Dopo il raid al consolato iraniano a Damasco, da Teheran sono arrivati messaggi minacciosi. Si sono diffusi allarmi per possibili attacchi in risposta. Una trentina di sedi diplomatiche israeliane sono state quindi chiuse, tra cui l'ambasciata nella capitale italiana, nei pressi di Villa Borghese
Circa 30 ambasciate israeliane sono state chiuse nel mondo nel timore di attacchi per le minacce iraniane in seguito al raid al consolato iraniano a Damasco che ha ucciso, tra gli altri, 7 membri dei Pasdaran. La notizia è stata riferita per prima da Haaretz che ha citato una fonte diplomatica secondo cui le misure di sicurezza sono state accresciute in tutte le istituzioni israeliane nel mondo dallo scorso 7 ottobre (CONFLITTO IN MEDIORIENTE: LO SPECIALE - GLI AGGIORNAMENTI). Tra le sedi diplomatiche interessate dalla decisione anche l'ambasciata israeliana a Roma in via Michele Mercati, nei pressi di Villa Borghese.
Le minacce dell’Iran
Negli ultimi giorni si sono moltiplicati i messaggi minacciosi dell’Iran (e dei suoi alleati). Ad esempio oggi il leader degli Hezbollah libanesi, Hasan Nasrallah, in un discorso televisivo, ha detto che Teheran “risponderà senza dubbio all'attacco israeliano contro il consolato iraniano a Damasco. Solo Khamenei può decidere come, quando e dove ci sarà la risposta dell'Iran a Israele. L'attacco al consolato iraniano costituisce una svolta nella guerra in corso e la regione è entrata in una nuova fase”. Il comandante delle Guardie della rivoluzione iraniana, il maggior generale Hossein Salami, ha invece detto che "nessuna azione da parte di qualunque nemico contro la nostra sacra istituzione resterà senza risposta". Il presidente iraniano, Ebrahim Raisi rimarca: “I crimini del regime sionista vanno avanti da 75 anni e, se Dio vuole, ci sarà una vittoria finale da parte del popolo palestinese e dei musulmani”.