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Guerra Israele-Hamas, scambio ostaggi-prigionieri. Tregua resta appesa a un filo

©Ansa

Altri sei israeliani sequestrati da Hamas durante l'attacco del 7 ottobre sono stati liberati. In cambio Israele ha rilasciato 30 detenuti palestinesi. Ma dopo l'attentato a Gerusalemme, durante il quale sono morte quattro persone, la tregua ormai sembra essere appesa a un filo, nonostante Hamas si dica "disponibile a prolungarla" oltre la scadenza (all'alba del 1° dicembre). ''Abbiamo giurato, io stesso ho giurato, di eliminare Hamas. Niente ci fermerà'': così il premier israeliano Netanyahu

Ambasciatore di Israele: "Finché Hamas sarà presente, nessun day after"

"Finché Hamas sarà presente, non ci sarà un Day After. Il cessate il fuoco è una vittoria per Hamas e un pericolo per l'intera regione". Pur aprendo alla possibilità di nuove pause umanitarie nel conflitto in Medio Oriente, l'ambasciatore di Israele presso l'Unione europea e la Nato, Haim Regev, ribadisce l'opposizione di Tel Aviv all'ipotesi un cessate il fuoco: "le operazioni militari continueranno finché non porteremo a termine la nostra missione di riportare gli ostaggi a casa e di distruggere le capacità militari e governative di Hamas". E Tel Aviv sembra chiudere anche alla necessità evocata tra gli altri dall'Ue di una soluzione a due Stati. "Non siamo ancora a quel punto" spiega il diplomatico, avvertendo che "iniziative e dichiarazioni di pace unilaterali, senza consultazione di tutte le parti e non basate sulla fiducia, sono destinate a fallire". 

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Cnn: "Ostaggi liberi a gruppi perché in zone diverse di Gaza"

Oggi gli ostaggi israeliani verranno rilasciati da Hamas in luoghi e orari diversi perchè si trovano in diverse località di Gaza. Lo ha riferito la Cnn citando un funzionario israeliano. Le prime due donne liberate sono state Amit Soussana e Mia Schem.

Il Procuratore capo della Cpi in visita in Israele

Il Procuratore capo della Corte penale internazionale (Cpi) dell'Aia, Karim Khan, "è in visita in #Israele su richiesta e invito dei sopravvissuti e delle famiglie delle vittime degli attacchi del 7 ottobre". Lo rende noto la stessa Cpi nel suo profilo X, aggiungendo che "il Procuratore visiterà anche #Ramallah, Stato di #Palestina, incontrando alti funzionari palestinesi". "La visita, pur non essendo di natura investigativa, rappresenta un'importante opportunità per esprimere solidarietà a tutte le vittime e impegnarsi nel dialogo", precisa la Cpi sempre su X. 

Macron: "Grande gioia per il rilascio della franco-israeliana Shem"

La liberazione di Mia Shem, ostaggio franco-israeliana, è "una grande gioia che voglio condividere con la sua famiglia e tutti i francesi". Lo ha affermato il presidente francese Emmanuel Macron, commentando il rilascio da parte di Hamas della 21enne, rapita il 7 ottobre mentre si trovata al festival musicale Supernova. 

Idf: "Le due liberate sono in Israele, nelle prossime ore altri rilasci"

Mia Schem e Amit Soussana, le due donne tenute in ostaggio da Hamas che sono state liberate oggi, sono entrate in territorio israeliano. Lo rende noto l'esercito israeliano, precisando che dalla base Hatzerim, dove si farà una prima valutazione del loro stato di salute, saranno trasferite negli ospedali dove le aspettano i familiari. "Gli altri ostaggi saranno consegnati alla Croce Rossa nelle prossime ore", ha detto ancora un portavoce dell'Idf.

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La Francia condanna l'attentato di Hamas a Gerusalemme

La Francia condanna "con la più grande fermezza l'attacco terroristico perpetrato oggi a Gerusalemme e rivendicato da Hamas, che ha causato almeno tre morti e diversi feriti": è quanto si legge in una nota diffusa dal ministero degli Esteri di Parigi, in cui vengono rivolte "le condoglianze ai familiari delle vittime nonché gli auguri di pronta guarigione ai feriti". 

Ue: "Su Gaza dato un sostegno umanitario significativo"

"La Commissione europea sta già fornendo sostegno umanitario significativo alle persone a Gaza dove assistiamo a una catastrofe umanitaria senza precedenti, per più di due milioni di persone sul posto". Lo ha detto la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides nella conferenza stampa al termine del Consiglio Salute a Bruxelles. "Ci sono delle priorità che restano urgenti tra cui il rimpatrio" di tutti gli stranieri, "il ritorno di tutti gli ostaggi - ha detto -. Per quanto riguarda i civili a Gaza e tutto il sostegno di cui hanno bisogno nelle ultime settimane i vari Stati membri hanno offerto molte donazioni e molti prodotti essenziali stiamo collaborando con loro. Il commissario Lenarcic coopera per offrire il sostegno necessario, i finanziamenti per Gaza attraverso il team Europe attualmente ci rendono il principale donatore. Però sono dei lavori in corso in una situazione estremamente difficile. Per il momento questo è il punto della situazione con aiuti costanti per proteggere tutti i civili e tutti coloro che lavorano in questa situazione così difficile". Nella sessione pubblica del Consiglio Kyriakids ha segnalato che "un sistema di evacuazioni mediche non è ancora stato istituito per Gaza, però va considerata questa idea se arrivasse una richiesta in questo senso. Con il meccanismo europeo di protezione civile abbiamo dato un aiuto ai Paesi partecipanti con voli per convogliare sostegno logistico e aiuti in natura - ha spiegato -. Apparecchiature mediche farmaci sono stati donati da Svezia Spagna Polonia e altri sono già arrivati in Egitto per le esigenze più urgenti, che riguardano macchinari critici per cure intensive. Siamo pronti a convogliare tutta l'assistenza ulteriore che arriverà" e "forniremo continua assistenza per rispondere a esigenze più gravi. La protezione dei civili deve essere l'imperativo principale in tutti i casi".

A Gaza oltre mille camion di aiuti da inizio tregua

Sono almeno 1.132 i camion carichi di aiuti umanitari per la Striscia di Gaza entrati nell'enclave palestinese dal valico di Rafah, al confine con l'Egitto, da quando venerdì scorso è entrata in vigore la pausa nelle ostilità tra Israele e Hamas. Lo ha reso noto la Mezzaluna Rossa palestinese. "Dall'inizio della tregua e fino a ieri, lo staff e i volontari della Mezzaluna Rossa palestinese hanno ricevuto 1.132 camion di aiuti tramite il valico di Rafah", ha riferito l'organizzazione. 

Netanyahu ordina distruzione case autori attacco a Gerusalemme

Il primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu ha ordinato che le case degli autori dell'attacco di oggi a Gerusalemme vengano sigillate e distrutte. E' quanto si legge in una nota del Governo israeliano dopo una riunione con il ministro degli Interni, delle Finanze, il commissario di polizia e il capo dello Shin Bet.

Il primo ministro Netanyahu, si legge, "ha ordinato di sigillare e demolire le case dei terroristi che hanno compiuto l'attacco a Gerusalemme oggi, di effettuare arresti su vasta scala contro i loro sostenitori e contro i mittenti, di attuare azioni mirate e operative contro i gruppi di sostegno dei terroristi".

Netanyahu: "Abbiamo giurato, ho giurato, di eliminare Hamas. Niente ci fermerà"

Liberate due israeliane, 21enne Schem e 40enne Soussana

La 21enne Mia Schem e la 40enne Amit Soussana sono libere: consegnate da Hamas alla Croce Rossa, le due israeliane sono state trasferite nelle mani delle forze armate. Schem, cittadina israelo-francese, era stata rapita dai terroristi di Hamas il 7 ottobre mentre si trovava al festival musicale vicino Re'im. La 21enne, ferita mentre cercava di scappare, è stato il primo ostaggio ad apparire in un video girato da Hamas a Gaza, in cui viene mostrata mentre riceve cure mediche. La 40enne Soussana, 40 anni, originaria del Kibbutz Kfar Aza, il 7 ottobre aveva scritto ai genitori che era nascosta in un armadio all'interno della stanza sicura di casa sua ed era poi scomparsa.

Bbc: "La tregua tra Israele e Hamas a Gaza si è prolungata con la liberazione di altri ostaggi"

Croce Rossa: "Due ostaggi israeliani consegnati a noi"

La Croce Rossa ha fatto sapere che due ostaggi israeliani sono stati consegnati ai suoi operatori e sono in viaggio verso Israele. Hamas ha annunciato che oggi rilascerà cinque donne e tre bambini. 

Capo Pasdaran: "Israele può essere distrutto in 48 ore"

Bastano "48 ore" per "eliminare completamente" Israele in caso si ripeta il terribile attacco del 7 ottobre di Hamas nel Paese. E' quanto ha ripetuto il comandante dei Guardiani della rivoluzione, il generale iraniano Hossein Salami, secondo il quale - riporta l'agenzia iraniana Mehr dopo dichiarazioni con gli stessi toni arrivate a metà mese - "se si accendesse il motore di un'altra operazione come 'Tempesta di al-Aqsa' basterebbero solo 48 ore per la dissoluzione del falso regime" israeliano e "il regime sarebbe spazzato via completamente". 

Per Salami, intervenuto davanti ai Basij nella città settentrionale di Qazvin, "la caduta del regime sionista non è lontana" ed "è molto più facile di quanto pensino Israele e Stati Uniti" e la pausa nelle ostilità tra Israele e Hamas a Gaza è il "risultato della sconfitta e della frustrazione dell'esercito di Israele".

Secondo il comandante dei Pasdaran, le forze israeliane "non sono in grado di condurre un'offensiva di terra" di successo. E, ha incalzato, Tel Aviv è "totalmente nel raggio degli attacchi di Hezbollah e delle forze a Gaza e in Cisgiordania". 

Mo: Idf, 23 arresti in Cisgiordania tra cui 10 operativi di Hamas

L'Idf, le Forze di difesa israeliane hanno arrestato 23 persone durante la notte in Cisgiordania, tra cui 10 operativi di Hamas. Lo riferisce l'Idf in un messaggio diffuso su Telegram. Inoltre Tsahal ha sequestrato attrezzature militari, bandiere di Hamas e 250.000 shekel previsti per scopi terroristici.

Secondo l'Idf, circa 2.100 palestinesi sono stati arrestati in Cisgiordania durante la guerra in corso a Gaza, 1.100 dei quali sono membri di Hamas.-rdania tra cui 10 operativi di Hamas.

WSJ: "Israele pensa all'esilio come soluzione per sradicare Hamas"

Tra le varie strategie per sradicare per sempre Hamas, Israele starebbe valutando l'ipotesi dell'esilio dei terroristi, almeno quelli di basso livello, da Gaza. Lo rivelano funzionari israeliani e americani al Wall Street Journal che ha anche preso visione di una bozza del piano per la Striscia post-Hamas.  L'idea dell'esilio ricorda l'accordo mediato dagli Stati Uniti che permise al leader palestinese Yasser Arafat di fuggire con migliaia di combattenti da Beirut durante l'assedio israeliano del 1982. Questa prospettiva, riferiscono le fonti, sarebbe emersa dai colloqui tra israeliani e americani su chi governerà Gaza una volta finita la guerra e su come evitare che il territorio sia ancora sfruttato per organizzare un attacco contro Israele come quello del 7 ottobre, il peggiore nella storia della nazione. Una delle proposte, sviluppata dal think tank dell'esercito israeliano e vista dal Wall Street Journal, partirebbe dalla creazione di quelle che vengono chiamate "zone sicure e libere da Hamas" che sarebbero governate da una nuova autorità di Gaza,  sostenuta dall'Arabia Saudita e dagli Emirati Arabi Uniti.    Non è chiaro tuttavia quale sarebbe la sorte dei terroristi e delle loro famiglie e soprattutto, come sottolineano gli analisti, se essi accetterebbero l'ipotesi dell'esilio. Per i combattenti di Hamas lasciare Gaza oggi sarebbe fondamentalmente diverso  rispetto al Libano nel 1982. Mentre Arafat e i suoi 11.000 uomini erano in visita a Beirut, la Striscia per i terroristi è casa e fa parte di un auspicato stato palestinese indipendente. Il piano richiederebbe, inoltre, il sostegno di paesi disposti ad accettare i combattenti di Hamas, Turchia, Qatar, Iran, Russia e Libano. 

Blinken a Herzog: "Israele rispetti diritto internazionale e allenti tensione in Cisgiordania"

Nell'incontro con il presidente israeliano Isaac Herzog, il Segretario di Stato americano Antony Blinken ha ''ribadito il continuo sostegno degli Stati Uniti al diritto di Israele di difendersi nel rispetto del diritto internazionale umanitario''. Lo ha scritto lo stesso Blinken in un tweet aggiungendo di avere ''sottolineato la necessità di passi tangibili per allentare le tensioni in Cisgiordania''.

Blinken

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Gerusalemme: vittime un rabbino, una preside e un'insegnante

Le tre vittime dell'attentato a Gerusalemme sono state identificate come il rabbino Elimelech Wasserman, 73 anni, Hanna Ifergan, 67 anni, e Liviya Dickman, 24 anni. Wasserman era un giudice di un tribunale rabbinico. Hanna Ifergan era la preside di una scuola femminile, la giovane donna incinta una insegnante. Lo scrive Haaretz. 

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