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Israele, i superstiti del 7 ottobre fanno causa all'intelligence

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©Getty

La richiesta di risarcimento è di 56 milioni di dollari. "Bastava una telefonata per evitare il massacro, c'è stata negligenza e omissione", si legge nella causa firmata da 42 querelanti. Nel rave nel deserto vennero uccise 362 persone

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Un gruppo di sopravvissuti al massacro di Hamas al rave nel deserto e alcuni parenti dei giovani uccisi ha citato in giudizio le forze di sicurezza israeliane per la presunta negligenza che ha portato all’attacco del 7 ottobre scorso (GLI AGGIORNAMENTI LIVE SULLA GUERRA), sostenendo che la tragedia avrebbe potuto essere in gran parte evitata. Lo riporta il Times of Israel. I querelanti, che per ora sono 42, hanno presentato una richiesta di risarcimento di 200 milioni di shekel (56 milioni di dollari) presso il tribunale distrettuale di Tel Aviv contro il servizio di sicurezza Shin Bet, le forze di difesa israeliane, la polizia israeliana e il ministero della Difesa, adducendo molteplici casi in cui hanno fallito nel loro compito.  

Una sola telefonata avrebbe salvato vite

"Una sola telefonata da parte di funzionari dell'IDF al comandante responsabile della festa avrebbe salvato vite umane e prevenuto lesioni fisiche e mentali a centinaia di partecipanti alla festa, compresi i querelanti", si legge nella causa. "La negligenza e la grave svista sono incredibili." Il festival, vicino al Kibbutz Reim, è stato uno dei numerosi luoghi in cui i terroristi guidati da Hamas hanno massacrato centinaia di civili il ​​7 ottobre.

364 vittime e 40 ostaggi

I querelanti, riporta il Times of Israel, affermano che furono commesse atrocità violente contro le persone che partecipavano al rave, alcuni dei quali furono violentati, uccisi e bruciati vivi, mentre i sopravvissuti si nascondevano sotto cadaveri e rifugi antiaerei. Il massacro era iniziato alle 6:30 e continuato fino a mezzanotte circa. “Hamas ha ucciso 364 partecipanti alla festa e ne ha rapiti 40 a Gaza, alcuni dei quali sono stati rilasciati e altri sono scomparsi. Molti sono rimasti feriti fisicamente o mentalmente, compresi i querelanti”, si legge ancora nella causa, che è la prima di questo genere.

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