Attentato a Mosca, le fake news che attribuiscono la responsabilità all’Ucraina

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Francesco Di Blasi

Francesco Di Blasi

Dopo l'attentato a Mosca rivendicato dall'Isis, circolano deepfake e foto decontestualizzate che mirano a dimostrare la tesi promossa dalla Russia secondo cui Ucraina e paesi occidentali sarebbero coinvolti nell’attentato

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In seguito all'attentato terroristico rivendicato dall'Isis nella sala concerti Crocus City Hall di Mosca, una serie di notizie false hanno iniziato a circolare su siti e social media, con lo scopo di attribuire le responsabilità dell'evento verso l'Ucraina e paesi come Stati Uniti e Regno Unito. Le informazioni false mirano a supportare la tesi, promossa dalla Russia e dal suo presidente, Vladimir Putin, secondo cui l’ISIS avrebbe goduto di un sostegno occidentale nella preparazione dell’attacco.

 

Un esempio di questa disinformazione è rappresentato da un video deepfake diffuso sul canale Telegram del programma televisivo russo "60 minutes". Nel video, il segretario del Consiglio di difesa nazionale dell’Ucraina, Alexei Danilov, sembra ammettere il coinvolgimento dell’Ucraina nell’attentato: “Vi siete divertiti a Mosca? Penso che sia molto divertente. Mi piacerebbe se organizzassimo un tale divertimento più spesso”. Le affermazioni provocatorie, in realtà non sono state mai pronunciate. Come dimostrato da diverse inchieste giornalistiche, la voce e il labiale di Danilov sono stati modificati con l’intelligenza artificiale. Il video è poi stato sovrapposto a un’altra clip per far sembrare che Danilov stesse parlando in una trasmissione televisiva.

deepfake ucraina

I documenti ucraini decontestualizzati attribuiti agli attentatori

 

 

Online circolano anche documenti di identità ucraini falsamente attribuiti agli attentatori. Un'analisi effettuata da SkyTg24, utilizzando la ricerca per immagini, ha permesso di tracciare l'origine delle foto di questi documenti. Sono tutte  disponibili online da molti anni e appartengono a individui non riconducibili all’attentato. Ad esempio, è stata identificata la foto di un documento appartenente a un uomo che è stato ricercato dalla polizia ucraina, la cui immagine era stata diffusa pubblicamente. Un altro documento, invece, è stato trovato nella pagina di Wikipedia dedicata al "Passaporto ucraino", nella versione in lingua russa.

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L’ipotesi di una rete di bot dietro la diffusione delle fake-news

 

Secondo il sito di giornalismo investigativo The Insider, la diffusione della narrazione che vede l’Ucraina e paesi occidentali coinvolti nell’attentato è stata amplificata da una rete di bot sui social media. Il fenomeno, conosciuto come Coordinated Inauthentic Behavior (Comportamento non autentico coordinato), consiste nella creazione di bot (account gestiti da software anziché da esseri umani) che attraverso la condivisione di alcuni contenuti online, lavorano per amplificare artificialmente un messaggio o una narrazione disinformativa, con l’intento di raggiungere il numero più alto di persone possibili.

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