Una dichiarazione di poche righe e un’immagine che lo ritrae insieme a Julija Borisovna Navalnaja, che aveva sposato nel 2000 e che è la madre dei suoi due figli. Una dichiarazione che, oggi, suona come una lettera di addio
“Tesoro, con te tutto è come in una canzone: tra noi ci sono città, luci di aeroporti, tempeste di neve blu e migliaia di chilometri. Ma sento che sei vicino … ogni secondo e ti amo sempre di più”. Aveva affidato a X la sua ultima dedica d’amore alla moglie. Una dichiarazione di poche righe e un’immagine che lo ritrae insieme a Julija Borisovna Navalnaja, che aveva sposato nel 2000 e che è la madre dei suoi due figli. Una dichiarazione che, oggi, suona come una lettera di addio. Sono da poco passate le 12 quando le agenzie internazionali battono la notizia: Alexei Navalny è morto.
In cella di punizione per 15 giorni
Il dissidente russo, principale oppositore di Vladimir Putin, si trovava nella prigione di Kharp, nella regione artico di Yamalo Nenets, dove era stato recentemente trasferito per scontare una condanna a 19 anni. “Mi hanno appena dato 15 giorni in una cella di punizione, la quarta in meno di due mesi” faceva sapere Navalny, sempre a mezzo X, il 14 febbraio. Ma per i servici carcerari l’uomo si sarebbe “sentito male dopo la passeggiata, perdendo conoscenza quasi subito. Il personale medico è arrivato immediatamente ed è stata chiamata l'ambulanza. Sono state eseguite le misure di rianimazione che non hanno dato risultati positivi. I paramedici hanno confermato la morte del condannato”. Kira Yarmysh, la portavoce di Navalny, ha detto di non avere ancora notizie dirette sul decesso: "Il servizio penitenziario federale del distretto di Yamalo-Nenets - ha scritto Yarmysh su X - sta diffondendo notizie sulla morte di Alexei Navalny nella colonia di detenzione IK-3. Non ne abbiamo ancora conferma. L'avvocato di Alexei sta volando a Kharp (città vicina al centro di detenzione, ndr). Non appena avremo qualche informazione, la comunicheremo".