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Iran Israele, media: l'esercito israeliano è pronto per entrare a Rafah

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La cittadina è considerata l'ultimo bastione di Hamas nella Striscia di Gaza. L'operazione sarà lanciata non appena ci sarà l'approvazione del governo. La Casa Bianca: "Restiamo contrari a un'operazione a Rafah". Il capo della diplomazia israeliana ha ringraziato il Senato Usa per l'approvazione di un aiuto militare da 13 miliardi di dollari. Ondata di attacchi in Libano dopo un lancio di razzi. Biden assicura che i primi aiuti a Israele partiranno nelle prossime ore

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Israele mobilita due brigate di riservisti per dispiegamento a Gaza

I militari israeliani hanno annunciato la mobilitazione di due brigate di riservisti, pronte al ridispiegamento nella Striscia di Gaza. Le Idf sono pronte a schierare due brigate di riservisti, la 679esima brigata corazzata 'Yiftah' e la seconda brigata di fanteria 'Carmeli', scrive il Times of Israel, citando i militari che precisano che le unità "si sono preparate nelle ultime settimane per la missione nella Striscia di Gaza" e si sono esercitate su "tecniche di battaglia".

Il giornale evidenzia come il dispiegamento avvenga mentre "le Idf si preparano a nuove offensive a Gaza, anche nella città di Rafah" nel contesto delle operazioni avviate contro Hamas dopo l'attacco del 7 ottobre in Israele. Il Jerusalem Post precisa che le due brigate verranno trasferite nella Striscia di Gaza dal nord di Israele, a ridosso del confine con il Libano, per "continuare la missione di difesa e attacco" nell'enclave palestinese.

Khamenei: "L'Iran non si piegherà mai alla prepotenza delle sanzioni"

"Le sanzioni dei Paesi occidentali mirano a esercitare pressioni sull'Iran per far sì che il Paese segua le loro politiche coloniali e arroganti, ma è chiaro che l'Iran non si piegherà mai a queste prepotenze": lo ha dichiarato il leader iraniano Ali Khamenei in un incontro con un gruppo di lavoratori, in occasione della Settimana del Lavoro.   Riferendosi alle recenti sanzioni imposte all'Iran dagli Stati Uniti e dagli Stati europei per il recente attacco dell'Iran a Israele e per il suo ruolo nella crisi di Gaza, il leader, citato dalla tv di Stato, ha sottolineato: "Una nazione viva crea opportunità dall'ostilità dei suoi nemici, come in Iran che, nonostante le sanzioni, ha ottenuto grandi risultati, anche nel settore delle armi".   "Le sanzioni puntano a costringere l'Iran a seguire i dettati delle potenze coloniali e arroganti", ha detto Khamenei, aggiungendo che "è impossibile sottomettere al bullismo la grande nazione dell'Iran e il suo sistema islamico". 

Blinken in Cina, focus su Gaza e Kiev con nodo Taiwan

Medio Oriente, Ucraina, le pratiche commerciali e Taiwan. Sono questi i temi che il segretario di Stato Usa, Antony Blinken, affronterà nella sua visita in Cina, che inizia oggi. Blinken dovrà esercitare tutta la sua influenza per convincere Pechino a smorzare le tensioni tra Iran e Israele, ma farà anche pressione per l'Ucraina, approfittando dei rapporti privilegiati della Cina con la Russia. Poi la questione Taiwan, che ancora oggi è riemersa dopo lo stanziamento di 8 miliardi varati ieri sera dal Congresso americano a sostegno dell'isola. Blinken sottolineerà "l'importanza di garantire la pace e la stabilita' nello Stretto di Taiwan" in vista dell'insediamento del presidente eletto Lai Ching-te il 20 maggio prossimo. Altre questioni in agenda riguardano i diritti umani nello Xinjiang, la lotta congiunta al narcotraffico, il rafforzamento della comunicazione tra i vertici della difesa e l'avvio dei colloqui sui rischi presentati dall'intelligenza artificiale.

Pizzaballa: "La pace in Terra Santa arriverà solo dal basso"

"Il dopo sarà durissimo. Intanto spero che chi è uscito da Gaza possa, e voglia ritornare. Ricostruire Gaza richiederà decenni. Non c'è più niente: case, strade, infrastrutture. Occorrerà uno sforzo enorme internazionale". Il Patriarca di Gerusalemme, il cardinale Pierbattista Pizzaballa, dopo duecento giorni di guerra, è intervistato dai media vaticani e da Avvenire e parla della fase più difficile del dopo guerra. "Non è immaginabile che la gente dorma in una tenda per anni. Ma credo che, più in generale, tutto dovrà essere rifondato non solo lì, anche in Palestina e in Israele. Occorre veramente mettere un punto alla storia e ricominciare tutto daccapo e su basi nuove e diverse dal passato", ha sottolineato. "Penso che tutto quello che è successo in questi sei mesi abbia mostrato in modo evidente l'ineluttabilita' della soluzione dei 'due stati'. Non c'è alternativa ai due stati che il permanere della guerra". 

Il Papa: "Israele e Palestina siano due Stati liberi con buoni rapporti’"

“Israele e la Palestina siano due Stati liberi e con buoni rapporti”. Lo sottolinea il Papa al termine dell’udienza generale rinnovando il suo appello per la pace. “Il mio pensiero  - dice Bergoglio - va alla martoriata Ucraina, alla Palestina, a Israele, al Myanmar, che sono in guerra, e a tanti altri paesi. La guerra sempre e’ una sconfitta in cui chi guadagna di più sono i fabbricanti di armi. Per favore, preghiamo per la pace. Preghiamo per Gaza, si soffre tanto li’ nella guerra, preghiamo per la pace tra Palestina e Israele: che siano due Stati liberi e con buoni rapporti. Preghiamo per la pace”. 

Papa Francesco

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Hamas: "30 ufficiali dello Shin Bet tra gli ostaggi. Sinwar comanda a Gaza"

"Hamas detiene 30 ufficiali e agenti dello Shin Bet che sono stati catturati il 7 ottobre e sono sottoposti a un livello di sicurezza estremamente elevato. Sono lontani da Israele e impossibili da raggiungere". Lo ha detto un alto funzionario di Hamas in una intervista al quotidiano londinese Al-Arabi Al-Jadid del Qatar. Il funzionario ha aggiunto che il leader di Hamas Yahya Sinwar continua a comandare l'organizzazione a Gaza e sarebbe ancheaddirittura uscito dai tunnel in cui si nascondeva per pattugliare le zone di battaglia in superficie. La fonte di Hamas ha anche aggiunto che il numero degli ostaggi vivi è significativamente superiore a 20, anche se non è possibile dire il numero esatto. Inoltre, Hamas si è offerta di rilasciare 40 ostaggi nella prima fase dell'accordo e non 20 come riportato in Israele. Il funzionario di Hamas ha affermato che il primo ministro Benjamin Netanyahu tiene sotto un velo di segretezza le identità di alcuni militari nelle mani di Hamas. Secondo lui, "il governo israeliano mente alle famiglie degli ostaggi e le manipola nel tentativo di cambiare l'opinione pubblica e sottrarsi al proprio dovere di rilasciare gli ostaggi". 

Il Papa: "Per favore preghiamo per la pace in Medioriente, Ucraina e Myanmar"

"E poi il pensiero va alla martoriata Ucraina, alla Palestina, a Israele, al Myanmar che sono in guerra e tanti altri paesi. La guerra sempre è una sconfitta e coloro che guadagnano di piu sono i fabricatori delle armi. Per favore preghiamo per la pace, preghiamo". E' l'accorato appello di Papa Francesco al termine dell'Udienza Generale. "Preghiamo per la martoriata Ucraina, soffre tanto, tanto... i soldati giovani vanno a morire. Preghiamo. E preghiamo anche per il Medio Oriente, per Gaza, si soffre tanto l' nella guerra... (preghiamo) per la pace fra Palestina e Israele, che siano due Stati, liberi e con buoni rapporti. Preghiamo per la pace", ha aggiunto il Pontefice.

Usa, oltre 100 arresti nel corso delle proteste contro il voto sugli aiuti a Israele.

Circa 2mila persone si sono radunate a Brooklyn davanti all'abitazione di Chuck Schumer, il leader dei democratici al Senato. Nelle stesse ore il Congresso ha approvato il massiccio pacchetto di fondi che include miliardi in assistenza militare a Israele. LE FOTO

Iran agli Usa: "Lasciate manifestare gli studenti pro Palestina"

"Il governo degli Usa dovrebbe rispettare le richieste e i diritti legali degli studenti universitari che sostengono la Palestina e dovrebbe garantire il diritto alla libertà di espressione e ad organizzare raduni". Lo ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri iraniano, Nasser Kanani, in riferimento all'arresto di decine universitari americani nei giorni scorsi, durante manifestazioni a sostegno della Palestina. "La repressione e gli arresti di studenti rappresentano una violenta violazione del diritto di voto, della libertà di espressione e dei Diritti umani", ha aggiunto Kanani, sul suo account X, affermando che "gli Usa non possono cancellare il loro ruolo in quanto sostenitori del genocidio sionista dei palestinesi creando un'atmosfera soffocante e mettendo a tacere i manifestanti". Secondo quanto riporta Irna, concludendo ieri la sua visita in Pakistan, anche il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha criticato l'arresto degli universitari. "Gli Studenti sono stati espulsi dall'Università semplicemente per avere sostenuto il popolo oppresso di Gaza. È questa la libertà di pensiero?", ha chiesto polemicamente Raisi, aggiungendo che il sostegno per le uccisioni da parte di Israele ha rivelato che gli Usa e l'Occidente sono "i più grandi profanatori dei Diritti Umani, nonostante sostengano di essere difensori di questi diritti". 

Isw: "Un non meglio specificato funzionario della sicurezza di Israele ha ribadito al Wall Street Journal l'intenzione israeliana di condurre un'operazione di sgombero a Rafah"

Borrell: "Gaza rimane l'epicentro della tensione regionale"

"Gaza rimane l'epicentro della tensione regionale, da li parte l'onda d'urto che destabilizza la regione, e così rimarrà cosi finché continua la guerra, e finché il conflitto israelo-palestinese non sarà risolto.  Quindi dobbiamo essere capaci di costruire pace nella regione considerando il conflitto in corso". Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, durante il dibattito in aula sulla crisi Israele-Iran, a Strasburgo. 

Libano, Hezbollah lancia razzi contro una caserma di Israele

Gli Hezbollah libanesi hanno annunciato poco fa di aver lanciato una serie di razzi contro una base militare israeliana a ridosso della linea di demarcazione tra Libano e Israele.   Secondo il comunicato, l'attacco ha preso di mira la località di Shtula, in Alta Galilea. E questo, affermano gli Hezbollah, in risposta all'uccisione ieri da parte di Israele di due civili - una donna e una bambina - a Hanin, nel distretto meridionale di Bint Jbeil. 

Borrell: "Con l'Iran le sanzioni non bastano, usare la diplomazia"

"Dobbiamo capire che le sanzioni da sole non rappresentano uno strumento politico e non bastano per la deterrenza con l'Iran. Oltre alle sanzioni serve la diplomazia, questo è il momento della diplomazia questo, bisogna profondere il massimo sforzo diplomatico per agire e calmare la situazione e chiedere a tutti di svolgere il proprio ruolo. L'Ue tiene aperti i canali diplomatici con tutte le parti". Lo ha detto l'Alto rappresentante Ue, Josep Borrell, durante il dibattito in aula sulla crisi Israele-Iran, a Strasburgo. 

Borrell

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La Giamaica riconosce lo Stato di Palestina

Il governo della Giamaica ha annunciato la decisione di riconoscere lo Stato di Palestina e ha ribadito il suo sostegno alla soluzione dei due Stati come "l'unica opzione praticabile" per risolvere il conflitto, inaspritosi il 7 ottobre in seguito agli attacchi di Hamas e alla successiva offensiva militare israeliana contro la Striscia di Gaza. "La Giamaica continua a sostenere la soluzione dei due Stati come l'unica opzione praticabile per risolvere il conflitto di lunga data, garantire la sicurezza di Israele e rispettare la dignità e i diritti dei palestinesi", ha affermato il ministro degli Esteri giamaicano Kamina Johnson Smith.

Pertanto, ha sottolineato che, "con il riconoscimento dello Stato di Palestina, la Giamaica rafforza la sua difesa di una soluzione pacifica" e ha aggiunto che "ciò è in linea con il fermo impegno della Giamaica nei confronti dei principi della Carta delle Nazioni Unite, che cerca di generare reciprocità rispetto e la convivenza pacifica tra gli Stati, riconoscendo il diritto dei popoli all’autodeterminazione”. Johnson Smith ha sottolineato che la decisione è anche motivata dalle preoccupazioni della Giamaica per l'offensiva contro Gaza e la crisi umanitaria nell'enclave, così come dalla sua difesa di un modo pacifico di risolvere il conflitto attraverso il dialogo, invece che con mezzi militari.

Media, operazione dell'esercito israeliano a Rafah "molto presto"

L'esercito israeliano si sta preparando a iniziare l'operazione di terra a Rafah "molto presto", iniziando con una massiccia evacuazione di oltre un milione di palestinesi: lo ha riferito martedì sera la tv Kan, citando due funzionari americani.  Secondo le fonti, nelle prossime quattro o cinque settimane i palestinesi dovranno evacuare nei complessi di tende allestiti dalle organizzazioni umanitarie internazionali. Il piano per l'operazione Rafah è stato presentato ai funzionari americani e ad altre agenzie nella regione, ha osservato Kan. Secondo il piano, l'operazione andrà avanti per fasi, sulla base di una divisione della città di Gaza in aree definite. 

Germania: "Pronti a riprendere la collaborazione con l'Unwra"

Il governo tedesco prevede di riprendere la cooperazione con l'Unrwa, l'agenzia delle Nazioni Unite per i palestinesi a Gaza. Lo hanno affermato in una dichiarazione congiunta i ministeri degli Esteri e dello Sviluppo. La decisione fa seguito a un'indagine condotta dall'ex ministro degli Esteri francese Catherine Colonna sul coinvolgimento di alcuni dipendenti dell'UNRWA in organizzazioni terroristiche. A gennaio, la Germania, insieme ad altri 15 paesi, tra cui l'Italia, aveva sospeso i finanziamenti all'agenzia nel contesto di un'indagine sulle accuse secondo cui 12 dei suoi dipendenti avrebbero partecipato all'attacco del 7 ottobre contro Israele. 

Medio Oriente, l'Onu chiede un'“inchiesta internazionale” sulle fosse comuni. VIDEO

Il presidente di Israele ringrazia il Senato Usa per gli aiuti

Il presidente israeliano Isaac Herzog ha ringraziato il Senato degli Stati Uniti per aver approvato un pacchetto di finanziamenti che include 26 miliardi di dollari per Israele.  "Grazie ai membri del Senato degli Stati Uniti, di entrambe le parti, per l'ampio e deciso sostegno al pacchetto di aiuti a Israele", ha dichiarato Herzog. "Insieme siamo uniti di fronte a coloro che minacciano i nostri valori condivisi". Il pacchetto fornirà 26,4 miliardi di dollari per aiutare Israele, tra cui 4 miliardi di dollari per i sistemi di difesa missilistica Iron Dome e David's Sling e 1,2 miliardi di dollari per il sistema di difesa Iron Beam, che contrasta le minacce di razzi e mortai a corto raggio. 

Il ministro della Diaspora di Israele: "Voterei per Trump"

"Se potessi voterei per Trump, non per Biden". Lo ha detto il ministro israeliano per gli Affari della diaspora Amichai Chikli, del partito Likud di Benjanin Netanyahu. In una intervista all'emittente pubblica israeliana Kan rilanciata dai media israeliani, Chikli ha detto che mentre Biden è "personalmente amico di Israele, è soggetto a pressioni molto forti che lo influenzano e causano danni reali alle relazioni" tra Israele e America. Secondo Chikli, l'attuale politica di Biden non consente a Israele di operare come vorrebbe a Rafah, nel sud di Gaza. "Se guardi alla strategia di Biden - in Afghanistan, in Ucraina, cosa sta succedendo in Medio Oriente - abbiamo visto molta violenza", ha continuato Chikli. "Biden ha detto non fare a Hezbollah, e conosciamo i risultati, ha detto non fare all'Iran, e abbiamo visto il risultato. Non penso che gli Stati Uniti, sotto la sua guida, irradino potere, e questo è qualcosa che danneggia lo Stato di Israele", ha aggiunto. 

Medioriente, l'Argentina presenta richiesta ufficiale per l'arresto del ministro degli Interni iraniano

L'Argentina ha presentato una richiesta ufficiale per l'arresto del ministro dell'Interno iraniano ed ex comandante della Forza Quds Ahmad Vahidi per il suo ruolo nell'attentato dell'Amia, a Buenos Aires, nel 1994. Lo ha reso noto il ministero degli Esteri argentino. 

Vahidi, ex capo della Forza extraterritoriale Quds delle Guardie Rivoluzionarie, è sospettato di essere responsabile dell'attacco. Buenos Aires chiede anche ai governi del Pakistan e dello Sri Lanka, dove Vahidi si trova al momento, di arrestare il ministro. 

Nel 1994, un camion carico di esplosivo entrò nel centro ebraico Amia ed esplose, provocando 85 morti e 300 feriti. Argentina e Israele sospettano da tempo che Hezbollah abbia effettuato l'attacco su richiesta dell'Iran.

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