Guerra Israele – Hamas, veto di Russia e Cina alla risoluzione Usa all'Onu su Gaza

Dal Consiglio europeo arriva la richiesta di "una pausa umanitaria immediata". Ma Russia e Cina hanno bloccato con il veto in Consiglio di Sicurezza Onu la risoluzione elaborata dagli Usa sulla tregua a Gaza. Spagna e altri tre Paesi dell'Ue pronti a riconoscere la Palestina. Netanyahu a Blinken: "Andremo a Rafah anche senza gli Usa". Almeno otto morti la scorsa notte nei bombardamenti israeliani a nordest della città meridionale della Striscia

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Blinken: "L'attacco di Rafah non aiuta gli obiettivi di Israele, rischierebbe di isolarlo"

Gli Stati Uniti appoggiano gli obiettivi di Israele di sconfiggere Hamas e garantire una sicurezza a lungo termine "ma un'ampia operazione militare di terra a Rafah non è il modo di farlo". Lo ha detto Antony Blinken parlando con i giornalisti al termine della sua missione in Israele. 

"Si rischierebbe di uccidere altri civili, si rischia di mettere a rischio la fornitura di assistenza umanitaria - ha aggiunto il segretario di Stato Usa - e si rischia di isolare ulteriormente Israele nel mondo e di minare la sua sicurezza a lungo termine e la sua posizione internazionale". 

Blinken ha infine detto di essere ansioso di ricevere il team israeliano a Washington la prossima settimana per "discutere i nostri diversi modi di raggiungere questi obiettivi", sottolineando che "è necessario un piano integrato umanitario, militare e politico". 

Harris: "I civili di Rafah non possono andare da nessuna parte"

La vice presidente americana Kamala Harris afferma che non c'e' un modo sicuro per evacuare i civili di Rafah prima dell'operazione che Israele afferma che condurrà con o senza il sostegno degli Stati Uniti. "Ho guardato le mappe, ho studiato le mappe, non c'e' nessun posto dove queste persone possono andare, un milione e mezzo di persone di una popolazione di 2,2 milioni sono nell'area" ha detto parlando con i giornalisti prima di partire per Puerto Rico, parlando di Rafah. 

"E bisogna ricordare perché sono lì, sono lì perché è stato detto loro di andare lì", ha concluso la vice presidente americana, ricordando come i palestinesi di Gaza sono stati progressivamente sfollati di fronte all'avanzata degli israeliani.  

Harris

©IPA/Fotogramma

Dagli Emirati arabi nuovi lanci di aiuti sulla Striscia di Gaza

Gli Emirati Arabi Uniti hanno effettuato l'undicesimo lancio di aiuti umanitari e di soccorso nel nord della Striscia di Gaza grazie a squadre congiunte appartenenti all'Aeronautica degli Emirati e a quella egiziana. Secondo quanto annunciato dal Comando Operativo Congiunto del ministero della Difesa emiratino, i lanci sono stati effettuati su aree isolate e inaccessibili del nord della Striscia di Gaza. Due aerei hanno trasportato 24 tonnellate di cibo e aiuti umanitari, portando il totale degli aiuti sganciati nell'ambito dell'Operazione chiamata 'Uccelli del bene' a 462.000 tonnellate. 

Netanyahu a Blinken: "Avremo le mani occupate per decenni"

"Avremo le mani occupate per decenni": cosi', secondo una fonte di Axios presente all'incontro odierno tra i due, il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha risposto ad Antony Blinken dopo il monito del segretario di stato Usa sui rischi per Israele di non avere un piano coerente su Gaza.  

Medio Oriente, la Germania: "Pronti a far proseguire i lanci di aiuti per il tempo necessario"

Le forze armate tedesche sono pronte a far proseguire i lanci di aiuti su Gaza per tutto il tempo necessario. A sottolinearlo è stato a Berlino il ministero della Difesa: "Ci adeguiamo alle necessità", ha dichiarato un portavoce. "Siamo pronti, assieme ai nostri partner a portare avanti questi voli fino a quando lo riterremo necessario". 

Gli aerei dell'aeronautica tedesca hanno portato a termine quattro voli con un totale di 22 tonnellate di aiuti di emergenza. Dal ministero degli Esteri tedesco è intanto arrivato l'appello a Israele a consentire l'arrivo di una maggiore quantità di aiuti via terra, il modo più efficiente di rifornire i residenti di aiuti, hanno sottolineato. "Si tratta di bambini, madri, uomini che muoiono di fame, e di garantire che queste persone possano essere curate", ha dichiarato il portavoce.

Il portavoce internazionale dell'IDF spiega come gli aiuti umanitari entrano a Gaza da Israele

Le famiglie degli ostaggi vedono Blinken: "Fate l'accordo per il rilascio"

Il segretario di stato Usa Antony Blinken - dopo gli incontri con la leadership israeliana - ha visto una delegazione delle famiglie dei ostaggi a Gaza riunitasi sotto il suo albergo. Nell'incontro le famiglie hanno rivolto "un appello urgente a tutte le parti per applicare la massima pressione per raggiungere un accordo per il pronto e sicuro rilascio dei nostri cari". "Ogni giorno che passa - hanno aggiunto - è una eternità di tormento per le nostre famiglie. Imploriamo la Comunità internazionale di non lasciare nulla di intentato". 

Blinken: "Inimmaginabile veto Russia-Cina, ma andiamo avanti"

"Sulla risoluzione Onu abbiamo raccolto un sostegno forte ma c'è stato il veto di Russia e Cina. Noi abbiamo mostrato il senso di urgenza legato al cessate il fuoco che porti al ritorno a casa degli ostaggi ma è inimmaginabile che alcuni Paesi non abbiano voluto seguire la nostra scia. Comunque c'è un un sostegno forte e la determinazione di molti Paesi ad arrivare a un cessate il fuoco per il rilascio degli ostaggi". Così il segretario di Stato Usa Antony Blinken, lasciando Tel Aviv, commenta lo stop del Consiglio di Sicurezza alla risoluzione Usa per colpa del veto di Cina e Russia. 

Blinken: "Sulla tregua aspettiamo progressi nelle prossime ore"

I negoziati per lo scambio dei prigionieri e una tregua a Gaza "stanno andando avanti, ci dovrebbero essere progressi nelle ore a venire". Lo ha detto il segretario di Stato Usa Antony Blinken dopo l'incontro con Benyamin Netanyahu in Israele. "Faremo del nostro meglio per riportare gli ostaggi a casa, i negoziatori stanno lavorando alacremente", ha aggiunto. 

Blinken

©Ansa

Cina all'Onu: "Il testo Usa sulla tregua a Gaza è ambiguo"

"Il testo americano sul cessate il fuoco a Gaza è ambiguo e non è all'altezza delle aspettative della comunità internazionale". Lo ha detto l'ambasciatore cinese all'Onu Zhang Jun, che ha bloccato insieme alla Russia la bozza di risoluzione. "Inoltre il testo è sbilanciato su molti altri aspetti, ad esempio il fatto di non esprimere una chiara opposizione del Consiglio di Sicurezza a un attacco israeliano a Rafah manda un segnale sbagliato", ha aggiunto.

Media, Blinken ha lanciato un serio avvertimento a Israele

Nell'incontro odierno con il gabinetto di guerra israeliano, il segretario di Stato Antony Blinken ha lanciato un serio avvertimento ad Israele, secondo quanto riferisce il sito israeliano Walla, che cita una fonte imprecisata a conoscenza del colloquio. Blinken, secondo la fonte, ha detto: "Dovete preparare un piano chiaro (per il dopo Hamas, ndr) o resterete impantanati a Gaza". La prosecuzione della guerra senza un obiettivo preciso per il giorno dopo, ha aggiunto l'inviato di Biden, metterebbe in pericolo la sicurezza di Israele ed il suo status internazionale.

Macron: "Lavoriamo a una nuova risoluzione all'Onu su Gaza"

La Francia lavora a una nuova risoluzione all'Onu per chiedere "un cessate il fuoco immediato e l'accesso umanitario". L'obiettivo è quello di trovare un accordo con i nostri partner europei, arabi e gli Usa. Lo ha detto il presidente francese Emmanuel Macron al termine del vertice Ue.

Netanyahu a Blinken, 'andremo a Rafah anche senza gli Usa'

"Ho detto" a Blinken che "non c'è modo di sconfiggere Hamas senza andare a Rafah ed eliminare il resto dei battaglioni. E gli ho detto che spero che lo faremo con il sostegno degli Stati Uniti, ma se sarà necessario lo faremo da soli". Così il premier israeliano Benyamin Netanyahu al termine dell'incontro con il segretario di Stato Antony Blinken. "Gli ho detto che apprezzo davvero il fatto che da più di 5 mesi combattiamo insieme contro Hamas. Gli ho anche detto che riconosciamo la necessità di evacuare la popolazione civile dalle zone di guerra e ovviamente di occuparci anche dei bisogni umanitari e stiamo lavorando a tal fine". 

Russia, 'risoluzione Usa dava l'ok per l'attacco a Rafah'

"Supportare questo testo significa coprirsi di vergogna, non possiamo permettere al Consiglio di Sicurezza di essere uno strumento di Washington per le sue politiche in Medio Oriente. E il testo americano dà a Israele la luce verde per un attacco a Rafah". Cosi l'ambasciatore russo all'Onu, Vassily Nebenzia, che ha messo il veto insieme alla Cina sulla bozza Usa per il cessate il fuoco a Gaza. "Per sei mesi il Consiglio di Sicurezza è stato incapace di chiedere un cessate il fuoco a Gaza a causa del ripetuto veto degli Usa, e ora dopo sei mesi con la Striscia praticamente spazzata via, gli Stati Uniti chiedono un cessate il fuoco". 

Usa, cinismo dietro veto di Russia e Cina su tregua a Gaza

"Ci sono due ragioni profondamente ciniche dietro questo veto: primo Russia e Cina non vogliono condannare Hamas per gli attacchi del 7 ottobre. Inoltre semplicemente non vogliono vedere adottato un testo elaborato dagli Stati Uniti". Lo ha detto l'ambasciatrice americana all'Onu Linda Thomas-Greenfield dopo il fallimento in Consiglio di Sicurezza della risoluzione Usa sulla tregua a Gaza. "Sappiamo benissimo che dietro tutta la retorica, Russia e Cina non fanno nulla di diplomatico per una pace duratura o per contribuire sinceramente agli sforzi umanitari", ha aggiunto.

Veto di Russia e Cina alla risoluzione Usa all'Onu su Gaza

Russia e Cina hanno bloccato con il veto in Consiglio di Sicurezza Onu la risoluzione elaborata dagli Usa sulla tregua a Gaza che "determina l'imperativo di un cessate il fuoco immediato e prolungato per proteggere i civili di tutte le parti, consentire la consegna di assistenza umanitaria essenziale e alleviare la sofferenza umanitaria". Il testo ha ottenuto 11 voti a favore, 3 voti contrari (l'Algeria oltre al veto di Russia e Cina), e un astenuto, la Guyana.

Spagna e altri 3 Paesi Ue pronti a riconoscere Palestina

In una riunione tutta focalizzata sulla crisi in Medio Oriente a margine del Consiglio Ue, i primi ministri di Spagna, Irlanda, Malta e Slovenia in una dichiarazione congiunta si sono detti "pronti a riconoscere lo Stato palestinese" e lo faranno "quando ciò porterà un contributo positivo" alla situazione. Nel testo i 4 Paesi hanno chiesto "un immediato cessate il fuoco, che prevede il rilascio incondizionato degli ostaggi e un massiccio aumento degli aiuti a Gaza". "Siamo d'accordo sul fatto che solo la soluzione dei due Stati può portare una pace durevole e stabile" nella regione, hanno aggiunto i 4 leader europei. 

Gantz a Blinken, 'imperativo completare azione con Rafah'

"E' imperativo" completare la missione a Gaza, "Rafah inclusa e smantellare i terroristi di Hamas a seguito del massacro del 7 ottobre". Lo ha detto il ministro del Gabinetto di guerra Benny Gantz al segretario di stato Usa Antony Blinken nell'incontro tra i due. Gantz ha poi aggiunto che "Israele continuerà a consentire soluzioni umanitarie per la popolazione civile a Gaza, assicurandosi che gli aiuti non cadano nelle mani di Hamas".

Speaker Camera Usa inviterà Netanyahu a parlare al Capitol

Lo speaker della Camera Usa Mike Johnson, intende invitare il premier israeliano Benjamin Netanyahu a parlare davanti al Congresso. "Mi piacerebbe che venisse a parlare in una sessione congiunta del Congresso", ha detto in un'intervista alla Cnbc. "Estenderemo sicuramente l'invito", ha aggiunto. L'annuncio arriva all'indomani dell'intervento di Netanyahu in video collegamento davanti ai senatori repubblicani, dopo che il leader dei senatori dem Chuck Schumer lo aveva attaccato pesantemente definendolo "un ostacolo alla pace" ed evocando la necessità di nuove elezioni. 

Mo, 120mila palestinesi pregano ad al-Aqsa nonostante restrizioni

Sono 120mila i fedeli palestinesi che si sono recati nella moschea di al-Aqsa a Gerusalemme per pregare nel secondo venerdì di Ramadan nonostante le restrizioni imposte da Israele. Sono dati forniti dal Jerusalem Islamic Endowments Department. In seguito alla rappresaglia in corso a Gaza, Israele ha limitato l'accesso al terzo luogo più sacro per i musulmani introducendo un sistema di permessi autorizzati secondo norme di sicurezza.

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