Usa, audizione in Senato sulla pericolosità dei social, Zuckerberg si scusa

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Gli amministratori delegati delle Big Tech sotto accusa per i rischi che i loro prodotti comportano per bambini e adolescenti.  "I vostri prodotti uccidono", "avete le mani sporche di sangue" hanno accusato i senatori. Il ceo di Meta alle famiglie delle vittime: "'Nessuno dovrebbe affrontare quello che hanno sofferto le vostre famiglie"

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 "I vostri prodotti uccidono", "avete le mani sporche di sangue". Gli amministratori delegati di Meta (Facebook, Instagram), X, TikTok, Snap e Discord sono finiti sotto accusa da parte dei senatori americani, durante un'audizione alla commissione giustizia sui rischi delle piattaforme social per i bambini e gli adolescenti.  "Stanno distruggendo vite umane e minacciando la democrazia. Queste aziende vanno domate e il peggio deve ancora venire", ha accusato il senatore repubblicano della South Carolina Lindsey Graham riferendosi alle Big Tech. Parole accolte dagli applausi di decine di genitori con le foto dei loro bambini morti o traumatizzati dai social. 

Le accuse a Zuckerberg e le sue scuse

Nel suo intervento durante l'audizione, il ceo di Meta Mark Zuckerberg si è rivolto proprio alle famiglie e ha chiesto scusa. "Mi dispiace per tutto quello che avete dovuto passare. Nessuno dovrebbe attraversare quello che voi avete attraversato. E' per questo che abbiamo investito così tanto per assicurare che altri non debbano vivere quello che avete vissuto voi", ha detto illustrando gli sforzi della società: circa 40 mila persone preposte alla sicurezza online, oltre 20 miliardi di dollari spesi dal 2016 e altri due in programma per quest'anno. Ma i senatori hanno citato i documenti interni al gruppo secondo cui Zuckerberg ha rifiutato di rafforzare i team incaricati di individuare i pericoli per gli adolescenti online. E Ted Cruz lo ha trafitto a proposito di un monito su Instagram che avvisava gli utenti del rischio di vedere su una pagina un'immagine con abusi sessuali su minori ma poi consentiva comunque di vederla. "Mister Zuckerberg, a cosa diavolo stava pensando?", lo ha incalzato. Il ceo di Meta si è giustificato dicendo che può essere utile reindirizzare gli utenti alla fonte, piuttosto che bloccare il contenuto.

 

Gli altri social nel mirino

Anche l'ad di Tik Tok Shou Zi Chew ha vantato gli sforzi per proteggere i minori, con 40mila addetti e 2 miliardi di investimenti previsti per una piattaforma che in Usa conta oltre 170 milioni di utenti mensili. Ma pure lui è finito nel mirino per numerosi episodi. Linda Yaccarino ha difeso X ricordando che non è una piattaforma scelta dai giovani e che verrà comunque creato un nuovo dipartimento per la moderazione dei contenuti. Moderazione finora allentata dal patron Elon Musk, sul cui social questa settimana sono apparse anche immagini hard fake di Taylor Swift.

 

 

 

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I disegni di legge fermi al Congresso e le misure degli Stati

Il problema di fondo è che le misure annunciate regolarmente dalle piattaforme online sono ritenute insufficienti da osservatori e autorità. E che al Congresso giacciono da tempo vari disegni di legge per proteggere i minori ma finora nessuno è stato approvato: l'ultimo è quello del senatore dem Dick Durbin, presidente della commissione giustizia, che consente di perseguire le società tech per i loro contenuti pedopornografici e alle vittime di fare causa. L'inazione del Congresso ha spinto città e Stati americani a fare da soli. Il sindaco di New York ha appena bollato i social media come "una tossina ambientale", "un pericolo per la salute pubblica", preannunciando misure. La Florida si appresta a vietare per legge i social ai minori di 16 anni. In ottobre più di quaranta stati americani hanno presentato una denuncia contro Meta, ritenendo che le sue piattaforme danneggino la "salute mentale e fisica dei giovani", citando i rischi di dipendenza, molestie informatiche o disturbi alimentari. Due mesi dopo il New Mexico ha fatto causa sempre a Meta, accusando le sue piattaforme di promuovere la criminalità infantile, dalla pedopornografia agli algoritmi di raccomandazione e all'istigazione criminale. 

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