Via libera del parlamento inglese al controverso provvedimento per mandare nel Paese africano i migranti giunti illegalmente in Regno Unito attraverso la Manica. Le istituzioni internazionali stigmatizzano la decisione e chiedono a Londra di ritirare il piano
Via libera al controverso piano del governo britannico che prevede il trasferimento in Ruanda dei richiedenti asilo giunti illegalmente nel Regno Unito (LO SPECIALE MIGRANTI). Dopo un rimpallo tra le Camere dei Lord e dei Comuni durato fino a tarda notte, il provvedimento voluto dal premier Rishi Sunak e dai conservatori al potere ha avuto l'ok del Parlamento. Ma le polemiche non accennano ad arrestarsi: il Consiglio d'Europa, ossia l'organismo di Strasburgo deputato alla tutela dei diritti umani, ha subito chiesto al governo britannico di ritirare il piano. E così anche l'Onu, che parla di "precedente pericoloso".
Il "ping pong parlamentare"
I membri non eletti della Camera alta, che esaminano le proposte legislative, hanno ripetutamente rimandato il provvedimento ai parlamentari della Camera bassa, ma alla fine hanno accettato di non apportare ulteriori modifiche, garantendo quindi che il dl diventi legge con il consenso reale. In sostanza, si è realizzato un processo noto come "ping pong parlamentare". La Camera dei Lord, infatti, ha inizialmente ritenuto il piano "inadeguato", specie nella parte in cui viene affermato che il Ruanda è un Paese "sicuro". Ma i parlamentari della Camera dei comuni, dove i conservatori hanno la maggioranza, hanno votato contro ogni emendamento e hanno chiesto ai Lord di ripensarci. Circostanza che poi si è realizzata, ponendo fine allo stallo.
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Cosa prevede il piano
Il piano di Sunak e dei conservatori vede il fulcro principale nel dichiarare il Ruanda, nazione dell'Africa orientale, un Paese terzo "sicuro" nel quale trasferire quote di richiedenti asilo sbarcati illegalmente nel Regno Unito. Il provvedimento vuole inoltre dare ai decisori in materia di richieste di asilo il potere di ignorare sezioni del diritto internazionale e nazionale sui diritti umani: questo al fine di "aggirare" una sentenza della Corte suprema del Regno Unito, secondo cui l'invio di migranti con un "biglietto di sola andata" per Kigali è illegale. Da tempo il governo di Sunak viene sottoposto a pressioni per ridurre il numero record di richiedenti asilo che attraversano la Manica dal Nord della Francia su piccole imbarcazioni, specialmente a seguito della promessa di un approccio più duro all'immigrazione dopo che la Brexit.
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Onu e Consiglio d'Europa: "Sunak ritiri il piano"
Come accennato, le polemiche sul piano migranti di Sunak non si affievoliscono. Anzi, dopo il via libera parlamentare, l'Onu ha invitato il governo inglese a riconsiderare il piano, spiegando che tale provvedimento minaccia lo stato di diritto e costituisce "un pericoloso precedente a livello globale". L'Alto commissario per i diritti umani, Volker Türk, e il suo omologo responsabile per i rifugiati, Filippo Grandi, hanno invitato Sunak a "prendere invece misure pratiche per combattere i flussi irregolari di rifugiati e migranti, sulla base della cooperazione internazionale e del rispetto del diritto internazionale dei diritti umani". Sulla scia dell'Onu anche il responsabile per i diritti umani del Consiglio d'Europa, Michael O'Flaherty, che ha chiesto a Sunak di ritirare il piano: "Il Regno Unito deve astenersi dall'espellere le persone in Ruanda ed evitare l'attacco all'indipendenza della magistratura che tale disegno di legge costituisce". Anche il Regno Unito fa parte del Consiglio d'Europa, insieme ad altri 45 Stati.