e gli attacchi di Hamas il 7 ottobre. Riconoscere uno Stato palestinese- sarebbe riconoscere il terrorismo". Bardella ha anche detto che da primo ministro intende essere uno "scudo per i nostri connazionali ebrei dinanzi ad un islamismo che non vuole solo separare la Repubblica, ma conquistarla''.
Intesa Egitto-Onu su aiuti a Gaza da Kerem Shalom
Una fonte egiziana di alto livello ha detto all'emittente statale Al Qahera che "l'Egitto si è coordinato con le Nazioni Unite per fornire temporaneamente aiuti alla Striscia di Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom, fino a quando il valico di Rafah non sarà nuovamente operativo". La fonte aggiunge che "le autorità egiziane competenti si sono coordinate con i funzionari delle Nazioni Unite consentendo l'ingresso di 2.272 camion di aiuti nelle ultime tre settimane. L'Egitto riafferma comunque - conclude la fonte - "il suo rifiuto di riprendere le operazioni al valico di Rafah in presenza dell'occupazione israeliana". Il valico di Rafah è chiuso da 49 giorni e fonti della sicurezza e della Mezzaluna Rossa egiziana nel Nord Sinai confermano il persistente controllo delle autorità israeliane, che impediscono l'ingresso a Gaza degli aiuti umanitari e l'uscita dei palestinesi feriti e malati, degli stranieri e dei cittadini con doppia nazionalità.
Hamas, 'combatteremo fino a ultimo respiro, obiettivo è sconfiggere Israele'
L'obiettivo della guerra che Hamas sta conducendo nella Striscia di Gaza è quello di ''sconfiggere Israele''. Lo ha dichiarato un alto esponente del politburo di Hamas, Suhail al-Hindi, all'emittente con sede a Londra Al-Araby Al-Jadeed. ''La resistenza non alzerà bandiera bianca e combatterà il nemico fino all'ultimo respiro'', ha detto il rappresentante di Hamas sottolineando che non ci sarà alcun accordo con Israele ''senza un cessate il fuoco e il ritiro dell'occupazione'' dall'enclave palestinese.
Hindi ha detto poi di ritenere che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu stia continuando la guerra per restare fuori dal carcere. Israele ''sta cercando una immagine di vittoria'', ha proseguito, ma le Forze di difesa israeliane (Idf) ''vogliono mettere fine alla guerra perché sono esaurite''.