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Francia, Antonio Scurati nominato cavaliere delle Arti e delle Lettere

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La ministra della Cultura francese, Rachida Dati, ha attribuito oggi l'onorificenza allo scrittore italiano autore della triologia M.  su Benito Mussolini

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La ministra della Cultura francese, Rachida Dati, ha attribuito oggi l'onorificenza di Cavaliere delle Arti e delle Lettere allo scrittore Antonio Scurati. La cerimonia si è svolta nei saloni del ministero della Cultura. L'autore della trilogia M. su Benito Mussolini è stato di recente suo malgrado al centro delle polemiche a causa del suo monologo sul 25 aprile la cui messa in onda era stata annullata all'ultimo dalla Rai, come aveva denunciato la conduttrice Serena Bortone. 

La ministra Dati: "Scurati scruta il passato per farci capire il presente"

La Francia onora lo scrittore che "scruta il passato per farci capire il nostro presente", ha detto la ministra Dati nel discorso che ha preceduto la cerimonia. Nei saloni del ministero della Cultura, alle spalle della Comédie Française, Scurati ha ascoltato le parole della ministra Dati che ne ha ripercorso la carriera e lo ha indicato come simbolo "dell'amicizia tra Francia e Italia, due paesi in cui la cultura e la letteratura sono così importanti, due paesi che amano dialogare negli spazi culturali, tanto più dopo la firma del Trattato del Quirinale, due paesi nei quali i libri sono così importanti, che amano uno gli scrittori dell'altro". Nel caso di Scurati, ha aggiunto la Dati, siamo di fronte a "uno scrittore della Storia (Histoire) con la 'H' maiuscola". Dai suoi scritti, emerge che "la radicalità e la violenza non costruiscono mai la democrazia". Per la sua esortazione "visto quanto vissuto in passato dall'Europa, a tenere oggi gli occhi aperti, sono fiera di decorarla questa sera", ha aggiunto Rachida Dati.

Scurati: "Anche oggi come 100 anni fa soffia il vento della paura"

La medaglia è stata ricevuta da Scurati "con immenso onore", ha detto nel suo discorso di ringraziamento, in francese. Grande "fierezza", in quanto la Francia "è per me non soltanto la patria della più alta cultura letteraria, ma anche della più alta cultura politica. Nella mia visione di scrittore europeo del XXI secolo - ha continuato Scurati - le due cose sono indissociabili. Mi è letteralmente impossibile vivere in un mondo in cui la letteratura esiste e fiorisce nell'assenza libertà e dell'eguaglianza. L'idea di trasmettere ai miei figli questo tesoro come fosse un fiore nel deserto, mi è insostenibile". Poi, la sua preoccupazione per i tempi di oggi che assomigliano a quelli "vissuti dai nostri nonni", quando c'era "una crisi di fiducia nell'avvenire e un declino della speranza". "Benito Mussolini - ha detto ancora Scurati - sapeva che gli era impossibile la strada della speranza per arrivare al potere e capì che esisteva ed esiste ancora qualcosa in politica che è più potente della speranza. Ed è la paura. Rispetto a 100 anni fa le differenze sono numerose e profonde. Tuttavia, vedo lo stesso vento che soffia sulle paure del popolo, sulle passioni del paese, sul sentimento di delusione delle classi medie impoverite, sui cittadini spaventati, angosciati dalle guerre, dalle pandemie, traditi nelle promesse non mantenute. Questo vento malsano non si limita a seminare paura" - ha detto lo scrittore - ma la unisce "all'odio, alla ricerca di un nemico straniero, di un nemico invasore", con una "voce sinistra che offre alla gente impaurita protezione in cambio della loro libertà. Di fronte a questa proposta oscena e malinconica, l'arte e la letteratura rispondono con una sola parola, che diede il nome ad un famoso romanzo francese nel cuore della più profonda crisi europea degli anni Trenta 'L'Espoir', la speranza".

 

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