Il governo ha fatto sapere che l’Italia è pronta a fornire supporto umanitario alla popolazione interessata dal conflitto in atto in Medio Oriente. Il Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel della Marina Militare è stato precauzionalmente rischierato a Cipro
- “Il Pattugliatore Polivalente d’Altura Thaon di Revel della Marina Militare", stato precauzionalmente "rischierato a Cipro nei giorni scorsi, per poter rapidamente raggiungere le acque antistanti Israele/Gaza". È pronto a imbarcare materiale umanitario in afflusso dalla base logistica delle Nazioni Unite di Brindisi. In foto, la nota della Difesa
- “Inoltre, due Fregate Multimissione della Marina Militare sono già in zona e una nave anfibia sta raggiungendo l’area per l’eventuale evacuazione umanitaria di personale nonché per il trasporto di ulteriore materiale di prima necessità. Le predette attività sono seguite direttamente dal Ministro della Difesa e coordinate dal Comando Operativo di vertice Interforze”, conclude la nota. Foto d'archivio
- E se la situazione dovessero peggiorare? In quel caso ci sarebbero a disposizione le due portaerei della Marina, Cavour (in foto, nel 2016) e Garibaldi, attualmente impegnate nel Tirreno
- Poi c’è un altro tema: la situazione dei quasi mille soldati italiani al confine con il Libano, per la cosiddetta Unifil, la forza di interposizione creata alla fine degli anni Settanta con lo scopo di governare le tensioni fra Libano e Israele e ancora oggi finanziata dall’Onu
- Il 28 ottobre proprio il quartiere generale Unifil è stato colpito da almeno un colpo di artiglieria senza fare vittime, ma solo danni materiali. Si tratta del secondo incidente di questo tipo dall'intensificarsi degli scontri a fuoco al confine tra Israele e Libano
- Inoltre, a livello italiano, ci sono le milizie tra Iraq e Kuwait, anche loro esposte alle minacce dei filo-iraniani. Foto d'archivio
- Nello specifico, sono 300 i militari che si trovano tra Baghdad ed Erbil, dove negli ultimi anni si stanno dedicando all'addestramento dei soldati iracheni e curdi sotto la guida della Nato. Altri 400 militari si trovano in Kuwait, all'aeroporto di Al Salem
- Come ricorda Il Messaggero, proprio a Erbil tre anni fa, Teheran lanciò dei missili come ritorsione dopo l'uccisione dell'allora generale Soleimani. A quel punto il governo Draghi decise di potenziare quel battaglione con una batteria contraerea Samp-T, la stessa inviata all'Ucraina. Foto d'archivio