"Quante vite umane sono state spezzate dai conflitti amati? Quanti morti? E quante distruzioni, quanta sofferenza? Quanta povertà?", si è chiesto il Pontefice durante l'Angelus
"Continuiamo a pregare per i popoli che soffrono a causa delle guerre. Il martoriato popolo ucraino, i popoli palestinesi e israeliani, il popolo sudanese e tanti altri". Così Papa Francesco durante l'ultimo Angelus dell'anno. E ancora: "Al termine di un anno si abbia il coraggio di chiedersi: quante vite umane sono state spezzate dai conflitti amati? Quanti morti? E quante distruzioni, quanta sofferenza? Quanta povertà? Chi ha interessi in questi conflitti ascolti la voce della coscienza. E non dimentichiamo i martoriati rohingya", ha continuato il Pontefice.
"Violenze in Nigeria, Dio liberi Paese da questi orrori"
Papa Francesco ha anche pregato per le vittime degli attentati di Natale in Nigeria: "Purtroppo la celebrazione del Natale in Nigeria è stata segnata da gravi violenze con molte vittime. Prego per loro e loro famiglie. Che Dio liberi la Nigeria da questi orrori. E prego anche per quanti hanno perso la vita nell'esplosione di un camion-cisterna in Liberia".
"Difendere e sostenere la famiglia sempre"
E sulla famiglia: "E' la cellula fondamentale della società. Bisogna sempre difenderla e sostenerla, sempre". Il Papa ha invitato a pregare per conservare, nel matrimonio e nei rapporti in famiglia, "la grazia dello stupore" senza cadere nella "abitudinarietà". "E' bene sapersi stupire anche del proprio coniuge, ad esempio prendendolo per mano e guardandolo negli occhi alla sera per qualche istante, con tenerezza, è bella la tenerezza nei matrimoni. Stupirsi del miracolo della vita, dei figli, trovando il tempo per giocare con loro e per ascoltarli".
Le parole in ricordo di Ratzinger
Francesco ha anche ricordato Papa Benedetto XVI, scomparso un anno fa, il 31 dicembre 2022: "Concludeva il suo cammino terreno, dopo aver servito con amore e sapienza la Chiesa. Sentiamo per lui tanto affetto, tanta gratitudine, tanta ammirazione. Dal Cielo ci benedica e ci accompagni", ha detto chiedendo ai fedeli a Piazza San Pietro un applauso per Ratzinger.
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Te Deum: una Roma più vivibile può essere più accogliente
Invece, nel Te Deum, il tradizionale inno di ringraziamento per l'anno appena trascorso, il Pontefice ha guardato alla sua città e ai preparativi per l'anno santo. "Tutti sappiamo che da tempo è in atto l'organizzazione del Giubileo. Ma comprendiamo bene che, nella prospettiva che qui assumiamo, non si tratta principalmente di questo. Si tratta piuttosto della testimonianza della comunità ecclesiale e civile. Testimonianza che, più che negli eventi, consiste nello stile di vita, nella qualità etica e spirituale della convivenza. E allora la domanda si può formulare così: stiamo operando, ciascuno nel proprio ambito, affinché questa città sia segno di speranza per chi vi abita e per quanti la visitano?". Con uno sguardo rivolto alla città di Roma: "Il fascino del centro storico di Roma è perenne e universale, ma bisogna che possano goderlo anche le persone anziane o con qualche disabilità motoria. E occorre che alla grande bellezza corrispondano il semplice decoro e la normale funzionalità nei luoghi e nelle situazioni della vita ordinaria, feriale". Infine: "Una città più vivibile per i suoi cittadini è anche più accogliente per tutti".