In generale il dissenso del settore agroalimentare è partito da alcune misure pensate per rendere maggiormente “green” e sostenibile l’intera produzione di cibo. Ma anche contro le politiche agricole della Ue giudicate troppo restrittive e contro l’atteggiamento delle tradizionali organizzazioni del settore. Ecco, in particolare, dove si stanno svolgendo le principali proteste
Dalla Francia alla Germania, passando per Belgio, Olanda, Polonia, Romania ma anche Italia. Sono questi alcuni tra i Paesi europei interessati, nell’ultimo periodo, da un’ondata di proteste serrate da parte degli agricoltori. Quali i motivi principali? In generale il dissenso del settore agroalimentare è partito da alcune misure pensate per rendere maggiormente “green” e sostenibile l’intera produzione di cibo. Ma tra i motivi ci sono anche le regole che impongono la messa a riposo dei terreni per garantire la biodiversità o quelle che impongono il ripristino di una porzione dell’habitat. Senza dimenticare che il settore è destinatario di un'importante quantità di aiuti da parte dell’Unione Europea, come sottolinea il “Corriere della Sera”. Basti pensare che la Pac, ovvero la Politica Agricola Comunitaria, per il quinquennio 2023 -2027 è pari a 36 miliardi e mezzo di euro. Ma questi sussidi sono in diminuzione rispetto agli scorsi decenni e questo ha scatenato il malcontento, anche considerando l’avvicinarsi del voto per l’Europarlamento.
La protesta in Germania
Inizialmente la protesta degli agricoltori era esplosa in Germania, a dicembre scorso. Qui il governo tedesco aveva promesso di finanziare la transizione verso l’energia pulita ma pur volendo rispettare tali impegni, il governo locale aveva presentato una bozza di bilancio bocciata dalla Corte Suprema tedesca, secondo cui emergeva un buco di 60 miliardi nelle finanze del Paese. E così il cancelliere Scholz ha dovuto ridurre le spese ed effettuare tagli, che hanno colpito in particolar modo gli agricoltori che davanti all'aumento delle tasse e al taglio nei sussidi agricoli, con l'eliminazione di alcuni importanti privilegi fiscali, tra cui quello sul gasolio, hanno messo in atto le agitazioni. Altra minaccia, poi, è rappresentata dall'avvio del processo di adesione dell’Ucraina all'Ue. I tagli decisi dal governo tedesco sono legati anche al sostegno che Berlino vuole fornire a Kiev, ma ad impensierire le aziende agricole locali c'è il fatto che l'Ucraina, ritenuta una potenza agricola globale, possa incidere sulla ripartizione dei sussidi comunitari. Proprio in queste ore, stando alla cronaca, gli agricoltori tedeschi hanno bloccato le vie di traffico che portano a diversi porti tedeschi, tra cui quello di Amburgo, per protestare proprio contro la decisione del governo di abolire gradualmente, entro il 2026, i sussidi per l'acquisto del diesel a uso agricolo. Nella Bassa Sassonia, secondo la polizia, gli agricoltori hanno bloccato l'accesso al Jade-Weser-Port, un porto per container vicino alla città di Wilhelmshaven, con circa 40 trattori. Nel porto di Bremerhaven, un "raduno" di agricoltori su un asse stradale cruciale ha provocato un "notevole rallentamento" del traffico.
La situazione in Francia
Le proteste tedesche hanno attecchito anche in Francia dove si prospetta un lunedì “nero” a Parigi e nell'hinterland per l'assedio annunciato degli agricoltori scontenti per i provvedimenti del governo in risposta alla crisi. Migliaia di agricoltori, con trattori e altri mezzi di trasporto, si sono diretti verso la Capitale partendo da diverse regioni con l'obiettivo dichiarato di chiudere l'accesso a Parigi, con otto posti di blocco previsti. Il ministro dell'Interno Gerald Darmanin ha annunciato un traffico "estremamente difficile nell'Ile de France", invitando i "francesi e i trasportatori a minimizzare al massimo gli spostamenti". E ha annunciato che 15 mila agenti di polizia si mobiliteranno per impedire l'ingresso dei trattori a "Parigi e nelle grandi città" e i blocchi del mercato di Rungis e degli aeroporti dell'Ile-de-France. Qui la maxi-protesta è indetta dalla potente Federazione nazionale dei sindacati degli imprenditori agricoli (FNSEA) e dal sindacato Giovani Agricoltori (JA, Jeunes Agriculteurs), che hanno già dichiarato lo "stato di assedio" di Parigi. E gli annunci fatti finora dal premier Gabriel Attal, con un piano di semplificazione in diversi punti, non sono bastati a placare il malcontento.
approfondimento
Protesta agricoltori, trattori e blocchi stradali intorno a Parigi
I disagi in Belgio
In Belgio la protesta degli agricoltori sta causando notevoli disagi alla rete stradale nel sud del Paese, in particolare allo svincolo di Daussoulx e alla periferia di Bruxelles, secondo quanto riferito dalla polizia stradale federale. Anche alcune parti della tangenziale di Bruxelles sono chiuse al traffico. Una decina di trattori sono arrivati anche a De Meeûs, vicino a Place du Luxembourg, nel cuore della capitale belga, ha confermato la polizia di Bruxelles-Capitale/Ixelles. Tuttavia un portavoce della zona ha dichiarato che non ci sono stati disagi per il traffico.
La questione in Italia
Per quanto riguarda il nostro Paese, la protesta è rivolta contro le politiche agricole della Ue giudicate troppo restrittive ma anche contro l’atteggiamento delle tradizionali organizzazioni del settore. “Siamo apolitici, non siamo schierati con nessuno altrimenti fallisce tutto. La nostra è una battaglia agricola". Lo ha detto Danilo Calvani che guida il Comitato Agricoltori Traditi (C.r.a.) che sta chiarendo la posizione di chi sta protestando. "Noi andiamo dove ci invitano e facciamo la nostra battaglia", ha spiegato. E rivolto al mondo politico, ha proseguito: "Il Parlamento tutto ci convochi, si discuta tutti insieme delle nostre istanze, senatori e deputati, di maggioranza e di opposizione. Ci facciano vedere che sono vicini a noi, facciano qualcosa di urgente", ha riferito ancora Calvani. "Non abbiamo più reddito, ci tassano anche i mezzi fermi dei nonni, macchine vecchie che non funzionano e non vengono utilizzate da anni", sottolinea Calvani che conclude: "Ogni giorno saremo sempre di più, è in atto qualcosa di straordinario". Nelle ultime ore si sono verificati momenti di tensione al casello di Orte sull'A1. Gli agricoltori in presidio hanno tentato di bloccare la circolazione ma le forze dell'ordine sono intervenute impedendo il blitz. Proteste si sono svolte anche, tra le altre città, a Foggia, Viterbo, Udine, Crotone oltre che in Sardegna.