Guerra Gaza, Gantz: "Israele a elezioni anticipate a settembre". Likud: governo va avanti

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E' la prima volta che il leader centrista israeliano e ministro del Gabinetto di Guerra, in testa ad ogni sondaggio, chiede le elezioni anticipate. Ma il partito di Netanyahu dice no. Sdegno unanime per la morte dei sette volontari della ong statunitense che distribuivano cibo ed aiuti umanitari. "Questo incidente è stato un grave errore, non sarebbe dovuto accadere", ha dichiarato il capo di Stato Maggiore israeliano. Il premier israeliano ha promesso un'indagine per chiarire le responsabilità

 

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Media: domani nuovo colloquio tra Biden e Netanyahu

Ci sarà domani un nuovo colloquio tra il presidente degli Stati Uniti, Joe Biden, ed il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu. Lo ha riferito Axios, citando un funzionario israeliano.

Papa Francesco: “Profondo rammarico per i volontari uccisi a Gaza”

Lo ha detto il Pontefice al termine dell’udienza generale in Piazza San Pietro. “Prego per loro e le loro famiglie, rinnovo l'appello a che sia permesso a quella popolazione civile stremata e sofferente l'accesso agli aiuti umanitari e che siano subito rilasciati gli ostaggi", ha poi aggiunto. Dedicando, quindi, la catechesi al tema della giustizia. LEGGI L'ARTICOLO

Gantz, 'dobbiamo andare a elezioni anticipate a settembre'

"Dovremmo concordare una data delle elezioni generali per settembre prossimo". Lo ha detto a sorpresa il leader centrista israeliano e ministro del Gabinetto di Guerra, Benny Gantz in una conferenza stampa. E' la prima volta che Gantz, in testa ad ogni sondaggio, chiede le elezioni anticipate. 

'L'Idf si prepara a richiamare gruppi di ortodossi alla leva'

L'Idf sta avviando le procedure per richiamare alla leva gruppi di ebrei religiosi, non più esentati dal servizio militare. La mossa - ricordano i media - arriva dopo l'ordinanza provvisoria della Corte Suprema che dal 1 aprile ha tagliato i fondi del governo alle scuole religiose (yeshivà), la cui frequenza consentiva a gruppi di ebrei ortodossi di essere esentati dal servizio militare. La questione dovrà essere affrontata dal governo nell'ambito di una riforma generale della leva per i religiosi. Questione mai risolta finora dall'esecutivo per la presenza nella maggioranza di due forti partiti religiosi.  Da giorni gli ortodossi protestano contro l'ordinanza ed è improbabile - secondo i media - che la polizia militare arresti i renitenti alla leva.

Haniyeh,'senza il ritiro di Israele da Gaza niente intesa'

Un "cessate il fuoco permanente, il ritiro globale e completo del nemico dalla Striscia di Gaza, il ritorno di tutti gli sfollati alle loro case, la rimozione del blocco". Queste le condizioni ribadite dal leader di Hamas Ismail Haniyeh, nel nuovo round di negoziati al Cairo, per l'accordo con Israele che porti al rilascio degli ostaggi e alla tregua a Gaza. Hanyeh ha parlato alla tv in occasione della 'Giornata per Gerusalemme'. 

Varsavia convoca l'ambasciatore israeliano

Varsavia ha convocato l'ambasciatore israeliano dopo l'uccisione di 7 operatori di World Central Kitche (Wck) ieri a Gaza, tra i quali un cittadino polacco. Lo rende noto il ministero. Stamattina il primo ministro polacco, Donald Tusk, ha dichiarato che l'attacco e la reazione di Israele all'attacco stanno mettendo "alla prova" la solidarietà con questo Paese.

Aboul Gheit, 'omicidio a sangue freddo degli operatori Wck'

Il segretario generale della Lega Araba, Ahmed Aboul Gheit, ha condannato con la massima fermezza l'assassinio a sangue freddo da parte di Israele di 7 operatori umanitari dell'organizzazione World Central Kitchen in un attacco aereo su Deir al-Balah, nella Striscia di Gaza centrale. Lo rende norto il portavoce, Jamal Rushdi. Secondo Gheit, riferisce il portavoce, "questo massacro fornisce un'ulteriore prova della natura totalmente casuale delle operazioni di occupazione israeliane nella Striscia di Gaza, e che i sette operatori umanitari sono stati uccisi, come centinaia di altri operatori umanitari e decine di migliaia di civili palestinesi, a sangue freddo, senza il minimo rispetto per le leggi di guerra o il minimo scrupolo di coscienza". Il portavoce ha confermato che circa duecento operatori umanitari sono stati uccisi dall'inizio della guerra nella Striscia di Gaza, tra cui circa 176 membri del personale dell'Unrwa, un numero senza precedenti in qualsiasi conflitto del XXI secolo e un pericoloso precedente. Il portavoce ha spiegato che Aboul Gheit ha chiesto un'inchiesta internazionale imparziale su questo incidente, mettendo in dubbio la credibilità delle indagini israeliane e ricordando precedenti episodi in cui "i crimini dell'esercito di occupazione sono stati coperti, come quello che ha preso di mira la giornalista Sherine Abu Aqla nella Cisgiordania occupata". 

Operatori Gb a Gaza tutti ex militari, 'uccisi da raid disumano'

Tre ex militari, reduci da teatri come l'ex Jugoslavia o l'Afghanistan, uccisi di fatto a tradimento durante una missione umanitaria concordata e autorizzata. E' lo scenario tratteggiato oggi dai media del Regno Unito e dalle famiglie dei tre britannici rimasti vittime - con altri 4 volontari - del raid israeliano contro il convoglio della ong americana Wck impegnata a portare aiuti alimentari ai civili palestinesi nella Striscia di Gaza.   Dopo la reazione dei parenti del 47enne James Kirby, che hanno denunciato l'episodio come frutto di una "violenza insensata", sono arrivate quelle di familiari, conoscenti ed ex commilitoni del 57enne John Chapman e del 33enne James Henderson: anche loro veterani dell'esercito di Sua Maestà assoldati dopo il congedo in Polonia dalla compagnia di sicurezza privata Social Global e chiamati a proteggere sul terreno gli attivisti di Wck in missione a Gaza; ma impotenti di fronte all'insistito lancio dei missili d'Israele dal cielo. "John è morto mentre cercava di aiutare la gente, bersaglio di un'azione disumana", ha scritto in particolare la famiglia di Chapman, il più esperto del gruppo. Ricordando il congiunto ucciso alla stregua "di un eroe" (come fatto da parenti e amici degli altri caduti per i loro cari), ma ricordandone pure "il sorriso e il coraggio" ed evidenziando "lo shock devastante" per l'accaduto. 

Attacco Houthi alle milizie fedeli al governo yemenita, 11 morti

Un attacco a sorpresa degli Houthi nelle prime ore del mattino ha ucciso 11 combattenti fedeli al governo yemenita nel sud del Paese. Lo ha reso noto un portavoce delle forze del sud. Mohammed al-Naqib del principale gruppo separatista meridionale, il Consiglio di transizione meridionale (Stc), ha affermato che i loro combattenti erano l'obiettivo dell'attacco avvenuto nella provincia di Lahij. Undici di loro sono stati uccisi mentre respingevano i ribelli, ha aggiunto al-Naqib. Un ufficiale militare ha confermato il bilancio, dicendo che i lealisti del governo hanno sventato l'attacco degli Houthi, che è durato cinque ore, affermando inoltre che sono stati uccisi anche diversi ribelli, ma senza fornirne una cifra complessiva. Gli scontri odierni hanno avuto luogo vicino ai confini provinciali di Taez, un governatorato in prima linea diviso tra il controllo dei ribelli e quello del governo. L'attacco arriva nonostante una pausa nei combattimenti che si è protratta nello Yemen dopo la scadenza di una tregua di sei mesi mediata nell'aprile 2022. Sebbene le ostilità siano rimaste basse, sporadiche fiammate hanno occasionalmente colpito Parti del paese. Nel marzo dello scorso anno, almeno 10 soldati sono stati uccisi negli scontri con gli Houthi nella provincia di Marib, produttrice di petrolio, una delle principali regioni critiche. Gli Houthi hanno preso il controllo della capitale dello Yemen, Sanaa, nel 2014, provocando un intervento militare guidato dall'Arabia Saudita l'anno successivo. 

Mattarella, violenza a Gaza ostacolo a sicurezza Israele

Siamo "preoccupati per la situazione in Medio Oriente dopo la nefasta giornata di vergogna del 7 ottobre, un giorno di onta, con attacchi di Hamas contro inermi cittadini, bambini, donne e anziani e poi con la reazione di Israele con sofferenze gravissime per la popolazione di Gaza. Una condizione che rischia di creare ostacoli anzichè agevolare la prospettiva di sicurezza di Israele e la possibilità di costruire uno stato palestinese, per cui resta solo la soluzione 'due popoli due stati'. Lo ha detto il presidente Sergio Mattarella parlando da Abidjan, prima tappa della sua visita in Africa. 

Sirene di allarme ripetute nel nord di Israele

Le sirene di allarme anti razzi sono risuonate per varie volte in pochi minuti nel nord di Israele. Lo ha fatto sapere il portavoce militare. Alcuni media sospettano una infiltrazione aerea, ma non ci sono conferme dell'esercito. 

Cameron: "Inchiesta sia veloce su terribili eventi che hanno portato a morte cooperanti"

Londra vuole "vedere molto, molto rapidamente" la "completa, urgente e trasparente" inchiesta sui "terribili eventi" che hanno portato alla morte dei sette operatori umanitari di World Central Kitchen, tra i quali tre cittadini britannici. Lo ha detto il ministro degli Esteri, David Cameron, riferendo, oggi prima dell'inizio del vertice Nato a Bruxelles, del colloquio con l'ambasciatore israeliano a Londra convocato ieri.  "I terribili eventi di questi due giorni sono un momento in cui dobbiamo piangere la perdita di questi coraggiosi operatori umanitari, tra i quali 3 cittadini britannici che sono stati tragicamente uccisi", ha detto ancora Cameron che ha anche sottolineato l'impegno per far arrivare più aiuti a Gaza, affermando che questo è "essenziale" e che il governo britannico controllerà "in modo attento" che questo avvenga. "Ci sono state promesse queste cose anche in precedenza - ha concluso - e veramente abbiamo bisogno che succeda, compresa l'apertura prolungata dei valichi vitali". 

Albares. "Riconosceremo Palestina, Sanchez è stato chiaro"

"Riconosceremo la Palestina come uno Stato sovrano, pertanto, uno Stato sovrano ha il suo posto tra tutte le nazioni del pianeta nelle Nazioni Unite". E' quanto ha detto il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ribadendo, prima del vertice della Nato a Bruxelles, che il premier Pedro Sanchez "è stato molto chiaro" sull'intenzione di riconoscere la Palestina prima del mese di luglio.

Gaza, quasi 33mila i palestinesi uccisi dal 7 ottobre

Sono quasi 33mila i palestinesi che hanno perso la vita nella Striscia di Gaza dall'inizio della rappresaglia israeliana per l'attacco subito da Hamas lo scorso 7 ottobre. Lo ha reso noto il ministero della Sanità di Gaza aggiornano il bilancio a 32.975 morti e a 75.577 feriti. Nelle ultime 24 ore 59 palestinesi sono stati uccisi e altri 83 feriti.

Ambasciatrice: "Israele sempre pronto a uno scontro con l'Iran"

Israele è "sempre pronto" a uno scontro militare diretto con l'Iran. Lo ha detto l'ambasciatrice a Mosca, Simona Halperin, in una conferenza stampa. Lo Stato ebraico "è sempre pronto e in preparazione" per un'eventuale guerra con Teheran, ha affermato la diplomatica, rispondendo a una domanda della Tass in proposito. 

Biden incontra leader comunità islamica, medico palestinese se ne va per protesta

Un medico americano palestinese ha lasciato in segno di protesta per la guerra a Gaza l'incontro alla Casa Bianca tra Joe Biden e leader ed esponenti della comunità islamica. Lo ha rivelato alla Cnn lo stesso Thaer Ahmad, un medico del pronto soccorso di Chicago che nei mesi scorsi è stato in missione a Gaza, spiegando di aver lasciato l'incontro a cui hanno partecipato anche la vice presidente Kamala Harris, e il consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, ed altri esponenti dell'amministrazione. 

L'incontro doveva essere la cena di Iftar che ormai da anno si celebra alla Casa Bianca durante il Ramadan, ma i partecipanti, spiega la Cnn, hanno preferito che fosse un semplice incontro, sentendosi a disagio nel partecipare ad un ricevimento mentre centinaia di migliaia di persone a Gaza muoiono di fame. 

A conferma dei rapporti sempre più difficili tra l'amministrazione Biden e la comunità arabo americana ed islamica, che accusa la Casa Bianca per il continuo sostegno militare a Israele, alcuni leader hanno declinato l'invito del presidente Biden. Tra questi, Salima Suswell, la presidente del Black Muslim Leadership Council.

Berlino: "Preoccupano le misure sulla stampa in Israele"

"La libertà della stampa è un bene prezioso. E il pluralismo è parte fondante di una democrazia. Israele si intende come un democrazia e lo è. Quindi apprendiamo con preoccupazione dell'accaduto". Lo ha detto il portavoce della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, rispondendo in conferenza stampa a una domanda sulla legge che permette al governo israeliano di chiudere emittenti straniere che danneggino la sicurezza dello Stato. A proposito di Al Jazeera, nel mirino della legge, il portavoce ha ricordato che il governo tedesco ha rilasciato interviste all'emittente del Qatar e di non condividere i sospetti su eventuali collusioni con il terrorismo. 

Berlino: "La situazione umanitaria a Gaza è catastrofica"

"Diciamo da settimane che la situazione umanitaria nella Striscia di Gaza è catastrofica". Lo ha ribadito un portavoce della ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock, in conferenza stampa a Berlino. "La situazione umanitaria è tremenda, e c'è il rischio che peggiori. E questo è spaventoso", ha aggiunto. Commentando la morte dei sette operatori di World Central Kitchen, uccisi nel raid di Israele, ha affermato "è chiaro che errori fatali del genere non debbano più ripetersi". 

Gaza

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Berlino: "Anche Israele deve evitare una escalation nella regione"

"Abbiamo sempre nuovamente sottolineato che tutti gli attori nella regione debbano assolutamente evitare un'escalation. Questo vale per tutti, e quindi anche per Israele". Lo ha detto un portavoce della ministra degli Esteri tedesca, Annalena Baerbock, rispondendo a una domanda in conferenza stampa a Berlino sui rischi e i timori relativi a un eventuale conflitto diretto fra Israele e l'Iran. 

Unrwa: "Israele continua a negare l'accesso nostri aiuti nel nord di Gaza"

Israele continua a impedire all’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi di portare cibo e altri aiuti nel nord di Gaza, dove la fame è più diffusa. Lo afferma l’Unrwa, aggiungendo che la quantità di aiuti che entrano a Gaza è rimasta nel suo complesso bassa, con una media di 161 camion al giorno che per tutto marzo hanno raggiunto l’enclave, ben al di sotto dell’obiettivo di 500 convogli.

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