Elezioni India, la gioia di votare del popolo indiano

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Jacopo Arbarello

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Il Paese è alle prese con il più grande esercizio elettorale della storia delle democrazie, con 969 milioni di persone chiamate alle urne in un processo che durerà dal 19 aprile al 1 giugno, i risultati sono attesi per il 4 di giugno

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La gioia di votare

"Per gli indiani votare è una gioia, una festa, e così la celebriamo", ci raccontano due ragazze felici all'uscita di uno dei tantissimi seggi sparsi per le città e le campagne dell'India in occasione delle elezioni parlamentari per il rinnovo dei 543 membri della Lok Sabha, la Camera bassa, che darà mandato al vincitore delle elezioni di formare un nuovo governo.

Fin dal primo mattino gli elettori, uomini, donne, famiglie, ragazzi, anziani si mettono in fila, sorridenti, documenti alla mano, per assolvere il loro dovere di cittadini: "essere indiani è il nostro dovere" sintetizza la ragazza. Subito dopo di lei un giovane uomo con innocenza ci dice che "la democrazie è il governo del popolo, per questo è così bella". L'India è indipendente dal 1947, le prime elezioni si sono avute nel 1951-52, ma ancora qui votare è una questione che si prende tremendamente sul serio.  

Le postazioni per le foto

Sono talmente entusiasti di votare, gli elettori, che la commissione elettorare ha preparato, in ogni seggio,  una postazione apposita per consentire la foto di rito, con il dito in bella mostra, marchiato dall'inchiostro indelebile che serve a impedire le votazioni plurime. Ovunque ci si mette in fila per avere un ricordo dell'avvenuta votazione, dell'avere assolto al dovere principale dei cittadini, quello di votare. L'India si vanta di essere la più grande democrazia del mondo, e senz'altro lo è per numero di votanti: 969 milioni di persone sono chiamate alle urne in un processo elettorale particolarmente complicato, che si sviluppa su sei settimane, dal 19 aprile al 1 giugno, per consentire di votare a tutti, dalle montagne dell'Himalaya alle isole Andamane nell'Oceano indiano, dalle giungle del Kerala al deserto del Rajastan. 

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15 milioni di scrutatori e addetti alla sicurezza

La commissione elettorale, che deve gestire oltre un milione di seggi e 5.5 milioni di macchine elettorali elettroniche attraverso cui gli indiani votano ormai dal 1982, ha dovuto assumere 15 milioni di persone tra scrutatori e addetti alla sicurezza. Le dimensioni e i numeri colossali del processo elettorale indiano giustificano un voto spalmato su cosi tante settimane, in sette fasi: bisogna spostare le macchine elettroniche e consentire alle forze di sicurezza di garantire un voto sicuro e senza violenze in ogni stato del paese. 

Foto di Jacopo Arbarello

Risultati il 4 giugno

I risultati sono attesi per il 4 di giugno, e al momento, stando a tutti i sondaggi, il grande favorito è il premier Modi e il suo partito, il Bjp, che governano l'India dal 2014 e puntano ad un terzo mandato consecutivo alla guida del paese. L'opposizione, guidata dall'Indian National Congress, il partito che fu di Ghandi e di Nehru, e che ha guidato l'India per circa 50 anni, appare divisa, con una coalizione composita che raggruppa 28 partiti. Ma al di là delle considerazioni politiche, quel che resta, da una giornata passata nei seggi elettorali indiani è l'atmosfera di festa, di orgoglio, di partecipazione. Il popolo indiano crede nella democrazia, a prescindere da chi vincerà poi le elezioni.

 

Foto di Jacopo Arbarello

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