Elezioni Slovacchia, domani ballottaggio tra il liberista Korcok e il populista Pellegrini

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Bratislava è al bivio tra un candidato presidente europeista e uno che, leader del partito Voce al governo con Robert Fico, strizza l'occhio alla Russia di Putin. Al primo turno, a sorpresa, Korcok era in vantaggio con il 42,51% delle preferenze, contro il 37,02% del suo avversario

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Un candidato liberale ed europeista, Ivan Korčok, e uno populista e filorusso, Peter Pellegrini. È la scelta che ha davanti la Slovacchia alla vigilia del ballottaggio per le elezioni presidenziali che si terranno domani, 6 aprile. Al primo turno Korčok, ex ministro degli Esteri e diplomatico di lungo corso, sostenuto dall’opposizione, è risultato - un po' a sorpresa - in vantaggio con il 42,51%, contro il 37,02% di Pellegrini. Entrambi erano però ben lontani dalla maggioranza assoluta richiesta del 50%+1 per poter vincere le elezioni. Questa è la sesta volta che i cittadini slovacchi votano per eleggere il loro presidente da quando il Paese, nel 1993, si separò dalla Repubblica Ceca.

La questione ucraina

L’appuntamento elettorale è delicato. Se a spuntarla fosse Pellegrini, leader del partito di governo Hlas (Voce) guidato dal premier Robert Fico, la Slovacchia si troverebbe sia con un esecutivo che con un presidente populisti. Entrambi mettono in dubbio la sovranità dell’Ucraina e strizzano l’occhio alla Russia di Putin: in carica dall'anno scorso, Fico si è caratterizzato assieme al primo ministro ungherese Viktor Orbán come uno dei leader più favorevoli alla Russia nell'Europa orientale, andando anche a porre fine agli aiuti militari a Kiev. La presidenza di Korčok, candidato indipendente, sarebbe invece più in linea con quella dell’uscente Zuzana Čaputová, attivista per i diritti umani e fissa su posizioni pro-Ucraina, che - critica nei confronti del governo di Fico, in carica da ottobre 2023 - ha scelto di non candidarsi per un secondo mandato. 

Il ruolo del presidente in Slovacchia 

Avere una classe politica tutta a trazione populista potrebbe avere conseguenze dirette anche sul processo legislativo e su altre questioni interne alla Slovacchia. Nonostante l’incarico sia principalmente cerimoniale, il presidente ha infatti il compito di ratificare i trattati internazionali, di nominare i giudici chiave e di comandare le forze armate. Può poi porre il veto sulle leggi adottate dal Parlamento, come fatto da Čaputová lo scorso mese per sospendere la parte della revisione del codice penale che andava a complicare le indagini – e quindi le sanzioni – in tema di corruzione. Durante la campagna elettorale Pellegrini ha già fatto sapere che non intenderebbe agire allo stesso modo con altri progetti controversi, come quello che darebbe al premier Fico il controllo della tv pubblica, creando di fatto un potenziale scontro con l'Ue, di cui la Slovacchia è membro dal 2004.  L'idea di un contrappeso al governo, aveva detto a gennaio, "è assolutamente sbagliata" e promette solo "conflitti tra le istituzioni". 

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