L'esericito di Israele in un attacco aereo su una tendopoli nell’area di Tal as-Sultan, provoca decine di vittime. Secondo Hamas, le vittime sarebbero almeno 45. Netanyahu parla di “un tragico incidente”. “Sono indignato per i raid israeliani e le numerose vittime tra gli sfollati”, dice il presidente francese Macron. L’ONU chiede a Israele un’indagine “approfondita e trasparente” sui civili uccisi . Sempre vicino Rafah un soldato egiziano è stato ucciso in uno scontro a fuoco con l’esercito israeliano
Israele: "Colpito sito di lancio a Jabalya, tiri su Ashkelon"
L'esercito israeliano "ha bombardato un sito di lancio di razzi" a Jabalya, nel nord di Gaza, dove da giorni sta operando nel campo profughi e dove sta espandendo le sue azioni. Lo ha fatto sapere il portavoce militare sottolineando che "dal sito erano stati lanciati razzi verso la città di Ashkelon" da dove sono stati "portati ripetuti attacchi" nel corso della guerra. Nella stessa zona le truppe di terra israeliane hanno "localizzato grandi quantità di equipaggiamento militare e armi smantellando anche una officina di esplosivi". "Molti - ha aggiunto la stessa fonte - i terroristi operativi uccisi in combattimenti ravvicinati e anche gli imbocchi tunnel trovati".
Macron: "Indignato per i raid israeliani a Rafah"
Erdogan: "Porteremo Netanyahu in tribunale per Rafah"
"Come Turchia, faremo di tutto affinché questi barbari vengano ritenuti responsabili" davanti alla giustizia per i "crimini" che hanno commesso. Lo ha affermato il presidente turco Recep Tayyip Erdogan, citando il premier israeliano Benjamin Netanyahu e il suo governo e criticandoli per l'attacco contro Rafah. Durante una conferenza a Istanbul, trasmessa dalla tv di Stato Trt, il leader turco ha paragonato nuovamente Netanyahu a Adolf Hitler e Slobodan Milosevic, aggiungendo che l'attacco di Israele contro un campo profughi a Rafah "rivela il volto sanguinoso" del premier israeliano. "Fino a che Netanyahu e la sua rete omicida non riusciranno a spezzare l'eroica resistenza del popolo palestinese, resteranno con le spalle al muro nel loro Paese e cercheranno di prolungare la propria vita politica spargendo altro sangue ma presto si renderanno conto che questo non serve a nulla", ha aggiunto il leader turco, chiamando nuovamente Israele "uno Stato terrorista" e definendo il raid contro il campo profughi di Rafah "un massacro", sottolineando che "ha avuto luogo dopo l'appello della Corte internazionale di Giustizia a fermare gli attacchi".
Erdogan: "Barbari i responsabili degli attacchi a Rafah"
La Turchia "farà tutto il possibile per ritenere i barbari responsabili" degli attacchi israeliani che ieri hanno colpito il campo profughi vicino a Rafah provocando decine di morti. Lo ha detto il presidente turco Recep Tayyip Erdogan.
Madrid richiama la sua ambasciatrice dopo l'attacco a Rafah
La vicepremier con delega al Lavoro e leader del partito della sinistra Sumar, Yolanda Diaz, ha chiesto di chiamare a consultazione "in maniera immediata" l'ambasciatrice spagnola in Israele, dopo il bombardamento di questa mattina in un accampamento di rifugiati palestinesi a Rafah. "Israele ha di nuovo commesso un atroce crimine di guerra", ha segnalato la Diaz in un messaggio su X. "Non possiamo normalizzare le relazioni diplomatiche con Netanyahu. dobbiamo chiamare a consultazione in maniera immediata la nostra ambasciatrice" in Israele, aggiunge nel post. "Bisogna appoggiare l'iniziativa sudafricana davanti alla Corte internazionale di Giustizia e garantire l'embargo di armi", conclude la Diaz.
Parigi: "Gli ostaggi a Gaza sono la nostra priorità"
Il capo della diplomazia francese, Stéphane Séjourné, incontrerà oggi a Bruxelles le famiglie degli ostaggi israeliani nelle mani di Hamas dal 7 ottobre. "Come francesi, abbiamo ancora due ostaggi a Gaza e questa oggi è la priorità", ha sottolineato il ministro degli Esteri a margine della riunione con gli omologhi Ue. Alla famiglie degli ostaggi "trasmetterò un messaggio di solidarietà", ha evidenziato Séjourné. Venerdì scorso Parigi ha pianto la morte del trentenne Oriòn Hernàndez, cittadino franco-messicano, il cui corpo è stato recuperato dalle forze di difesa israeliane nel nord della Striscia di Gaza.
Dall'Egitto forte condanna del bombardamento israeliano a Rafah
L'Egitto condanna con forza "il bombardamento intenzionale delle forze israeliane sulle tende degli sfollati nella città palestinese di Rafah" e rifà appello alla comunità internazionale perchè impongano il cessate il fuoco e proteggano i civili inermi. In un comunicato del ministero degli Esteri, l'Egitto ha condannato "il deliberato bombardamento delle tende degli sfollati delle forze israeliane nella città palestinese di Rafah, che ha provocato centinaia di morti e feriti tra le fila degli sfollati palestinesi, in una nuova violazione del diritto umanitario internazionale e dell' accordo del 1949 sulla protezione dei civili in tempo di guerra". "Israele - sostiene Il Cairo - mette nel suo mirino civili isolati, e attua una sistematica politica di distruzione allo scopo di rendere insostenibile la portata dei massacri. Gli si chiede perciò - afferma il governo egiziano - di adempiere ai suoi obblighi legali come forza basata sull'occupazione e di attuare misure emesse dalla Corte internazionale di giustizia in merito alla cessazione immediata delle operazioni militari e di qualsiasi altra procedura nella città palestinese di Rafah". Al Consiglio di Sicurezza, "e alle parti internazionali più influenti", si chiede "un intervento immediato per garantire un immediato cessate il fuoco nella Striscia di Gaza e la fine delle operazioni militari nella città palestinese di Rafah".
Il procuratore generale di Israele: "L'Aja non ha giurisdizione"
Il Procuratore generale di Israele Gali Baharav-Miara ha attaccato la Corte dell'Aja e il suo Procuratore Karim Khan sostenendo che "l'indagine su Israele manca di giurisdizione" i mandati di arresto richiesti sono "senza basi". "La decisione di Khan ignora, tra le altre cose, il fatto che il sistema legale israeliano ha provato in passato la sua indipendenza, la sua imparzialità e il suo attaccamento ai valori della verità e della giustizia". "Non siamo timorosi - ha aggiunto di applicare la legge contro chiunque, anche i capi dell'esercito e dello stato se ci sono sospetti di fondate violazioni della legge". "Non abbiamo bisogno di aiuti dall'esterno - ha concluso - per mettere a nudo sospette attività criminali".
Atene: "Serve task force Stati arabi-Ue per la pace a Gaza"
"Proporrò una task force congiunta, che includa ministri sia degli Stati arabi sia dell'Ue, che possa rivolgersi a entrambe le parti in modo da garantire negoziati efficaci per una pace immediata": lo ha dichiarato il ministro degli Esteri greco Giorgos Gerapetritis a proposito della situazione a Gaza, dopo essere arrivato a Bruxelles per il Consiglio degli Affari Esteri. Lo riporta l'agenzia Ana-mpa. Il ministro greco ha osservato che "tutte le ostilità devono cessare immediatamente, gli ostaggi devono essere rilasciati, dobbiamo lavorare per ulteriori corridoi umanitari, dobbiamo lavorare per una soluzione a due Stati, che è un terreno comune per noi".
Giordania: "A Rafah crimini in violazione del diritto"
Anche la Giordania ha attaccato Israele per il raid su Rafah nel quale secondo fonti palestinesi ieri sera sono state uccise circa 40 persone. "La comunità internazionale - ha detto il ministero degli esteri di Amman - deve costringere Israele ad assumersi la propria responsabilità". "Questi atti e crimini rappresentano - ha denunciato - una palese violazione delle norme del diritto internazionale e del diritto internazionale umanitario e sono incoerenti con tutti i valori umani e morali, e rappresentano crimini di guerra che l'intera comunità internazionale deve affrontare condannare i responsabili".
Procuratore militare di Israele, inchiesta sull'incidente di Rafah
Il Procuratore generale militare, la generale Yifat Tomer Yerushalmi, ha affermato che il raid su Rafah è "sotto indagine". "I dettagli del grave incidente - ha spiegato - sono ancora sotto inchiesta, che ci impegniamo a portare avanti al massimo". Poi ha aggiunto che "sono aperte 70 inchieste dalla Polizia militare per sospetti incidenti criminali durante la guerra". Tra queste c'è anche quella sul centro di detenzione militare di Sde Teiman dove sono rinchiusi i miliziani di Hamas catturati dal 7 ottobre in poi, tra cui quelli dell'Unità Nukheba di Hamas, responsabile dell'attacco ai kibbutz a ridosso di Gaza.
Raid di Israele su campo profughi a Rafah: decine di morti. VIDEO
La Norvegia: "E' il momento giusto per riconoscere uno Stato palestinese"
Il ministro degli Esteri norvegese Espen Barth Eide afferma che il suo Paese riconosce lo Stato di Palestina “perché è la cosa giusta da fare, ma soprattutto perché è il momento giusto per farlo”. Intervenendo in una conferenza stampa a Bruxelles con i suoi omologhi spagnolo e irlandese, ha affermato: “Per molti anni, noi e tanti altri paesi ci aspettavamo di riconoscere la fine di un processo di pace. Ma poi, qualche anno fa, ci siamo resi conto che in realtà avevamo bisogno di pensare fuori dagli schemi", ha detto, aggiungendo che il riconoscimento doveva arrivare in un momento che mandasse "un segnale forte".
Unrwa: "Terribili gli attacchi a Rafah, Gaza è l'inferno in terra"
L'agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, Unrwa, ha affermato che le notizie sugli attacchi a Rafah sono "terribili". "Le informazioni provenienti da Rafah su ulteriori attacchi contro le famiglie in cerca di rifugio sono terribili", ha scritto l'Unrwa su X. "Ci sono notizie di vittime di massa, tra cui bambini e donne. Gaza è l'inferno sulla terra. Le immagini di ieri sera ne sono l'ennesima testimonianza", ha affermato.
Idf: "Ampliate le operazioni a Jabaliya, eliminati diversi terroristi"
Le truppe dell'Idf hanno ampliato la loro attività operativa nella parte orientale di Jabaliya negli ultimi giorni. Lo ha annunciato l'esercito israeliano, aggiungendo che, nel corso delle operazioni, le truppe hanno eliminato diversi terroristi in combattimenti ravvicinati e hanno rinvenuto grandi quantità di armi, tra cui fucili Kalashnikov, colpi di mortaio, esplosivi e ulteriore equipaggiamento militare. Inoltre, sono stati localizzati e smantellati un impianto di produzione di esplosivi e una serie di tunnel, eliminati diversi terroristi e sequestrate decine di armi e infrastrutture terroristiche. Gli aerei dell'aeronautica israeliana hanno colpito un sito di lancio a Jabaliya da cui venivano effettuati lanci verso la città di Ashkelon.
Irlanda: "Non siamo più vicini a raggiungere la soluzione due Stati"
“Non siamo più vicini a raggiungere effettivamente lo stato finale desiderato”, quello della soluzione dei 2 Stati, nonostante la comunità internazionale, inclusa l'Ue, ne abbia discusso e l'abbia sostenuta per decenni. Parlando in una conferenza stampa a Bruxelles con i suoi omologhi spagnolo e norvegese, il ministro degli Esteri irlandese Micheal Martin ha aggiunto che alcuni hanno interpretato la decisione di riconoscere lo Stato di Palestina come una “ricompensa per il terrorismo”, aggiungendo che “niente potrebbe essere più lontano dalla verità”.
“Abbiamo riconosciuto sia lo Stato di Israele che lo Stato di Palestina proprio perché vogliamo vedere un futuro di relazioni normalizzate tra i due popoli” ha continuato Martin, aggiungendo che il suo Paese cerca una soluzione in cui l’occupazione, il terrorismo, l’esproprio e lo sfollamento “non abbiano alcun ruolo” e siano “sostituiti da un quadro politico in cui i partiti possano perseguire i loro obiettivi politici”.
“Non può esserci una soluzione militare a questo conflitto. E rifiuto assolutamente qualsiasi gruppo che utilizzi la violenza o il terrorismo per cercare di eliminare lo Stato di Israele o per eliminare lo Stato di Palestina come idea o come realtà”, ha affermato.
Qatar: "I raid su Rafah possono ostacolare i negoziati"
Gli attacchi israeliani a Rafah potrebbero "ostacolare" i colloqui per una tregua a Gaza e la liberazione di ostaggi. E' l'allarme lanciato dal Qatar che, insieme a Egitto e Usa, media i negoziati indiretti tra Israele e Hamas. Bombardamenti israeliani su un campo di Rafah, nell'estremo sud della Striscia, hanno causato almeno 40 morti, secondo i soccorritori.
Crosetto: "Israele semina odio che si ripercuoterà sui figli"
"Ho l'impressione che Israele stia seminando un odio che coinvolgerà figli e nipoti. Hamas è un conto, il popolo palestinese è un altro. Dovevano discernere tra le due cose e fare una scelta più coraggiosa dal punto di vista democratico". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, a SkyTg24 Live in Milano. "Siamo convinti che Israele dovesse risolvere il problema con Hamas - ha aggiunto -, ma fin dal primo giorno abbiamo detto che questa cosa andava affrontata in modo diverso. Tutti gli Stati sono concordi che su Rafah Israele doveva fermarsi. Non siamo stati ascoltati e ora guardiamo con disperazione la situazione". Il ministro si è detto anche "molto preoccupato" dalla prospettiva di "una lunga guerra". "Quello che sta accadendo, in Medio Oriente come in Ucraina - ha sottolineato -, ci dimostra che tutta la comunità internazionale anche quando è unita nel chiedere la stessa cosa alla fine non conta nulla di fronte alla volontà di un singolo Stato che decide di fare un'azione come quella che sta accadendo in Uuraina o adesso a Rafah".
Katz annuncia misure punitive contro la Spagna
Il ministro degli Esteri israeliano Israel Katz ha annunciato misure punitive contro la Spagna in seguito al riconoscimento dello Stato palestinese. Lo riporta Ynet News.
Al consolato del Paese a Gerusalemme sarà vietato svolgere attività o fornire servizi ai residenti dell'Autorità Palestinese a causa di "incitamento e dichiarazioni antisemite di alti funzionari del governo spagnolo", secondo il Ministero degli Esteri.
L'ordine entrerà in vigore il 1 giugno. Katz ha detto che "coloro che premiano Hamas e cercano di fondare uno stato terrorista palestinese non saranno in contatto con i palestinesi".
Tajani: "Pronti ad inviare militari per la nascita dello Stato palestinese"
"Ho ribadito" al premier palestinese Mohammad Mustafa "che noi siamo pronti ad inviare anche nostri militari qualora, per preparare la nascita dello Stato palestinese una volta finita la guerra, si dia vita ad una missione dell'Onu guidata da un paese arabo". Lo ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, al suo arrivo al Consiglio Esteri.