Sindrome dell'Avana, "c'è Mosca dietro gli strani malesseri degli agenti Usa": l'inchiesta
MondoSecondo un'indagine di un gruppo di giornalisti investigativi, la causa dei misteriosi malesseri comparsi per la prima volta fra i diplomatici americani nella capitale di Cuba sarebbe "un'arma energetica usata da un'unità d'intelligence russa di sabotaggio, la Gru 29155". Mosca nega qualsiasi coinvolgimento
"Dietro alla Sindrome dell'Avana c'è l'intelligence russa". È questa la conclusione a cui è arrivata una lunga inchiesta realizzata da Insider - gruppo di giornalisti investigativi con sede a Riga, in Lettonia - in collaborazione con il quotidiano tedesco Der Spiegel e la trasmissione televisiva 60Minutes della Cbs. I misteriosi malesseri che per la prima volta sono comparsi fra diplomatici americani nella capitale di Cuba sarebbero opera "di un'unità d'intelligence russa di sabotaggio, la Gru 29155", che userebbe "armi ad energia diretta". Mosca nega qualsiasi coinvolgimento.
Cos'è la Sindrome dell'Avana e quali sintomi dà
Comparsa nel 2016 in alcuni membri del personale dell'ambasciata statunitense di L'Avana, questa presunta sindrome comporta strani malesseri come vertigini, mal di testa, nausea e stanchezza, fino a perdite di memoria e alterazioni sensoriali (come deficit all'udito). Gli effetti a lungo termine sarebbero gravi, tra cui danni cerebrali e gravi lesioni permanenti. Oltre a quella di Cuba, altre sedi diplomatiche americane in giro per il mondo - Berlino, Vienna e la cinese Guangzhou - sono state interessate da questo fenomeno. Secondo gli esperti, tra le possibili cause sono "armi energetiche" a base di ultrasioni usate dai governi stranieri. Ma fino ad adesso nessuna inchiesta aveva portato a dei risultati in tal senso. Fino, appunto, a quella di Insider.
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La testimonianza di un'agente Fbi
Secondo il gruppo di giornalisti investigativi, la chiave del legame con l'intelligence di Mosca sarebbe Vitaly Kovalev, uno chef russo arrestato per guida pericolosa in auto in Florida nel 2020. L'uomo, in realtà, "sarebbe una spia russa". A scoprirlo un'agente dell'Fbi, denominata Carrie, che ha denunciato di essere stata vittima degli effetti di una "misteriosa arma sonica". La donna, che lavora nel controspionaggio, mentre era nella sua casa in Florida, ha raccontato di essere stata colpita da una forza che l'ha paralizzata all'improvviso: "Si è trattato di un rumore metallico, acuto, perforante nel mio orecchio destro, che mi ha lanciata in avanti con un angolo di circa 45 gradi". Oltra a Carrie, a sostenere il presunto rapporto tra Kovalev e gli 007 di Mosca è anche Christo Grozev, giornalista investigativo russo di Insider, intervistato a 60Minutes. Dopo il periodo in carcere, Kovalev è tornato in Russia e, ufficialmente, è morto sul fronte di guerra in Ucraina.
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La precedente inchiesta del Pentagono
Le nuove rivelazioni contraddicono di fatto la precedente inchiesta sulla Sindrome dell'Avana condotta dal Pentagono, conclusasi nel 2023 con l'idea che era "molto improbabile" che dietro alla presunta arma invisibile ci fosse una potenza straniera. Secondo Greg Edgreen, uno degli investigatori autori di quell'indagine ed ex ufficiale americano a servizio al Pentagono, l'onere della prova sui colpevoli fu innalzata a livelli molto alti e non si giunse ad alcuna conclusione. "Purtroppo, non posso essere più specifico, perché si tratta di materiale classificato. Ma posso dirvi che fin dalle prime fasi ho iniziato a guardare in direzione di Mosca", ha detto Edgreen alla Cbs. Ma la Russia, come detto, nega seccamente. Il Cremlino parla di "accuse infondate e nessuna prova".