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Guerra Israele-Hamas, Gantz: "Restiamo liberi di agire a Gaza, anche a Rafah"

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Biden: "Israele accetti tregua di sei-otto settimane. Non ci sono scuse per non inviare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza". Hamas afferma che, al momento, non è in grado di identificare e rintracciare i 40 ostaggi israeliani necessari per la prima fase dell'accordo di cessate il fuoco. Lo riporta la Cnn, che cita un funzionario israeliano e una fonte vicina ai negoziati. Il leader di Hamas Ismail Haniyeh conferma l'uccisione dei suoi tre figli

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Sunak difende la decisione di Londra di continuare a vendere armi a Israele

Rishi Sunak ha difeso la decisione del Regno Unito di non sospendere la vendita di armi a Israele, affermando che "nessuno dei nostri più stretti alleati" ha interrotto le licenze di esportazione esistenti, ma ha aggiunto che Benjamin Netanyahu "deve fare di più" per alleviare le sofferenze a Gaza. In una dichiarazione alla radio londinese Lbc, Sunak ha definito una "tragedia scioccante" la morte di sette operatori umanitari, tre dei quali britannici, nel raid aereo israeliano a Gaza la scorsa settimana, evento che Netanyahu ha definito un incidente. Gli operatori umanitari "hanno svolto altruisticamente missioni di aiuto a Gaza e ho anche più volte affermato che la situazione a Gaza e' sempre più intollerabile, la sofferenza umanitaria che le persone stanno vivendo non è giusta e il primo ministro Netanyahu deve fare di più per alleviarla. Glielo ha detto molto chiaramente", ha aggiunto il capo del governo. 

Sunak

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Gallant smentisce Netanyahu: "Non c'è una data per l'invasione di Rafah"

Il ministro della Difesa israeliano smentisce le parole del premier Banjamin Netanyahu. Yoav Gallant ha detto al suo omologo americano Lloyd Austin che Israele non ha deciso esattamente quando invaderà il distretto meridionale di Rafah, a Gaza, secondo fonti citate dal The Times of Israel e Haaretz.

La dichiarazione del ministro della Difesa israeliano è in conflitto con le precedenti affermazioni di Netanyahu secondo cui Israele ha già fissato una data per l’operazione e "nessuna forza al mondo ci fermerà". Il piano annunciato da Israele di invadere Rafah, dove sono ammassati circa 1,4 milioni di palestinesi sfollati, ha suscitato il timore di una catastrofe umanitaria.

Un’invasione porterebbe a "una catastrofe insondabile, un disastro umano oltre ogni immaginazione", ha avvertito Rik Peeperkorn, rappresentante dell’Organizzazione Mondiale della Sanità nei territori palestinesi occupati con sede a Rafah.

Netanyahu

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Sanchez: "La risposta sproporzionata di Israele rischia di destabilizzare il mondo"

La ''risposta sproporzionata'' di Israele all'attacco subito da Hamas lo scorso 7 ottobre rischia di ''destabilizzare il Medio Oriente e, di conseguenza, il mondo intero''. Lo ha dichiarato il primo ministro spagnolo Pedro Sanchez riferendo in Parlamento e affermando che il riconoscimento di uno Stato palestinese è ''nell’interesse geopolitico dell’Europa''. E ''la Spagna è pronta a riconoscere uno Stato palestinese'', ha ribadito.

Ong: "Hezbollah e milizie filo-Iran si addestrano in Siria"

Gruppi degli Hezbollah libanesi e milizie irachene filo-iraniane si addestrano nella Siria centrale. Lo riferisce l'Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria, secondo cui le manovre militari si svolgono in questi giorni nella regione centro-orientale di Homs.   Nelle ultime ore, Israele ha riferito di aver preso di mira postazioni di Hezbollah in Siria senza precisare il luogo dell'attacco. E nella giornata di ieri otto miliziani filo-iraniani sono stati uccisi a coltellate da loro rivali siriani nel distretto orientale di Mayadin.

Ynet: "Per Israele negoziati danneggiati dal ritiro da Khan Younis e dagli aiuti a Gaza"

Il ritiro dei militari delle Forze di difesa israeliane (Idf) da Khan Younis e l'ingresso di maggiori aiuti nella Striscia di Gaza sarebbero, secondo Israele, le ragioni che hanno portato al fallimento dell'accordo con Hamas per un cessate il fuoco e il rilascio degli ostaggi. Lo scrive il sito di Ynet citando funzionari israeliani secondo i quali ora Hamas non scenderà a compromessi e queste concessioni ''hanno realmente danneggiato i negoziati''.

"Abbiamo rinunciato alla nostra forte merce di scambio per niente" e ora la posizione di Hamas è ancora più difficile da decifrare, scrive Ynet citando "fonti israeliane". ''Hamas insiste con le sue richieste per la fine della guerra e il ritiro delle truppe, ed è determinato a giocare brutti scherzi con i mediatori'', aggiungono le fonti.

Sanchez: "La Spagna è pronta a riconoscere lo Stato palestinese"

"La Spagna è  preparata per riconoscere lo Stato palestinese", perché la soluzione dei due Stati per porre fine al conflitto israelo-palestinese possa "farsi strada". Il premier spagnolo Pedro Sanchez ha ribadito oggi le sue linee in politica estera in un'audizione al Congresso dei deputati per riferire sull'ultimo Consiglio Europeo e sul suo viaggio recente in Marocco. Sanchez ha ricordato l'accordo raggiunto con gli omologhi di Irlanda, Slovenia e Malta per promuovere il riconoscimento dello Stato palestinese e ha annunciato che nel suo prossimo tour, in programma venerdì, rinnoverà l'appello a riconoscere la Palestina ad altri leader europei. "Lo farò perché è la cosa giusta, è quello che reclama la maggioranza della società e per l'interesse geopolitico di Europa", ha detto il leader socialista. "La comunità internazionale non potrà aiutare lo Stato palestinese se non riconosce prima la sua esistenza", ha aggiunto. 

Medioriente, Biden: "Su Gaza Netanyahu sta sbagliando". VIDEO

Raid di Israele contro sito militare di Hezbollah in Siria

Le Forze di difesa israeliane hanno compiuto questa mattina un raid aereo contro una ''infrastruttura militare'' usata dal gruppo libanese di Hezbollah in Siria. "Le Forze di difesa israeliane hanno attacco una infrastruttura militare situata in territorio siriano e che, secondo informazioni di intelligence, era usata dall'organizzazione terroristica di Hezbollah'', si legge su 'X'.

L'Idf ha inoltre ricordato che considera il governo siriano "responsabile" di "tutto ciò che accade" sul suo territorio e ha dichiarato che non consentirà l'insediamento di Hezbollah nel paese.

Soldati Israele

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Media: "Hamas disposto a rilasciare ostaggi prima del cessate il fuoco"

Hamas sarebbe disposto a prendere in considerazione un accordo che preveda il rilascio di alcuni ostaggi in cambio del ritiro graduale dei militari delle Forze di difesa israeliane (Idf) prima di un cessate il fuoco permanente e del ritorno degli sfollati nel nord della Striscia di Gaza. Lo scrive il quotidiano libanese al-Akhbar parlando di un rilascio ''proporzionato'' dei prigionieri palestinesi. Secondo le fonti, Hamas sarebbe disposto a rilasciare tutti i prigionieri, compresi i soldati e i corpi senza vita, in tre fasi da 42 giorni ciascuna.

Il giornale, citando ''fonti coinvolte nei negoziati in corso'', afferma che Hamas ha detto al Qatar e all'Egitto di non essere interessato ad alcuna ulteriore discussione a meno che le sue condizioni non siano soddisfatte, sostenendo che questa è la stessa posizione presentata nell’ultimo round di colloqui. "I partiti arabi e internazionali non riusciranno a modificare la posizione", ha detto una fonte ad Al-Akhbar.

Il presidente dell'Iran ai musulmani: "Sostenete i palestinesi"

Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi, ha invitato i musulmani di tutto il mondo a sostenere i palestinesi, in particolare coloro che sono in prima linea nella lotta contro "l'occupazione del regime sionista e i suoi crimini in corso a Gaza". "Sostenere i palestinesi non è solo un dovere religioso ma morale per i musulmani ed è una coscienza per l'umanità", ha affermato in un messaggio ai musulmani, congratulandosi per la festa dell'Eid al-Fitr, che segna la fine del mese di digiuno del Ramadan. "Prego per la vittoria di tutti i musulmani nel mondo, in particolare del popolo palestinese, che è ancora bersaglio di oppressione e violenza da parte del regime occupante sionista", ha aggiunto, citato dall'agenzia di stampa Irna. 

Katz a Khamenei: "Israele risponderà ad attacco Iran"

''Se l’Iran attacca dal proprio territorio, Israele risponderà e attaccherà in Iran''. Così in un tweet il ministro israeliano degli Esteri Israel Katz in ebraico e persiano, taggando il leader supremo iraniano, l'Ayatollah Ali Khamenei. Poche ore prima la Guida spirituale dell'Iran aveva detto che "Israele deve essere punito e sarà punito" per il raid aereo che ha distrutto il consolato iraniano in Siria.

Israele a Khamenei: "Se ci attaccate, noi reagiremo"

"Se l'Iran attacca dal suo territorio, Israele reagirà e attaccherà in Iran": questa la riposta su X, in farsi, del ministro degli Esteri Israel Katz alle parole della Guida Suprema dell'Iran Alì Khamenei. In una intervista radiofonica, Katz ha poi ribadito che 'l'Iran è la testa del serpente". 

Media: "Hamas non vuole rilasciare 40 ostaggi vivi"

Nell'ambito del negoziato per arrivare a un accordo di tregua nella Striscia di Gaza, Israele ha detto ad Hamas che deve rilasciare 40 ostaggi vivi; ma il movimento islamista si rifiuta perche' per farlo dovrebbe rimettere in libertà i soldati maschi israeliani, dal momento che il movimento non ha 40 persone 'fragili' (tra anziani, donne e soldatesse) ancora in vita. Hamas non vuole rilasciare i soldati maschi catturati il 7 ottobre e quindi vorrebbe ridare la liberta' a meno di 40 ostaggi. Secondo l'emittente israeliana Kan, è questo tema il più grande ostacolo nei colloqui in corso al Cairo. In precedenza, l'emittente televisiva qatariota Al Jazeera aveva reso noto che i negoziatori hanno presentato alle parti una nuova proposta, che dovrebbe essere attuata in tre fasi. Nella prima fase, Hamas rilascerà 40 ostaggi israeliani in cambio della libertà restituita a 900 prigionieri palestinesi, tra i quali 100 condannati all'ergastolo. In ballo, tra le richieste del movimento islamista, anche il ritorno degli sfollati nella parte settentrionale dell'enclave e il passaggio quotidiano di 500 camion con aiuti umanitari. Inoltre, i mediatori hanno proposto la creazione di una zona di sicurezza intorno alle principali autostrade della Striscia: l'autostrada Salah al-Din e la via Al-Rashid, che collegano le parti settentrionali e meridionali dell'enclave. Secondo la proposta, le forze israeliane dovrebbero essere posizionate a una distanza di 500 metri dalle autostrade attraverso le quali gli sfollati interni potrebbero tornare nel nord della Striscia.

Guerra Medioriente, parti distanti per il cessate il fuoco. VIDEO

Aiuti a Gaza, Israele si deve spiegare dinanzi alla Corte Suprema

Il governo israeliano deve rispondere oggi dinanzi alla Corte Suprema che, su richiesta di un gruppo di ong, gli ha ordinato di giustificare la sua politica umanitaria nella Striscia. Il 18 marzo, cinque ong hanno infatti presentato una petizione alla Corte Suprema nella speranza che le autorità "rispettino i loro obblighi di potenza occupante" e forniscano tutta l'assistenza necessaria alla popolazione civile della Striscia di Gaza. Dopo una prima udienza la scorsa settimana, la Corte ha dato tempo al governo fino a oggi, 10 aprile, per rispondere a una serie di domande. Sono i temi sui quali Israele da settimane viene incalzato da buona parte della comunità internazionale: ovvero quali misure intende l'esecutivo per aumentare l'accesso agli aiuti? Quali sono gli ostacoli che le ong devono affrontare? Quante richieste di coordinamento e di erogazione degli aiuti sono state respinte e per quale motivo? I firmatari avranno quindi cinque giorni di tempo per rispondere alle argomentazioni del governo, prima di una decisione del tribunale. 

Khamenei: "Israele sarà punito per l'attacco al consolato"

"Il malvagio regime di Israele, che ha commesso un errore attaccando i locali del consolato iraniano a Damasco, sarà sicuramente punito perché le sedi diplomatiche di Paesi di tutto il mondo sono considerate territorio di quei Paesi e l'attacco israeliano è stato in realtà un attacco contro il territorio iraniano": lo ha ribadito oggi la Guida suprema dell'Iran, Ali Khamenei, durante la preghiera dell'Eid al-Fitr. 

Biden: "Israele accetti tregua di sei/otto settimane"

Il presidente Usa Joe Biden ha chiesto a Israele di accettare un cessate il fuoco "di sei, otto settimane" e sottolineato che "non ci sono scuse" per non inviare aiuti umanitari nella Striscia di Gaza. "Quello che chiedo è che gli israeliani chiedano un cessate il fuoco, che consentano per le prossime sei, otto settimane l'accesso totale a tutto il cibo e alle medicine che entrano nel Paese", ha detto Biden in un'intervista all'emittente spagnola Univision.

"Ho parlato con tutti, dai sauditi ai giordani agli egiziani. Sono pronti a entrare, sono pronti a trasportare cibo. E penso che non ci siano scuse per non provvedere alle necessità mediche e alimentari di queste persone. Dovrebbe essere fatto ora". 

Biden

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Biden: "Sia Eid di pace e dignità, vicino a musulmani di Gaza e Sudan"

Il presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha rivolto un pensiero speciale per i palestinesi della Striscia di Gaza durante i suoi auguri per l’Eid al-Fitr, che segna la fine del mese sacro all'Islam di Ramadan. ''Mentre le famiglie e le comunità musulmane si riuniscono per l’Eid al-Fitr, stanno anche riflettendo anche sul dolore provato da così tanti. I miei pensieri vanno a coloro che in tutto il mondo sopportano conflitti, fame e sfollamenti, anche in luoghi come Gaza e il Sudan', ha scritto Biden in un post su X.

''Ora è il momento di impegnarsi nuovamente nell’opera di costruzione della pace e di difesa della dignità di tutti'', ha aggiunto.

Medioriente, l'Irlanda "si appresta a riconoscere uno Stato palestinese"

L'Irlanda si sta preparando a riconoscere uno Stato palestinese nelle prossime settimane. Lo ha annunciato a Dublino il ministro degli Esteri Micheal Martin, che ha spiegato di voler presentare al governo una proposta formale una volta completate le "discussioni internazionali più ampie". "Non ho dubbi che il riconoscimento dello Stato palestinese avrà luogo", ha detto in un discorso al parlamento irlandese. Ritardare il riconoscimento "non è più nè credibile nè sostenibile", secondo il ministro. Martin ha poi dichiarato al sito di notizie irlandese The Journal che la proposta formale sarà avanzata "nelle prossime settimane". Ha detto di aver discusso del riconoscimento con altri paesi coinvolti in iniziative di pace negli ultimi sei mesi. "Non c'è dubbio che siano stati commessi crimini di guerra e condanno categoricamente i continui bombardamenti sulla popolazione di Gaza", ha affermato Martin. Il riconoscimento dello Stato "potrebbe servire da catalizzatore per aiutare il popolo di Gaza e della Cisgiordania e per portare avanti un'iniziativa di pace a guida araba", ha aggiunto. 

Usa, distrutto missile Houthi diretto a nave nel Golfo di Aden

La Marina americana ha riferito di aver distrutto un missile balistico lanciato dai miliziani yemeniti Houthi e che mirava a colpire la nave MV Yorktown nel Golfo di Aden. Su 'X' il Centcom, il Comando Centrale degli Stati Uniti, ha dichiarato che non sono stati segnalati feriti o danni a navi statunitensi, della coalizione o commerciali nell'incidente.

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