La pioggia artificiale tra le cause dell'alluvione a Dubai? Come funziona il cloud seeding

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Sulla metropoli degli Emirati Arabi Uniti tra lunedì e martedì sono piovuti 142 millimetri di pioggia, l'equivalente della media di un anno e mezzo. Come ha spiegato all'agenzia Bloomberg un esperto del National center of metereology emiratino (Ncm), l'inseminazione delle nuvole potrebbe aver esacerbato le condizioni. Al momento degli acquazzoni c'erano grosse quantità di polvere dal deserto

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Le forti piogge che martedì 16 aprile hanno allagato Dubai portano in queste ore a chiedersi cosa abbia scatenato una precipitazione descritta dal governo come la "più forte" degli ultimi 75 anni. Sulla città degli Emirati Arabi Uniti sono caduti 142 millimetri di pioggia causando allagamenti sulle principali arterie stradali e sull'aeroporto internazionale. Esperti del servizio meteologico emiratino (Ncm) sottolineano come la pratica del "cloud seeding" potrebbe aver esarcebato le condizioni meteo sulla metropoli che lo scorso dicembre ha ospitato la Cop28.


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Cos'è il cloud seeding?

Per combattere la siccità cronica che affligge l'area del Golfo Persico, da decenni gli Emirati Arabi Uniti ricorrono alla tecnica del "cloud seeding", la stimolazione di pioggia artificiale attraverso l'inseminazione delle nuvole. Sostanze come ioduro d'argento, ioduro di potassio e propano liquido vengono disperse nell'atmosfera fornendo nuclei che favoriscono l'insorgere di precipitazioni. Come spiega Ahmed Habib, meteorologo specialista dell’Ncm, in un'intervista all'agenzia statunitense Bloomberg, "nei due giorni precedenti all'alluvione gli aerei di semina hanno effettuato sette missioni". Secondo alcuni esperti questa pratica potrebbe aver contribuito ad esarcebare la precipitazione che in poco più di 24 ore ha portato una quantità di pioggia corrispondente alla media di un anno e mezzo.

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Alluvione Dubai, polvere dal deserto in quantità

Anche se il cloud seeding potrebbe essere stato in parte un fattore responsabile, le condizioni atmosferiche estreme sulla metropoli emiratina hanno fatto il resto. Come afferma il meteorologo Jeff Berardelli al momento della bomba d'acqua, su Dubai era presente una "quantità eccessiva di polvere del deserto sospesa nell’aria".

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