Uk, oltre un centinaio di falsi video di Rishi Sunak scoperti online

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Tiziana Prezzo

Tiziana Prezzo

©Ansa

Ad individuarli una società di comunicazione. L’intelligenza artificiale è sempre più utilizzata per frodi in rete e per condizionare le idee dell’opinione pubblica. Nel 2024 oltre 4 miliardi di persone andranno al voto. La corrispondente

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Elezioni e disinformazione. Non è certo una novità di questi tempi. Ciò che invece è piuttosto nuovo è l’uso che si comincia a fare dell’intelligenza artificiale per creare contenuti che possano condizionare le opinioni del pubblico, in un anno in cui oltre quattro miliardi di persone sono chiamate al voto.

Una moltitudine di fake video creati con l’intelligenza artificiale

Marcus Beard, ex funzionario che ha lavorato a Downing Street ed è ora a capo di una società di comunicazione, la Fenimore Harper, ha condotto una ricerca online. L’indagine ha portato alla scoperta di oltre 100 video che, sfruttando l’immagine artefatta del primo ministro Rishi Sunak, avevano lo scopo ultimo di adescare potenziali clienti convincendoli a comprare bitcoin. Tra questi filmati ce n’era anche uno che ritraeva Sarah Campbell, presentatrice della BBC, mentre “leggeva” una finta breaking news secondo la quale il premier avrebbe segretamente guadagnato una “enorme somma di denaro da un progetto che era inizialmente stato pensato per la gente comune”.

Veloce, economica e altamente verosimile

“Ciò che l’intelligenza artificiale rende fattibile è la possibilità per chiunque di creare una enorme quantità di false informazioni e di farlo in maniera molto veloce, economica e di alta qualità”, ci spiega Beard, che sottolinea come un ruolo fondamentale lo giochi la stampa nello svolgere il cosiddetto debunking, operazione sempre più necessaria di confutazione delle notizie. Un compito, questo, sempre più difficile. Osserva l’esperto: “Giornalisti, “fact-checkers”, organizzazioni come la mia acquistano la capacità di identificare questo tipo di espedienti e frodi, ma subito la tecnologia ci supera di nuovo e supera la nostra capacità di individuarli. E così siamo costretti ad aggiornare continuamente le nostre skill. E’ un processo sempre in evoluzione”.

Sunak non un caso isolato

I video artefatti di Sunak non sono un caso isolato. Altre vittime illustri della politica britannica sono stati il leader dell’opposizione Keir Starmer, il sindaco di Londra Sadiq Khan. In questi due casi però di è trattato di due audio velocemente rimossi da rete. Negli ultimi giorni si è molto parlato anche di un finto audio del Presidente americano Joe Biden. “La maggior parte dei “deep fake” audio hanno lo scopo di diffamare le persone che hanno un ruolo pubblico – spiega Beard - quello di Keir Starmer è stato fatto in modo che sembrasse che trattasse male la sua squadra, in quello di Sadiq Khan sembra che il sindaco di Londra dica cose offensive”. Beard sottolinea anche un’importante differenza: “Quello di Biden è diverso. Non è stato fatto per diffamarlo. E’ stato fatto per convincere elettori democratici a non andare a votare alle primarie perché in possesso di un solo voto da usare per le elezioni presidenziali. Cosa che ovviamente non è vera”.

epa10976024 Britain’s Prime Minister Rishi Sunak leaves his official residence at 10 Downing Street as he attends Prime Minister’s Questions at Parliament in London, Britain, 15 November 2023.  EPA/NEIL HALL

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Il progetto AI4TRUST

L’intelligenza artificiale, in effetti, può essere usata anche per contrastare fenomeni come la diffusione della disinformazione online. È proprio questo l’obiettivo di AI4TRUST, progetto europeo che coinvolge 17 partner (tra i quali SkyTG24) da 11 Paesi e finanziata dal programma Horizon Europe dell’Unione Europea. L’obiettivo è proprio quello di contrastare la disinformazione online, sfruttando gli strumenti che l’intelligenza artificiale può mettere a disposizione delle persone. Il progetto mira a creare un ambiente sicuro, che integri il monitoraggio di social network e media con le più avanzate tecnologie basate sull’intelligenza artificiale così da rendere più efficace l’attività di giornalisti, fact-checkers e decisori politici. 

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