Brasile, le oche sorvegliano il carcere al posto dei cani. VIDEO

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Gli animali sono impiegati nel servizio di sicurezza, in concomitanza con gli altri sistemi di sorveglianza, per evitare eventuali fughe da parte dei detenuti

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In un carcere in Brasile i cani sono stati sostituiti dalle oche nel ruolo di "guardie" del penitenziario. I nuovi sorveglianti hanno iniziato il loro servizio poco prima di Natale nel carcere di Sao Pedro de Alcantara, nello stato meridionale di Santa Catarina.

I nuovi guardiani

Nel penitenziario le oche, il cui mantenimento è meno costoso rispetto ai cani, hanno sostituito i loro predecessori canini nello svolgimento della pattuglia intorno al perimetro del carcere. Gli animali sono impiegati nel servizio di sicurezza, in concomitanza con gli altri sistemi di sorveglianza, per evitare eventuali fughe da parte dei detenuti. Nei momenti di pausa viene concesso alle oche di sguazzare nel loro laghetto privato, prima di tornare a passare in rassegna gli spazi verdi fra la recinzione interna del carcere e il muro di cinta.

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La scelta

Il direttore del carcere, Marcos Roberto de Souza, ha spiegato che il carcere "di giorno è un posto molto silenzioso, di notte lo è ancora di più", e che il loro starnazzare in caso di emergenza si sentirebbe anche a lunga distanza, proprio come una sirena. Inoltre, per lo spazio che devono controllare "sono perfette. Le oche vengono utilizzate come animali da guardia da secoli, perché sono particolarmente adatte al compito". Questo perchè "non solo i loro versi di allarme sono decisamente distinguibili, ma anche perché sono animali istintivamente protettivi del loro territorio e quindi sono più naturalmente adatte al lavoro di guardia rispetto agli esseri umani e persino ai cani". Oltretutto, la loro vista in penombra è superiore a quella delle persone, hanno un'ottima visione a distanza che le aiuta a percepire il movimento e un naturale istinto di protezione: "Se entri nel loro territorio, loro inzieranno a gridare e ti assaliranno, anche se sei ben più grosso di loro", ha affermato il direttore aggiungendo che "abbiamo la sorveglianza elettronica, la sorveglianza umana e adesso anche quella delle oche, cosa vogliamo di più?".

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