Guerra Israele Hamas, Netanyahu: "Entreremo a Rafah". Gli Usa: "Siamo contrari"

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"Noi entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale". Lo ha detto il primo ministro israeliano. "Non vogliamo vedere una grande operazione di terra a Rafah": così il portavoce della Sicurezza nazionale della Casa Bianca, Kirby. Sulla tregua, una fonte diplomatica ha riferito che c'è una convergenza, ma che permangono ostacoli sulla natura a lungo termine della stessa. "Non siamo lontani da un accordo, ma non è la prima volta"

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Israele attenderà fino a domani sera una risposta da Hamas

Il governo israeliano aspetterà fino a domani sera una risposta di Hamas a una proposta di tregua a Gaza prima di decidere se mandare inviati  al Cairo per i colloqui sul cessate il fuoco. "Israele prenderà una decisione una volta che Hamas avrà fornito la sua risposta", ha detto un alto funzionario israeliano all'Afp in condizione di anonimato. "Aspetteremo le risposte fino a mercoledi' sera e poi decideremo". 

Aiuti umanitari, un molo galleggiante al largo di Gaza. VIDEO

Wsj: "Nella bozza di accordo due fasi, cessate il fuoco fino a 13 settimane"

Prevede due fasi l'ultima bozza d'accordo tra Israele e Hamas sul tavolo dei negoziatori al Cairo. Lo scrive il Wall Street Journal citando funzionari egiziani, secondo i quali la proposta - che Israele ha contribuito a redigere ma che non ha ancora accettato - prevede nella prima fase il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane in cambio della liberazione di un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La durata della prima fase potrebbe essere prolungata di un giorno per ogni altro ostaggio liberato.

La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele dovrebbero concordare un rilascio di altri ostaggi e una pausa nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno. Sebbene l'ala politica di Hamas abbia inizialmente risposto positivamente, il gruppo - sostengono le fonti egiziane - in seguito ha criticato l'assenza di riferimenti espliciti alla fine della guerra.

Bonelli: "Netanyahu folle e criminale, con lui non ci sarà mai la pace"

"Quelle pronunciate oggi da Netanyahu, che annuncia l'avvio dell'intervento militare a Rafah con o senza accordo e quindi annunciando, di fatto, un'ulteriore catastrofe umanitaria, sono parole di vera e propria follia criminale. Fin quando Netanyahu sarà al governo di Israele non ci sarà pace. L'Europa e l'Italia che non riescono a condannare Netanyahu la   smettano di dare armi ad Israele. Di fronte a questa dichiarazione folle e irresponsabile del premier israeliano Giorgia Meloni ha il dovere di dire pubblicamente che Netanyahu si deve fermare perché quello che sta facendo è un crimine contro l'umanità. Le chiediamo se ha il coraggio di compiere questo passo. Auspichiamo che il Tribunale Penale Internazionale, nelle prossime ore, emetta un mandato di arresto internazionale, perché siamo arrivati a 35 mila morti civili, in maggioranza donne e bambini, ci sono strutture sanitarie distrutte. L'obiettivo di radere al suolo Gaza, nel silenzio della comunità internazionale, è un'ipocrisia inaccettabile, il vero obiettivo di Netanyahu è espellere i palestinesi ed occupare definitivamente Gaza con i coloni una strategia genocidiale.   Così, in una nota, il co-portavoce nazionale di Europa Verde e deputato di Alleanza Verdi e Sinistra, Angelo Bonelli. 

Mar Rosso, Iran: "I Paesi del Golfo collaborino per la sicurezza"

Il ministro degli Esteri iraniano, Amir Hossein Abdollahian, ha lanciato un appello a tutti i Paesi del Golfo Persico a collaborare per garantire la sicurezza della navigazione in un'area la cui stabilità "è a rischio a causa di militari stranieri". "Interferenze di Paesi terzi, che hanno una conoscenza superficiale della realta', non ha portato ne' stabilità nè sicurezza, anzi ha aumentato i rischi e le divergenze", ha detto Abdollahian. Il capo della diplomazia di Teheran ha colto l'occasione di una conferenza andata in scena a Teheran, in occasione della giornata internazionale del Golfo Persico, per rilanciare una cooperazione tra Stati che si contrapponga alle missioni navali occidentali nell'area. "La sicurezza di quest'area, che collega Asia, Europa, Africa e Sudest asiatico è cruciale dal punto di vista strategico per il passaggio dal Mar Rosso al Mediterraneo - ha poi aggiunto Abdollahian -. L'Iran è pronto a compiere tutti gli sforzi possibili per garantire la sicurezza e la stabilità ora messe a rischio dalla presenza di militari stranieri" Le parole del ministro iraniano arrivano nelle stesse ore in cui gli Houthi, sciiti dello Yemen sostenuti da Teheran, hanno annunciato di aver portato a termine altri 4 attacchi nel Golfo con dei droni. Le rappresaglie sono partiti a novembre scorso, da allora gli Houthi hanno ripetuto di non volersi fermare fino a quando Israele continuerà ad attaccare Gaza. Gli Usa hanno risposto lanciando una coalizione internazionale per proteggere le navi in transito nel Mar Rosso. Un'iniziativa che ha mobilitato il regime iraniano, infastidito dalla presenza di navi da guerra occidentali in prossimità delle proprie acque. La missione europea 'Aspides', cui prende parte anche l'Italia, ha scopi esclusivamente difensivi e mira a intercettare attacchi di droni e razzi per consentire la sicurezza delle acque del Mar Rosso e del Golfo di Aden.

Annullata riunione di stasera del gabinetto di guerra di Israele

La riunione del gabinetto di guerra israeliano previsto per stasera è stato annullato. Lo riporta Haaretz.   Secondo indiscrezioni pubblicate stamattina dal sito di notizie Ynet, il primo tema all'ordine del giorno sarebbe stato il timore di mandati di arresto da parte della Corte penale internazionale dell'Aja (Cpi) per il premier Benyamin Netanyahu, il capo di stato maggiore Herzi Halevi e il ministro della Difesa Yoav Gallant. 

Iran: "Dai lavoratori schiaffo al nemico nonostante le sanzioni"

"Oggi, una guerra economica è stata imposta all'Iran, insieme a minacce e sanzioni, ma i lavoratori iraniani daranno un forte schiaffo ai nemici". Lo ha affermato il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, durante un incontro con un gruppo di lavoratori in occasione del primo maggio. "I nemici hanno tentato di spingere l'Iran a indietreggiare dalla sue posizioni, con sanzioni economiche e minacce, ma al contrario il Paese gode di una crescita economica e a livello di produzione, soprattutto nel settore della tecnologia", ha aggiunto Raisi, come riporta Irna, affermando che "persino durante la guerra con l'Iraq negli anni '80, i lavoratori e le fabbriche dell'Iran avevano reso il Paese indipendente dall'estero". 

G7: "Preoccupati per la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza"

“Siamo profondamente preoccupati per la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza”. Così il comunicato finale del G7 Clima, Energia e Ambiente che si chiude oggi a Venaria Reale. Nel documento finale si ricordano, quindi,  “le dichiarazioni dei leader del G7 del 6 dicembre 2023 e altre dichiarazioni rilevanti del G7 nonché la dichiarazione dei ministri dei Trasporti del G7 sull’escalation della crisi del Mar Rosso il 20 febbraio 2024, il comunicato dei ministri degli Esteri del G7 sulla situazione nel Medio Oriente adottato il 19 aprile 2024 e la risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 25 marzo 2024 che richiede per un cessate il fuoco immediato e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.

Gaza

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Trump: "Non sono sicuro che soluzione 2 stati possa ancora funzionare"

"Non sono sicuro che una soluzione dei due Stati possa ancora funzionare. Tutti parlavano della soluzione di due Stati, anche quando c'ero io. Ed io dicevo: "che cosa vi piace? vi piacciono i due Stati". E' quanto afferma Donald Trump in una lunga intervista a 360 gradi a Time in cui illustra quello che sarà il suo programma in caso di un nuovo mandato alla Casa Bianca. Un'intervista in cui assicura che, da presidente, "proteggerà Israele" in caso di una guerra con l'Iran. 

"Bibi Netanyahu è stato giustamente criticato per quello che è successo il 7 ottobre", ha detto ancora l'ex presidente che si è poi dilungato a dire, come ha fatto moltissime volte, che con lui alla Casa Bianca Hamas, e il suo sponsor iraniano, non avrebbero avuto la forza di compiere gli attacchi che hanno innescato la guerra. Ed alla domanda se pensa che potrebbe, tornato alla Casa Bianca, lavorare meglio con Benny Gantz, risponde: "credo che Gantz sia in gamba, ma non sono pronto a dire una cosa del genere, ci sono diverse brave persone che ho conosciuto in Israele che potrebbero fare un buon lavoro". 

Quando poi l'intervistatore gli chiede se a lui piaccia la soluzione dei due stati, Trump ha risposto: "dipende, c'e' stato un momento in cui ho pensato che potrebbe funzionare, ora che credo che sarebbe veramente difficile. Credo anche che ci siano sempre meno persone a cui piace l'idea" rispetto a 4 anni fa. L'ex presidente ammette, comunque, che "potrebbe non esserci un altra idea, la situazione è molto difficile". 

Netanyahu: "Iniziata l'evacuazione da Rafah, possibilità di accordo basse"

"L'evacuazione della popolazione da Rafah è già iniziata" in vista dell'avvio dell'operazione militare che "avverrà presto" e che è sostenuta da "tutti i ministri" del governo. Lo ha dichiarato il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, incontrando delegazioni dei familiari degli ostaggi tenuti a Gaza e dei parenti di soldati uccisi. Il primo ministro, citato dai media locali, ha quindi definito "estremamente bassa" la possibilità di un accordo con Hamas che porti alla liberazione degli ostaggi.

Mosca: no a mandati arresto contro Netanyahu? Usa ipocriti

Stati Uniti "ipocriti" per la loro opposizione a possibili mandati di arresto contro Benjamin Netanyahu e altre personalità israeliane nell'ambito delle indagini del Tribunale penale internazionale per i crimini commessi a Gaza. L'accusa arriva dalla portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, che sul suo account Telegram ha scritto: "Onestamente, è un segno della stratificazione delle coscienze tra gli strateghi della Casa Bianca". "Washington ha sostenuto pienamente, se non istigato, l'emissione di mandati d'arresto contro la leadership russa", ha ricordato Zakharova, prima di sottolineare che "il sistema politico statunitense non riconosce la legittimità di questa struttura nei confronti di se stesso o dei suoi satelliti", in apparente riferimento a Israele.

Media: 'Investigatori Cpi hanno testimonianze dei medici di Gaza'

Gli investigatori della Corte penale internazionale (Cpi) hanno raccolto testimonianze tra il personale dei due maggiori ospedali di Gaza. Lo riporta la Reuters sul suo sito: questa è la prima conferma che rappresentanti della Cpi hanno parlato con i medici dell'ospedale Shifa e del Nasser di possibili crimini di guerra. "Le fonti, che hanno chiesto di non essere identificate per la delicatezza dell'argomento, hanno detto che gli investigatori della Cpi hanno raccolto testimonianze dal personale che ha lavorato nel principale ospedale di Gaza City, l'Al Shifa, e nel Nasser, principale ospedale di Khan Younis", scrive Reuters.

Da Congresso Usa monito a Tpi: 'Mandati arresto contro Israele sarebbero illegali'

Cresce la preoccupazione negli Stati Uniti per una possibile azione da parte del Tribunale penale internazionale contro esponenti del governo israeliano, compreso Benjamin Netanyahu, per la guerra a Gaza. E dal Congresso Usa stanno arrivando moniti, bipartisan, riguardo ad una rappresaglia Usa in risposta ad un'eventuale mossa da parte dell'organismo giuridico internazionale, di cui, va ricordato né gli Stati Uniti né Israele fanno parte.  Secondo quanto rivela Axios, al Congresso si starebbe lavorando già ad una legge in risposta ad un'azione del tribunale, che sta indagando su accuse di crimini di guerra sia contro Hamas che contro Israele. Sempre il sito americano, ed in particolare il ben informato Barak Ravid, ha rivelato che lo stesso Netanyahu ha chiesto a Joe Biden di intervenire per impedire l'emissione di mandati di arresto. Interpellata la Casa Bianca non ha voluto commentare l'eventuale richiesta del premier israeliano, ma ha ribadito che "il Tribunale non ha giurisdizione in questa situazione e noi non sosteniamo l'indagine".  Non ha esitato invece a rilasciare una dichiarazione articolata Mike Johnson, Speaker repubblicano della Camera, che ha definito gli eventuali mandati d'arresto "una vergogna" ed "illegali". "Se non sarà fermata dall'amministrazione Biden, il Tribunale penale internazionale potrebbe creare e assumere un potere senza precedenti di emettere mandati di arresto contro leader politici americani, diplomatici americani e militari americani", ha poi aggiunto. 

Wsj: 'Tregua in due fasi, prima 3 settimane poi 10'

Nei negoziati per la tregua a Gaza la proposta che Israele ha contribuito a formulare ma che non ha ancora accettato, come d'altra parte Hamas, prevedrebbe due fasi: la prima implicherebbe il rilascio di almeno 20 ostaggi in tre settimane per un numero imprecisato di prigionieri palestinesi. La seconda fase includerebbe un cessate il fuoco di 10 settimane durante le quali Hamas e Israele si accorderebbero su un rilascio più ampio di ostaggi e su una pausa prolungata nei combattimenti che potrebbe durare fino a un anno. Lo riporta il Wsj. La durata della prima fase potrebbe essere prolungata di un giorno per ogni altro ostaggio.

G7: preoccupati per devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza

“Siamo profondamente preoccupati per la devastante e crescente crisi umanitaria a Gaza”. Così il comunicato finale del G7 Clima, Energia e Ambiente che si chiude oggi a Venaria Reale. Nel documento finale si ricordano, quindi,  “le dichiarazioni dei leader del G7 del 6 dicembre 2023 e altre dichiarazioni rilevanti del G7 nonché la dichiarazione dei ministri dei Trasporti del G7 sull’escalation della crisi del Mar Rosso il 20 febbraio 2024, il comunicato dei ministri degli Esteri del G7 sulla situazione nel Medio Oriente adottato il 19 aprile 2024 e la risoluzione 2728 del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite del 25 marzo 2024 che richiede per un cessate il fuoco immediato e il rilascio immediato e incondizionato di tutti gli ostaggi”.

Amnesty: 'Biden fermi invio armi ad Israele, le usa contro civili palestinesi'

Israele ha usato le armi fornite dagli Stati Uniti contro civili palestinesi in una potenziale violazione della legge internazionale. E' quanto conclude un nuovo rapporto di Amnesty International che esorta Joe Biden a interrompere l'invio di aiuti militare all'alleati. Nel rapporto, in cui si raggiungono conclusioni simile a quelle di altre valutazioni indipendenti di esperte e di gruppi della società civile, si afferma che le forze israeliane hanno usato armi di fabbricazione Usa, tra le quali le munizioni di tipo  Joint Direct Attack Munitions (JDAMs) e le Small Diameter Bombs (SDBs), per condurre attacchi illegali contro civili, che, secondo Amnesty, dovrebbero essere indagati come potenziali crimini di guerra. I fatti presi in analisi nel rapporto "rivelano un sistema generalizzato di attacchi illegali da parte delle forze israeliane ed il rischio altamente elevato che armi di fabbricazione Usa ed altro materiale e servizi forniti al governo israeliano siano usati in violazione della legge internazionale", scrive ancora Amnesty. Che conclude: "il governo degli Stati Uniti deve immediatamente sospendere il trasferimento di tutte le armi ed altro materiale al governo israeliano fino quando il rispetto della legge umanitaria e dei diritti umani non sia dimostrata". Dal governo israeliano si replica che Israele rispetta le leggi dei conflitti armati ed è Hamas ad usare le vittime civili come "arma di propaganda": "mentre Israele cerca di minimizzare le vittime civili perché è la cosa giusta da fare - continua la fonte del governo israeliano - Hamas cerca di massimizzare le vittime civili, prendendo di mira i civili israeliani ed usando i civili palestinesi e gli ostaggi israeliani come scudi umani".


Netanyahu: "Entreremo a Rafah e annienteremo Hamas"

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha dichiarato, durante un incontro con i rappresentanti delle famiglie degli ostaggi e delle famiglie, che "l'idea di porre fine alla guerra prima di raggiungere tutti i nostri obiettivi è inaccettabile. Noi entreremo a Rafah e annienteremo tutti i battaglioni di Hamas presenti lì, con o senza un accordo, per ottenere la vittoria totale".

Proteste pro Gaza, Onu: 'Preoccupati delle azioni della polizia nelle università'

Le Nazioni Unite sono "preoccupate" per l'"impatto sproporzionato" degli interventi della polizia nei campus universitari degli Stati Uniti per allontanare i manifestanti filo-palestinesi, secondo una dichiarazione rilasciata oggi a Ginevra. "Sono preoccupato per il fatto che alcune misure adottate dalle forze dell'ordine in una serie di università sembrano aver avuto un impatto sproporzionato", ha dichiarato l'Alto Commissario delle Nazioni Unite per i diritti umani, Volker Türk.

Da Gaza arrivati a Trieste otto bambini malati con le famiglie

Sono arrivati nella notte a Trieste otto bambini palestinesi - cinque con ferite di varia entità e amputazioni e tre affetti da gravi patologie - da Gaza insieme con le famiglie. I piccoli verranno curati all'Irccs Burlo Garofalo per poi trovare accoglienza in alcune famiglie e da religiose in Fvg. Sono arrivati grazie a una complessa operazione umanitaria che non ha uguali finora in Italia, come sottolinea il sito del quotidiano Il Piccolo. Complessivamente sono 21 le persone giunte al Trieste Airport nella notte con un aereo privato, che ha ottenuto il difficile via libera dall'Egitto per atterrare in una base militare. Allo scalo di Ronchi i bimbi e le famiglie sono stati presi in carico da ambulanze e automezzi messi a disposizione dalla Regione tramite la Protezione civile e portati all'ospedale Burlo di Trieste per una prima visita. A rendere possibile questa operazione, precisa Il Piccolo, è stata la Ong inglese Save a Child, guidata da Sally Becker, organizzazione con cui collabora Marino Andolina, ex pediatra del Burlo, in pensione, che con la Ong è andato in vari teatri di guerra, incluso l'Iraq ai tempi dell'Isis.

Media: assalitore Gerusalemme è un cittadino turco

E' un cittadino turco entrato in Israele con un visto turistico il presunto assalitore che ha ferito in modo moderato un agente di polizia nei pressi di uno degli ingressi alla Città Vecchia di Gerusalemme. Lo riferiscono fonti citate dal portale di notizie Walla ed il sito di Haaretz.

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