Il leader del gruppo palestinese Haniyeh lo ha comunicato ai mediatori egiziani e del Qatar. La replica israeliana: "Gli egiziani hanno unilateralmente forzato tutti i parametri in modo che Hamas fosse d'accordo e questa proposta è inaccettabile". E un ministro aggiunge: "Hamas non ha accettato l'accordo. E' il loro solito trucco". Tel Aviv: "Avanti l'azione a Rafah ma delegazione al Cairo". Intensi raid aerei israeliani sulla parte orientale della città di Rafah. Colloquio telefonico tra Biden e Netanyahu
Ex ostaggio 18enne si arruola in Idf, miliziano Hamas la voleva in sposa
Ha deciso di arruolarsi nell'esercito israeliano la 18enne Noga Weiss, ex ostaggio di Hamas, minacciata dal suo carceriere che sarebbe diventata sua sposa e avrebbe cresciuto i suoi figli. Orfana di padre, ucciso dai miliziani di Hamas lo scorso 7 ottobre durante l'assalto al Kibbutz Be'eri, Noga era stata rapita insieme alla madre Shiri e insieme a lei liberata a novembre dopo 50 giorni di prigionia nella Striscia di Gaza. Noga ricoprirà il ruolo di mashakit tash, ovvero sottufficiale responsabile delle condizioni di servizio, una sorta di assistente sociale per i soldati.
Borrell: "Inaccettabile l'evacuazione di Rafah, l'Ue agisca"
"Gli ordini di evacuazione di Israele ai civili di Rafah fanno presagire il peggio: più guerra e carestia. È inaccettabile. Israele deve rinunciare a un'offensiva di terra e attuare la risoluzione 2728 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite. L'Ue, insieme alla Comunità internazionale, può e deve agire per evitare questo scenario". Lo scrive su X l'alto rappresentante Ue Josep Borrell.
Fonte: parti vicine a intesa ma stop con evacuazione Rafah
Israele e Hamas erano vicini a raggiungere un accordo sulla tregua a Gaza e il rilascio di ostaggi ma la decisione dell'esercito israeliano di avviare l'evacuazione dei civili palestinesi da Rafah Est porterà alla sospensione dei colloqui. Lo ha riferito il giornalista di Axios, Barak Ravid, citando una fonte del gruppo militante palestinese.
Media Israele: "Se Hamas accetta l'accordo, Rafah si ferma"
"Se Hamas accetterà un accordo" i preparativi per l'attacco a Rafah "potrebbero essere fermati". Lo ha detto, citato da Ynet, un alto funzionario israeliano aggiungendo che tutto "è reversibile".
Accampamenti pro-Palestina negli atenei di Cambridge e Oxford
Gli studenti delle università di Oxford e Cambridge hanno allestito campi filo-palestinesi, come accade da settimane nei campus americani e in altre parti del mondo. Lo riporta Sky News. I filmati pubblicati sui social media mostrano accampamenti allestiti sui prati fuori dal Kings College di Cambridge e dal Pitt Rivers Museum di Oxford. A Oxford sono comparsi cartelli legati alle ringhiere, "Accampamento di solidarietà a Gaza", mentre a Cambridge gli studenti sono stati visti legarsi sciarpe intorno alla bocca e al naso. L'organizzazione Cambridge for Palestine ha detto che una manifestazione dovrebbe iniziare in città alle 15 di questo pomeriggio.
Medio Oriente, drone di Hezbollah verso il nord di Israele: 2 feriti
Le Forze di difesa israeliana hanno riferito che ''è stato identificato un drone verso l’area di Metula, nel nord di Israele''. Si tratta, come ha sostenuto Hezbollah, di un drone che i miliziani libanesi hanno usato per prendere di mira una postazione militare israeliana.
Il Times of Israel spiega che due israeliani sono rimasti feriti nell'attacco con di droni carichi di esplosivi nella zona di Metula.
Unicef: "Rischi catastrofici per i 600mila bimbi di Rafah"
L'Unicef avverte che un assedio militare e un'incursione a Rafah comporterebbero rischi catastrofici per i 600.000 bambini che attualmente si rifugiano nell'enclave. Si stima che ora ci siano circa 1,2 milioni di persone a Rafah, la metà bambini, dove un tempo abitavano circa 250.000 persone. Per Unicef, a Rafah circa 65.000 bambini hanno una disabilità preesistente, circa 78.000 bambini hanno meno di 2 anni, almeno 8.000 bambini sotto i 2 anni soffrono di malnutrizione acuta e circa 175.000 bambini sotto i 5 anni - ovvero 9 su 10 - sono colpiti da una o più malattie infettive.
Netanyahu contestato allo Yad Vashem: "Dimettiti"
Un uomo ha contestato il premier Benyamin Netanyahu durante la cerimonia di commemorazione della Shoah a Yad Vashem, urlandogli di dimettersi. Lo mostrano alcuni video diffusi sui social e ripresi dai media. L'uomo ha gridato verso Netanyahu: "Quanti segnali ci vogliono perché un primo ministro torni a casa? Non dobbiamo andare di nuovo verso la distruzione".
L'Egitto: "Nessuno uscirebbe vivo da un'invasione a Rafah"
Una invasione di terra a Rafah sarebbe solo "una perdita assoluta" anche per Israele, "nessuno ne uscirebbe vivo", compresi gli ostaggi israeliani ed è improbabile che eventuali leader di Hamas non si siano già messi al riparo. Lo ha ribadito il capo dell'Ufficio stampa statale egiziano Diaa Rashwan in una trasmissione televisiva in onda ieri sera, aggiungendo che l'azione "metterebbe inevitabilmente a repentaglio il trattato di pace tra Egitto e Israele. Se Israele dovesse invadere Rafah nel sud di Gaza - ha detto il portavoce -, "non riuscirebbe a raggiungere i suoi obiettivi di guerra, compreso il ritorno degli ostaggi in vita". E tanto meno l'eliminazione della leadership di Hamas: "Non penso che un bambino che gioca a nascondino si posizionerebbe volentieri dove sa che sarà trovato", ha osservato Rashwan. "La leadership della resistenza non sta di certo aspettando lì". "Il mondo non tollererà ulteriori massacri e gli ostaggi potrebbero essere uccisi. Netanyahu sarà disposto a sopportarne le conseguenze?", si chiede Rashwan, sottolineando che l'invasione "metterà a repentaglio il trattato di pace tra Egitto e Israele". "Israele è stato impegnato in guerre con l'Egitto per 30 anni, dal 1948 al 1977, e poi ha vissuto in pace con l'Egitto per 45 anni", ha detto Rashwan. "Sacrificherà quei 45 anni o ne farà tesoro?". Il capo dell'ufficio stampa statale egiziano ha infine definito Netanyahu "un nuovo Nerone', imperatore romano ritenuto responsabile del grande incendio di Roma nel 64 d.C., suggerendo che "un'invasione di Rafah non comporterebbe alcun vantaggio e destabilizzerebbe ulteriormente la regione".
L'ufficio di Netanyahu: "Bugia che il premier abbia silurato l'intesa"
L'ufficio del premier Benyamin Netanyahu ha definito una completa "bugia" e un "deliberato inganno dell'opinione pubblica" le affermazioni attribuite ad una fonte israeliana secondo cui Netanyahu sarebbe il responsabile di aver silurato l'ultimo round di trattative al Cairo. "Hamas - ha detto l'ufficio del premier riferendosi probabilmente ad una notizia riportata dal New York Times - è l'unico che abbia sabotato ogni accordo non muovendosi di un millimetro dalle sue richieste estreme che nessun governo israeliano potrebbe accettare. Soprattutto quella relativa al ritiro da Gaza e la fine della guerra".
Ministero degli Esteri tedesco: "Israele sbaglia con lo stop ad Al Jazeera"
"La decisione degli enti israeliani di chiudere Al Jazeera in Israele è il segnale sbagliato". Lo ha scritto il ministero degli Esteri tedesco su X.
Crosetto: "Un attacco di Israele a Rafah? Ci preoccupa molto"
L'ipotesi di un attacco israeliano a Rafah? "Ci preoccupa, preoccupa tutti noi moltissimo. Da mesi stiamo cercando di trovare una via per una tregua e una de-scalation", un eventuale attacco di Israele a Rafah "non migliorerà la situazione nell'area, nè nell'area specifica di Gaza nè i rapporti con i vicini. Abbiamo provato a spiegare il nostro punto di vista a Israele, un paese sovrano, ci auguriamo che vengano scongiurate ulteriori conseguenze sulla popolazione civile". Lo ha detto il ministro della Difesa, Guido Crosetto, arrivando alla riunione del Gruppo speciale Mediterraneo e Medio Oriente dell' Assemblea Parlamentare presso la Nato alla Camera. "Sono lieto di collaborare con i parlamentari della Nato a delineare gli impegni che in futuro riguarderanno la nostra sicurezza e la nostra difesa anche nell'area mediterraneo. E' un incontro importante", ha detto Crosetto.
Il gabinetto di guerra vara l'azione Rafah, al via in pochi giorni
Il Gabinetto di guerra ha approvato ieri sera all'unanimità l'operazione a Rafah, di cui l'esercito ha preparato i piani. Lo hanno riferito i media secondo cui, una volta evacuata la popolazione in un'azione definita dall'Idf "limitata e temporanea", l'operazione militare dovrebbe cominciare entro pochi giorni.
Mezzaluna palestinese: "Fino a 250mila nella zona di evacuazione a Rafah"
Nell zona di evacuazione designata a Rafah ci sono "circa 250 mila persone, molte delle quali già sradicate da altre parti di Gaza". Lo ha affermato Ossama al-Kahlut, rappresentante della Mezzaluna Rossa Palestinese a Rafah est, fornendo una cifra di oltre il doppio della stima dell'Idf secondo cui dovrebbero spostarsi "circa 100 mila persone".
Hamas: "Continueremo i negoziati in modo positivo"
"Dopo l'ultimo round di negoziati al Cairo, la leadership del movimento sta portando avanti consultazioni interne e con altri gruppi". Lo ha detto ad Afp il portavoce di Hamas, Abdel Latif Al-Qanou. "Continueremo i negoziati in modo positivo e aperto per raggiungere un accordo che preveda un cessate il fuoco illimitato. Oggi l'esercito israeliano ha ordinato ai residenti di evacuare diversi quartieri nella parte orientale di Rafah, avvertendo che l'esercito si stava preparando a effettuare un'operazione militare lì. Operazione definita "una pericolosa escalation" da un altro funzionario del movimento poco fa. Ieri al Cairo si è concluso senza alcun progresso un ciclo di trattative indirette. Hamas chiede che l'accordo di tregua preveda la fine dell'offensiva israeliana nella Striscia di Gaza, cosa che Israele rifiuta, dichiarandosi determinato ad annientare Hamas.
Sanchez: "Ribadiamo la volontà di riconoscere a breve la Palestina"
Il presidente del governo spagnolo Pedro Sanchez ha ribadito la volontà della spagna di riconoscere "a breve" lo Stato Palestinese. "Questa mattina ho avuto un colloquio telefonico con il primo ministro di Irlanda, Simon Harris, sulla volontà di entrambi i governi di riconoscere lo Stato palestinese e coordinare i nostri sforzi per realizzarlo", ha dichiarato Sanchez in un post su X. Ribadendo che la soluzione dei due Stati "è la via per portare la pace, la stabilità e la sicurezza nella regione" "Siamo pronti a fare passi avanti concreti su questo tema e i nostri governi rimarranno in stretto contatto", ha dichiarato su X Harris dopo il colloquio telefonico con Sanchez, assicurando che il riconoscimento avverrà "a breve".
I media egiziani: "L'attacco a Kerem Shalom ha ostacolato i negoziati"
"Il bombardamento di Hamas sull'area di Kerem Shalom ha ostacolato i negoziati sulla tregua": è il testo di un tweet apparso per qualche minuto e poi rimosso sul profilo dell'emittente statale egiziana Al Qahera, attribuito a una "fonte di alto livello". Le fonti ufficiali hanno precisato che si tratta di dichiarazioni 'off the records'. "I negoziati sono ancora in corso e l'Egitto è in contatto con tutte le diverse parti per raggiungere un cessate il fuoco. Siamo attesa di una risposta da tutte le parti". La delegazione egiziana per la sicurezza, ha poi riferito la stessa Al Qahera, "sta intensificando i suoi contatti per contenere l'attuale escalation tra le due parti".
Macron a Xi: "Decisivo il coordinamento con la Cina su Ucraina e Medio Oriente"
Il presidente francese, Emmanuel Macron, nel corso dell'incontro a Parigi con il presidente cinese Xi Jinping, ha dichiarato che il ''coordinamento'' con la Cina su Ucraina e Medio Oriente è ''decisivo''.
Morto il quarto soldato dopo i lanci di Hamas su Kerem Shalom
C'è un quarto soldato israeliano ucciso nell'attacco di Hamas di ieri sul valico di Kerem Shalom. Lo ha fatto sapere il portavoce militare secondo cui si tratta di Michael Rozel (18 anni) della Brigata Nahal. Ieri Hamas ha lanciato almeno 15 colpi di mortaio tirati - secondo l'Idf - da 300 metri da una zona umanitaria vicino Rafah nel su della Striscia. Il bilancio è ora di 4 soldati morti e altri 8 feriti.
Khamenei: "Gli eventi di Gaza mostreranno la via da seguire"
"Quello che sta succedendo a Gaza è un segno che indicherà la via da seguire". Lo ha affermato la Guida suprema dell'Iran, Ali Kahemeni, aggiungendo che "i brutali attacchi su Gaza dei sionisti e la loro oppressione e, nello stesso tempo, la resistenza del popolo di Gaza lasceranno un grande segno nella storia". Il leader iraniano si è chiesto se "il regime sionista avesse avuto la forza, il coraggio per comportarsi in modo così barbaro" se non ci fosse stato l'aiuto degli Stati Uniti per Israele. "Riteniamo che non sia possibile trattare in modo gentile con il complice e il sostenitore dell'omicidio", ha detto Khamenei, come riporta Mehr.