Crisi Mar Rosso, Tajani: "Siamo al lavoro per una de-escalation"

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Il ministro degli esteri ha affermato che "la situazione nel Mar Rosso è estremamente complicata perché permane il pericolo per il traffico commerciale marittimo internazionale", poi ha precisato che "noi abbiamo, fin dall'inizio, condannato gli attacchi alle navi mercantili"

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"La situazione nel comprensorio del Mar Rosso è molto delicata. Noi stiamo lavorando per una de-escalation". A dirlo è il ministro degli Esteri, Antonio Tajani, a margine del Congresso provinciale di Forza Italia a Reggio Calabria. Tajani ha anche sottolineato che l'Italia è impegnata "per dar vita ad una missione militare europea" nella regione.

"Continuiamo a proteggere le nostre navi"

Il ministro ha affermato che "la situazione nel Mar Rosso è estremamente complicata perché permane il pericolo per il traffico commerciale marittimo internazionale", poi ha precisato che "noi abbiamo, fin dall'inizio, condannato gli attacchi alle navi mercantili. Come già sapete c'è una fregata della nostra Marina Militare presente nella zona, che fa parte della missione europea 'Atlanta'". Tajani ha poi ribadito che "noi non abbiamo partecipato alla missione militare che ha attaccato le basi degli Houthi", precisando che "per partecipare serve un passaggio parlamentare". Tajani ha poi aggiunto che "siamo impegnati per dar vita ad una missione militare europea e abbiamo già posto, insieme alla Francia, all'ordine del giorno della prossima riunione dei ministri degli Esteri dell'Unione europea, che si terrà il 22 gennaio a Bruxelles, il tema di una nuova missione, perché la Spagna si oppone all'allargamento delle competenze della missione 'Atlante', quindi, dovremmo avviare una nuova missione con un nuovo mandato". Intanto, "per adesso continuiamo a proteggere le nostre navi con la nostra fregata presente nel Nord del Mar Rosso".

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"Sui raid non abbiamo ricevuto nessuna pressione"

In un'intervista al Corriere della Sera Tajani è tornato sulla questione dei raid anti Houthi dicendo che non c'è stata "nessuna pressione. Noi abbiamo sottoscritto la dichiarazione politica sulla sicurezza nel Mar Rosso — che è la più importante, e che la Francia ad esempio non ha firmato —, ma non abbiamo sottoscritto quella sugli interventi armati offensivi". Il ministro ha poi spiegato che si tratta di "una scelta da una parte obbligata, visto che ci vorrebbe prima un passaggio parlamentare, secondo la nostra Costituzione. Dall'altro è frutto di una convinzione politica, condivisa sia con il presidente del Consiglio, con il ministro Crosetto e con le nostre forze armate: c'è il rischio di un'escalation che vogliamo assolutamente evitare". In aggiunta, Tajani ha poi affermato che "noi finora abbiamo dato soltanto il nostro sostegno politico, non militare, se con questa parola si intende l'uso offensivo della forza pianificato a fini deterrenti". Quanto alla posizione italiana, "noi siamo favorevoli a una missione europea allargata, più strutturata, abbiamo chiesto al commissario Borrell di mettere all'ordine del giorno proprio questo argomento. Una missione europea diversa da quella attuale, anche con regole di ingaggio diverse, cui parteciperebbe anche la Francia, è un obiettivo di breve periodo".

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