"Il Vangelo è per santificare tutti", spiega Bergoglio in un'intervista a La Stampa, "a patto che ci sia la buona volontà. Sottolineo che non si benedice l'unione, ma le persone". E sull'ipotesi di dimissioni ribadisce: "Ora non ci penso"
Non fa passi indietro Papa Francesco rispetto alle critiche ricevute per aver concesso la benedizione alle coppie gay. "Il Vangelo è per santificare tutti", spiega in un'intervista a La Stampa, "a patto che ci sia la buona volontà. E occorre dare istruzioni precise sulla vita cristiana. Sottolineo che non si benedice l'unione, ma le persone". Chi protesta "con veemenza appartiene a piccoli gruppi ideologici, ma in generale, confido che gradualmente tutti si rasserenino sullo spirito della dichiarazione 'Fiducia supplicans'".
"Alle dimissioni penserò quando non ce la farò più"
Il Papa, comunque, non teme uno scisma: "Sempre nella Chiesa ci sono stati gruppetti che manifestavano riflessioni di colore scismatico…" - osserva - "bisogna lasciarli fare e passare… e guardare avanti". Le voci di possibili dimissioni per le sue condizioni di salute non lo infastidiscono, perché "è una possibilità per ogni pontefice. Ma adesso non ci penso". Se e quando "non ce la farò più, inizierò eventualmente a ragionarci. E a pregarci su".
"Urgente un cessate il fuoco globale a Gaza"
Il Pontefice ha rivolto un pensiero anche ai due principali conflitti che stanno minacciando il pianeta. A Gaza (GLI AGGIORNAMENTI LIVE) "è urgente un cessate il fuoco globale: non ci stiamo accorgendo, o facciamo finta di non vedere, che siamo sull'orlo dell'abisso". "Adesso il conflitto si sta drammaticamente allargando", aggiunge Bergoglio. "C'era l'accordo di Oslo, tanto chiaro, con la soluzione dei due Stati. Finché non si applica quell'intesa, la pace vera resta lontana". Il Papa teme più di tutto "l'escalation militare." Però "allo stesso tempo in questo momento coltivo un po' di speranza, perché si stanno svolgendo riunioni riservate per tentare di arrivare a un accordo". Una tregua sarebbe già un buon risultato". Rispetto al ruolo di mediazione della Chiesa "una figura cruciale è il cardinale Pierbattista Pizzaballa, patriarca di Gerusalemme dei Latini. È un grande. Si muove bene". Invece, sul fronte Ucraina, il Cardinale Zuppi, "sta attuando una costante e paziente opera diplomatica per mettere da parte le conflittualità e costruire un'atmosfera di riconciliazione".