Guerra Israele-Hamas, diffuso video soldatesse Idf rapite, Netanyahu: "Scioccato"

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Le tv israeliane hanno trasmesso il video del rapimento delle 5 soldatesse israeliane rapite dal kibbutz di Nahal Oz il 7 ottobre la cui diffusione è stata autorizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi. "Sono scioccato. Continueremo a fare di tutto per riportarle a casa", ha scritto su X il premier israeliano Netanyahu. "La brutalità dei terroristi di Hamas non fa che rafforzare la mia determinazione a lottare con tutte le mie forze fino alla sua eliminazione". Herzog: "Il mondo guardi alla crudeltà di Hamas"

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Le tv israeliane hanno trasmesso il video del rapimento delle 5 soldatesse israeliane rapite dal kibbutz di Nahal Oz il 7 ottobre la cui diffusione è stata autorizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi. Nelle terribili immagini si vedono, attorniate dai miliziani di Hamas, Liri Elbag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniela Gilboa e Naama Levy appena catturate e sanguinanti. Vengono ammanettate, fatte sedere sotto minaccia delle armi, condotte su una jeep e portate nella Striscia. Una delle frasi ripetute dai terroristi di Hamas è "cani, vi schiacceremo tutti" e ancora "siete belle sioniste". Il premier Netanyahu: "Scioccato, faremo di tutto per riportarle a casa".


"L'intenzione di diversi paesi europei di riconoscere uno Stato palestinese è una ricompensa per il terrorismo", ha detto Netanyahu aggiungendo che "l'80% dei palestinesi in Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr) sostiene il terribile massacro del 7 ottobre". "A questo male - ha denunciato - non bisogna dare un paese. Questo sarà uno Stato terrorista, tenterà di ripetere continuamente il massacro del 7 ottobre. Un premio al terrorismo non porterà la pace e non ci impedirà nemmeno di sconfiggere Hamas". 

Secondo fonti dell'intelligence Usa è stato ucciso il 30-35% - quindi un terzo - dei miliziani di Hamas nella guerra a Gaza. Lo ha riferito - ripreso dai media israeliani - il quotidiano Usa Politico sul suo sito, secondo cui il 65% dei tunnel della fazione islamica è ancora intatto.

L'Onu ha deciso di sospendere la distribuzione degli aiuti a Gaza per mancanza di sicurezza e anche gli arrivi attraverso il molo galleggiante realizzato dagli Stati Uniti sono bloccati da due giorni.  

La Norvegia, insieme  Spagna ed Irlanda, riconoscerà lo Stato palestinese dal 28 maggio. Lo hanno confermato il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Store, il premier spagnolo Pedro Sanchez e il primo ministro irlandese Simon Harris.



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La Palestina chiede alla Fifa l'esclusione di Israele dalle competizioni

Una decisione verrà presa il 20 luglio. Il presidente Gianni Infantino ha   disposto una consulenza legale indipendente per valutare la richiesta. LEGGI L'ARTICOLO

Spagna nega scalo a nave che trasporta armi per Israele

"Questa  è la prima volta che lo facciamo – ha detto il ministro degli  Esteri   Jose Manuel Albares - e sarà una politica coerente con qualsiasi  nave   che porta armi a Israele che vuole fare scalo nei porti spagnoli.  Il   Medioriente non ha bisogno di più armi, ha bisogno di più pace”. LEGGI L'ARTICOLO

Attacco Iran a Israele, la situazione un mese dopo e i possibili scenari

Il conflitto dura da 40 anni, ma dallo scorso mese ha conosciuto   un'escalation senza precedenti con attacchi missilistici e droni,   sottolineando un'ideologica ostilità persistente tra le due Nazioni.   Nonostante una tregua momentanea, le minacce nucleari iraniane   mantengono alta la tensione. GLI SCENARI

Casa Bianca, Stato palestinese solo con negoziato

Joe Biden "ritiene che uno Stato palestinese debba nascere attraverso negoziati diretti tra le parti, non attraverso il riconoscimento unilaterale". Lo ha affermato un portavoce della Casa Bianca. "Il Presidente è un fervente sostenitore di una soluzione a due Stati e lo è stato per tutta la sua carriera", ha detto Adrienne Watson, portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale della Casa Bianca, in reazione alla decisione di Spagna, Irlanda e Norvegia di riconoscere lo Stato di Palestina.

"Questa è una posizione di principio che abbiamo costantemente affermato", ha commentato il consigliere per la Sicurezza Nazionale Jake Sullivan. "Ogni Paese è libero di prendere le proprie decisioni", ha aggiunto.

Sale a 10 morti bilancio dell'operazione Israele in Cisgiordania

Il ministero della Sanità palestinese in Cisgiordania ha aggiornato a 10 il bilancio delle vittime dell'operazione dell'esercito israeliano nella città di Jenin, i feriti sono 25. Lo riferisce Times of Israel. Le forze di difesa israeliane hanno affermato di aver lanciato l'operazione in seguito a "informazioni di intelligence dello Shin Bet che indicano l'attività di terroristi armati affiliati ad Hamas e alle organizzazioni terroristiche della Jihad islamica palestinese, e la presenza di numerose infrastrutture terroristiche nell'area". Ieri le forze israeliane avevano fatto irruzione a Jenin, uccidendo otto palestinesi, tra cui un medico e un adolescente. Altri due sono stati uccisi oggi, portando a 10 il numero delle persone uccise nella città e a 516 il bilancio totale delle vittime in Cisgiordania dal 7 ottobre, aggiunge il ministero della Sanità. 


Madrid, confini della Palestina da definire dopo riconoscimento

La definizione dei confini dello Stato palestinese è una questione che si può affrontare "in una conferenza di pace", successivamente all'atto di riconoscimento da parte delle altre nazioni: lo ha sostenuto il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, intervistato in serata da radio Cadena Ser. "Si può fare un riconoscimento senza avere una definizione dei confini", ha osservato il ministro. "Nell'Ue c'è un consenso chiaro sull'idea di fare riferimento ai confini del 1967. Ma ora non è il momento. Di tutto ciò vorremmo che si parli in una conferenza di pace", ha aggiunto. 

Sullivan: "Sbagliato trattenere soldi Anp"

Sull'intenzione del Ministro delle Finanze israeliano Bezalel Smotrich di trattenere i fondi all'Autorità Palestinese, il Consigliere statunitense per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, ha dichiarato: "E' sbagliato. Su base strategica destabilizza la Cisgiordania, mina la ricerca di sicurezza e prosperita' per il popolo palestinese - che è nell'interesse di Israele - ed è sbagliato trattenere i fondi che forniscono beni e servizi di base a persone innocenti. Dal nostro punto di vista, tali fondi dovrebbero continuare a essere accompagnati da tutte le necessarie garanzie".

Polonia, la soluzione stabile sono i due Stati

"Sosterremo gli sforzi dell'Alto Rappresentante dell'Unione Europea e di altri Paesi che credono che sia necessaria una soluzione stabile e a lungo termine". Lo ha detto il ministro degli Esteri polacco Radoslaw Sikorski. "E crediamo che una soluzione così stabile e a lungo termine sarebbe l'esistenza di due Stati".

Usa, Israele non blocchi fondi per riconoscimento Palestina

Gli Stati Uniti hanno avvertito Israele di non bloccare i fondi destinati ai palestinesi come forma di ritorsione per il riconoscimento della Palestina da parte di alcuni Paesi europei. "E' sbagliato trattenere i fondi che forniscono beni e servizi di base a persone innocenti", ha sottolineato il funzionario dell'amministrazione.

Khamenei: "Vedremo il giorno della fine di Israele"

I funerali del presidente iraniano Ebrahim Raisi sono diventati l'occasione per un nuovo attacco contro Israele, questa volta soltanto verbale, da parte dell'Iran. "La promessa di eliminare Israele sarà mantenuta. Vedremo il giorno in cui la Palestina passerà dal fiume al mare", ha affermato la Guida Suprema della Repubblica islamica, Ali Khamenei, incontrando Ismail Haniyeh, il capo dell'ufficio politico di Hamas, che si è recato a Teheran per la commemorazione di Raisi e delle altre sette persone, tra cui il ministro degli Esteri Hossein Amirabdollahian, morte nello schianto dell'elicottero su cui viaggiavano domenica nel nordovest del Paese, vicino al confine con l'Azerbaigian. "Questa è la vittoria del popolo di Gaza, che ancora è un piccolo gruppo, contro i più grandi e potenti Stati Uniti, la Nato, la Gran Bretagna e alcuni altri Paesi", ha dichiarato Khamenei, dichiarandosi incredulo e piacevolmente stupito delle proteste per la Palestina da parte degli studenti universitari negli Usa e in altri Paesi occidentali. "Siamo sicuri che l'Iran continuerà a sostenere la nazione palestinese con le sue politiche, le sue strategie e i suoi valori fino a quando la bandiera della vittoria non sarà innalzata sulla moschea di Al-Aqsa", ha detto Haniyeh a Khamenei, assicurando che il presidente ad interim Mohammad Mokhber continuerà le politiche sulla Palestina "con la stessa motivazione e lo stesso spirito" di Raisi. Nell'omaggiare Raisi, Haniyeh ha ricordato come il presidente iraniano avesse "elogiato l'attacco di Hamas del 7 ottobre, definendolo una battaglia che ha preso di mira il cuore del regime sionista". 

Usa, riconoscimento Palestina? I Paesi sono liberi

"Ogni Paese è libere di decidere sulla questione". Lo ha detto il Consigliere per la sicurezza nazionale americano Jake Sullivan, in un briefing alla Casa Bianca a proposito del riconoscimento da parte di alcuni Paesi europei della Palestina. "La posizione del presidente Biden è chiara: gli Stati Uniti continuano a sostenere una soluzione a due Stati", ha sottolineato il funzionario. 

Netanyahu, scioccato da video soldatesse, faremo di tutto

"Sono scioccato dal video che documenta il rapimento delle nostre care soldatesse. Continueremo a fare di tutto per riportarle a casa". Lo scrive su X il premier israeliano Benyamin Netanyahu. "La brutalità dei terroristi di Hamas non fa che rafforzare la mia determinazione a lottare con tutte le mie forze fino all'eliminazione di Hamas, per garantire che ciò che abbiamo visto stasera non accada mai più", aggiunge il premier.

Herzog, il mondo guardi alla crudeltà di Hamas sugli ostaggi

"Il mondo deve guardare a questa crudele atrocità. Chi ha a cuore i diritti delle donne e chi crede nella libertà deve parlare apertamente e fare tutto il possibile per riportare a casa tutti i 128 ostaggi nelle mani di Hamas". E' il commento su X del presidente israeliano Isaac Herzog sul video delle 5 soldatesse israeliane rapite il 7 ottobre. "Cinque giovani donne trascinate via dai mostruosi terroristi di Hamas - spiega Herzog -. Sono state picchiate, minacciate di stupro e brutalmente prese in ostaggio dai terroristi. Liri, Karina, Agam, Daniella e Naama sono ancora nelle loro mani, lottiamo per riportarle a casa".

Israele, 3 soldati uccisi nei combattimenti a Gaza nord

Le forze armate israeliane hanno reso noto che tre soldati sono rimasti uccisi nei combattimenti nel nord di Gaza. Lo annuncia l'Idf. I soldati sono il sergente maggiore Gideon Chay DeRowe, di 33 anni, un soldato dell'unità d'élite di ingegneria di combattimento Yahalom; il capitano Israel Yudkin, di 22 anni, ufficiale della 97a divisione della Brigata Kfir; e il sergente maggiore. Eliyahau Haim Emsallem, di 21 anni, soldato della 97a divisione della Brigata Kfir. Anche questo lo rende noto l'Idf 

Diffuso video soldatesse rapite da Hamas,'vi schiacceremo'

Le tv israeliane hanno trasmesso il video del rapimento delle 5 soldatesse israeliane rapite dal kibbutz di Nahal Oz il 7 ottobre la cui diffusione è stata autorizzata dal Forum delle famiglie degli ostaggi. Nelle terribili immagini si vedono, attorniate dai miliziani di Hamas, Liri Elbag, Karina Ariev, Agam Berger, Daniela Gilboa e Naama Levy appena catturate e sanguinanti. Vengono ammanettate, fatte sedere sotto minaccia delle armi, condotte su una jeep e portate nella Striscia. Una delle frasi ripetute dai terroristi di Hamas è "cani, vi schiacceremo tutti" e ancora "siete belle sioniste". Le 5 sono ancora prigioniere a Gaza. 

Netanyahu, Stato di Palestina una ricompensa al terrorismo

"L'intenzione di diversi paesi europei di riconoscere uno Stato palestinese è una ricompensa per il terrorismo". Lo ha detto il premier Benyamin Netanyahu aggiungendo che "l'80% dei palestinesi in Giudea e Samaria (Cisgiordania, ndr) sostiene il terribile massacro del 7 ottobre". "A questo male - ha denunciato - non bisogna dare un paese. Questo sarà uno Stato terrorista, tenterà di ripetere continuamente il massacro del 7 ottobre. Un premio al terrorismo non porterà la pace e non ci impedirà nemmeno di sconfiggere Hamas". 

Fonti Egitto, 'mai modificata la proposta di tregua a Gaza'

L'Egitto non ha modificato alcuna disposizione del documento di cessate il fuoco a Gaza poi approvato da Hamas": lo assicurano fonti di Al Arabiya, smentendo affermazioni pubblicate oggi dalla Cnn secondo le quali il vice direttore dell'intelligence egiziana, Ahmed Abdel Khalek, avrebbe posto mano al testo concordato con Israele prima di sottoporlo ad Hamas.   "L'Egitto - afferma la stessa fonte - si è impegnato a costringere Hamas al rispetto del cessate il fuoco e allo scambio dei detenuti", ma - ha aggiunto - non ha avallato alcun documento che garantisse a Israele il diritto di presenza militare a Gaza in futuro".   Una fonte egiziana di alto livello ha intanto respinto, riferisce su X l'emittente statale egiziana Al Qahera - "i complotti di Israele per espellere i residenti della Striscia di Gaza nel Sinai". E ha invitato Israele "a riconsiderare il suo atteggiamento nei confronti dei 500 camion egiziani di assistenza al valico di Kerem Shalom prima di accusare l'Egitto di impedire l'accesso agli aiuti". "L'Egitto - insiste - non permetterà a Israele di raggiungere i suoi obiettivi nei territori palestinesi a scapito del Cairo". 

Unrwa, '75% popolazione Gaza costretta a spostamenti forzati'

Quasi il 75% della popolazione di Gaza è stata costretta a spostamenti forzati all'interno della Striscia dall'inizio dell'offensiva militare israeliana in risposta al massacro del 7 ottobre. Lo ha reso noto l'Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa), secondo cui molti abitanti dell'enclave sono stati costretti a muoversi in più di un'occasione a causa delle operazioni militari.

Secondo l'agenzia delle Nazioni Unite, parte della popolazione di Gaza è stata sfollata fino a quattro o cinque volte in brevi periodi di tempo. L'ultimo di questi sfollamenti di massa è avvenuto nella città di Rafah, nel sud di Gaza. "Per migliaia di famiglie palestinesi non c'è un posto dove andare: le operazioni continuano a rappresentare una minaccia continua e gli edifici si sono trasformati in macerie. Nessun posto è sicuro a Gaza", ha dichiarato l'Unrwa, secondo cui in totale circa 900mila persone, quasi la metà della popolazione totale della Striscia di Gaza, è stata costretta a lasciare Rafah dal 6 maggio, quando è iniziato il raid militare israeliano.

Schlein: "Serve riconoscimento Ue dello Stato di Palestina"

"Bene la Spagna di Pedro Sanchez, la Norvegia e l'Irlanda che riconosceranno lo Stato di Palestina. Quello che noi chiediamo è il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina per aiutare il processo di pace". Lo dice la segretaria Pd, Elly Schlein, a margine di un evento dela Cna a Roma.

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