Congedo di paternità, dall'evoluta Svezia all'Italia fanalino di coda: il quadro in Europa

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Giulia Mengolini

Giulia Mengolini

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In Francia il presidente Macron vuole estenderlo a sei mesi per entrambi i genitori. Il governo spagnolo prevede 16 settimane, mentre Svezia, Finlandia e Norvegia sono esempi vituosi. E in Italia? La legge concede solo 10 giorni, minimo previsto dalla direttiva Ue

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Congedi retribuiti e maggiori aiuti per i padri con l'obiettivo di sostenere la genitorialità e promuovere la condivisione dei compiti di cura di padri e madri: sarebbe il regalo ideale per i papà che si festeggiano il 19 marzo. E di conseguenza, anche per le mamme che grazie a un welfare più equo dovrebbero rinunciare sempre meno all'antica scelta tra carriera e famiglia. Dal 2019 l'Unione europea ha adottato una direttiva specifica che prevede linee comuni sui congedi di paternità, stabilendo che alla nascita di un figlio o una figlia i padri hanno diritto a 10 giorni lavorativi di congedo. Ma esistono differenze importanti tra i diversi Paesi. In Italia la legge garantisce il minimo di 10 giorni obbligatori e uno facoltativo solo per i padri lavoratori dipendenti, sia pubblici sia privati, retribuiti al 100%, utilizzabili tra i due mesi precedenti e quelli successivi al parto. Troppo pochi secondo la sinistra e la segretaria del Pd Elly Schlein, che oggi in Senato è tornata a chiedere alle altre opposizioni di condividere "la battaglia sul congedo paritario".
Un obiettivo di equità, perseguito anche dall'Unicef: a inizio di marzo 2024 una delegazione ha raccolto 48mila firme della petizione "Io Voglio Esserci" per chiedere l'ampliamento del congedo di paternità adeguandolo per tempi e retribuzioni agli standard europei. Ma qual è la situazione negli altri Paesi?

Francia

"Sei mesi di congedo parentale per entrambi i genitori": quella che per noi italiani può sembrare ancora un'utopia, è la promessa annunciata a inizio 2024 da Emmanuel Macron per incentivare la natalità in Francia, dove il dibattito politico sul tema è in evoluzione, e ripensare il congedo parentale facoltativo. Nel Paese, da luglio 2021, la durata del congedo di paternità in Francia è passata da 11 a 28 giorni, compresi i tre giorni di congedo di nascita finanziati dal datore di lavoro, che si aggiungono ai 25 giorni compensati dal sistema di previdenza sociale.

Svezia, Norvegia e Finlandia

Nei Paesi nordici l'uguaglianza di genere è ritenuta cruciale per favorire un'economia solida, e la Svezia rappresenta il caso virtuoso d'Europa. Al Paese spetta infatti il primato per sistema di congedo parentale, dove non esiste nessuna  differenza tra i diritti della madre e quelli del padre. Ai genitori spettano 480 giorni di congedo fino al compimento dei nove anni del bambino. Le prime due settimane dopo la nascita del figlio vengono prese dai genitori insieme, mentre tutti gli altri giorni possono essere divisi tra il padre e la madre, per permettere sempre a uno dei due di rimane a casa con il bambino. In Svezia la prima legge in tema di congedo di paternità è entrata in vigore nel lontano 1974.

 

La Norvegia è invece il primo Stato in assoluto ad aver introdotto, nel 1993, un congedo obbligatorio per i padri. Sono due le settimane previste dalla legge dal 2018.

 

Anche la Finlandia si colloca in testa in Europa, detenendo il secondo posto con 164 giorni per genitore. Un modo del Governo per parificare la durata del congedo per mamme e papà, aumentandolo per entrambi fino a 6,6 mesi. 

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Spagna e Portogallo

La Spagna offre il congedo più ampio tra i Paesi Ocse: da gennaio 2021 è aumentato da 12 a 16 settimane - non trasferibili - per ciascun genitore. Di questi quattro mesi, se settimane sono obbligatorie e devono essere ininterrotte, le altre dieci sono invece facoltative e i genitori possono decidere se utilizzarle part-time.

 

Decisamente evoluto anche il Portogallo, che non prevede differenza tra congedo di maternità o paternità: entrambi i genitori infatti possono decidere se rimanere a casa per 120 giorni (con retribuzione al 100%) o 150 (ricevendo l'80% dello stipendio).

Aerial view of parent with a stroller on a walk during sunny day, perspective directly above

Austria e Germania

In Austria esiste il cosiddetto "mese del Papà" (Papamonat): quattro settimane di congedo dal lavoro che possono essere richiesti subito dopo la nascita del bimbo o della bimba. Durante il periodo di congedo al posto dello stipendio si ottiene però un indennizzo di circa 700 euro. Per avere diritto al congedo di paternità, in Austria il padre deve vivere nella stessa famiglia con il figlio.

In Germania i padri che lavorano hanno un giorno libero retribuito nel giorno del parto e la possibilità di usufruire del congedo parentale, ma non del congedo di paternità. Il sistema è più complesso e prevede 12 mesi per il richiedente principale e due di bonus per l’altro partner. I genitori single possono invece avere diritto a 14 mesi.  

Italia

Come detto, l'Italia non se la passa troppo bene (solo due mesi fa a Perugia un neo padre è stato licenziato per aver preso tre giorni di congedo). Nel nostro Paese sono garantiti solo 10 giorni obbligatori e uno facoltativo per i neopapà, fruibile tra i due mesi precedenti e i cinque successivi al parto. Nel 2012, quando è stato introdotto, il congedo di paternità prevedeva un solo giorno obbligatorio e due facoltativi. Ma per i padri italiani la misura è ancora insufficiente, rileva un'indagine sul tema realizzata dall'Osservatorio D in occasione della Festa del Papà. Solo il 76% dei padri italiani intervistati (e il 72% delle madri) è a conoscenza di poter usufruire del congedo di paternità, ma solo il 13% (e il 14% delle donne) ne conosce i dettagli. Quasi 80% degli uomini ritiene che il congedo di 10 giorni sia totalmente inadeguato.
D'altra parte però, gli ultimi dati raccolti da Save The Children mostrano il triplicarsi dei padri che ne fanno uso, dimostrando che un forte cambiamento culturale in atto nella società.

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