Cos’è il Main battle tank, il nuovo carro armato dell’Esercito italiano: l’ipotesi Panther

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Introduzione

La ritrovata rilevanza strategica degli armamenti terrestri pone da tempo per la Difesa la questione dell'aggiornamento dei vecchi Ariete, costruiti oltre 30 anni fa. Naufragata la trattativa con la holding tedesca Knds sull'acquisto dei Leopard 2-A8, Leonardo spa sta valutando altre interlocuzioni, a partire dalla tedesca Rheinmetall. Sul tavolo il progetto di far nascere in Italia una filiera produttiva di alcuni componenti del carro, che in futuro potrebbe avvalersi dell'intelligenza artificiale

Quello che devi sapere

Main battle tank, il carro italiano

  • Sulla costruzione del Main battle tank (Mbt), il nuovo carro armato in dotazione dell'Esercito italiano, la partita è quanto mai aperta. Dai tempi dalla guerra in Iraq (2003-2011) fino a quella in corso in Ucraina, gli armamenti terrestri hanno riacquistato centralità strategica e le forze armate si stanno attrezzando per aggiornare i propri mezzi cingolati. La Difesa è intenzionata a mandare in pensione gradualmente i vecchi Ariete, costruiti oltre 30 anni fa. Ma non sono ancora sciolti alcuni nodi: su quale modello puntare e sopratutto chi dovrà produrlo

 

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Main battle tank, il carro italiano

Il bilancio, servono 8 miliardi

  • Dopo anni di investimenti per la modernizzazione di Marina e Aeronautica, la Difesa italiana ha stanziato i primi fondi per l'acquisto di 400 carri pesanti. Si tratta della metà degli 8 miliardi di euro totali necessari per l'operatività dei primi mezzi nuovi nel 2035, 40 anni dopo l'Ariete

Le mosse di Leonardo

  • Vista l'impossibilità dell'industria italiana a produrre interamente da sè i futuri Mbt, da tempo Leonardo spa (ex Finmeccanica) è a caccia di partner esteri per un progetto comune del nuovo mezzo. Il cuore dell'operazione è il destino di Oto Melara, la controllata del gruppo specializzata nella costruzione di armamenti terrestri. In passato Leonardo era intenzionata a cedere una quota della società alla holding Knds, con sede ad Amsterdam, da cui dipende la costruzione dei carri Leclerc francesi e dei Leopard tedeschi

L'intesa preliminare con Knds

  • Con la nuova gestione, avviata dall’a.d. Roberto Cingolani e dal condirettore generale Lorenzo Mariani, Leonardo spa ha escluso l'ipotesi di vendere quote di Oto Melara in favore di una partnership industriale che guardasse non solo alla costruzione del futuro Mbt italiano ma anche a quello europeo. L'intesa preliminare siglata il 13 dicembre scorso sembrava il preludio di un matrimonio con Knds, tutta incentrata sugli attuali Leopard 2-A8

Il naufragio delle trattative

  • Il cuore della proposta di Leonardo a Knds verteva sulla costruzione  "50 e 50" del futuro carro armato italiano con Oto Melara incaricata di produrre alcuni componenti dalla torretta, dalle parti elettroniche fino ai sistemi di puntamento. Da anni il Leopard viene prodotto in Germania e in altri Paesi e al gruppo italiano era stata offerta la produzione di componenti minori. A far tramontare l'alleanza Leonardo-Knds anche la proposta dell'azienda tedesca di fornire i Leopard 2 con la tecnologia standard, senza garantire ulteriori aggiornamenti nonostante il mezzo debba arrivare al 2035

Le altre ipotesi in campo

  • Pochi giorni fa Leonardo ha fatto sapere che è in contatto con altri due interlocutori. Una prima ipotesi sarebbe lo sviluppo del Panther KF-51, già avviato in Ungheria da parte dell'altra azienda tedesca Rheinmetall, in sostituzione degli attuali Leopard 2. Una seconda strada, meno probabile al momento, potrebbe essere una collaborazione con la Iveco Defence

La produzione in Italia

  • Secondo quanto trapela, il gruppo con sede a Dusseldorf potrebbe offire a Oto Melara la produzione della torretta per l’Mbt italiano e anche per quello europeo, progetti non contemplati nell'intesa con Knds che invece avrebbe siglato un'intesa con la Norvegia. Sul tavolo Leonardo-Rheinmetall ci sarebbero forme di compensazione come la nascita di stabilimenti e filiali italiane per un ruolo più attivo nella produzione di alcuni componenti strategici. Tra le altre ipotesi anche la realizzazione in Italia dello scafo del tank e dei sistemi di puntamento

L'AI nel nuovo Panther

  • Il progetto del futuro Panther si presenta come uno sviluppo del Leopard, con maggiore letalità, mobilità e garanzie di sopravvivenza, attraverso l'integrazione dell'intelligenza artificiale nel sistema di controllo del fuoco o una versione del mezzo privo di equipaggio

Il rinnovo della fanteria pesante

  • Nell'ipotesi di accordo tra Leonardo e Rheinmetall rientra anche il rinnovo della fanteria pesante italiana, prevista dal progetto Armored infantry combat system (Aics). In questo senso dalla società tedesca che produce già il Lynx, un veicolo di combattimento corazzato, la Difesa potrebbe sostituire i vecchi Dardo. Se andasse in porto la trattativa l'investimento complessivo, tra Mbt e Aics, passerebbe da 8 a 20 miliardi di euro

Le ipotesi verso Uk e Usa

  • Non è escluso infine che Leonardo decida di aprire una trattativa con la britannica Bae Systems, che realizza il Challenger: ipotesi questa più remota in quanto uscirebbe dal perimetro europeo. Sembra fuori dai giochi la statunitense General dynamics land systems che produce tank di elevata stazza come gli Abrams M1, che nella versione X diventeranno più sofisticati e leggeri

 

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