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Monito ai reporter: “Non garantiamo sicurezza a Gaza”. Per ora sono già 29 le vittime

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©Ansa

Gli avvertimenti seguono la pesante scia di sangue ai danni dei professionisti dell'informazione e dei media, con un drammatico bilancio di morti

 

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"Non possiamo garantire la sicurezza dei giornalisti che operano nella Striscia di Gaza". È secco il monito lanciato dall'esercito israeliano ai giornalisti impegnati a seguire il conflitto mediorientale, anche e soprattutto a spese della propria vita. In una lettera alle due agenzie di stampa internazionali Reuters e France Presse, le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato che stanno "prendendo di mira tutte le attività militari di Hamas in tutta Gaza", aggiungendo che la fazione palestinese ha deliberatamente effettuato operazioni militari "nelle vicinanze di giornalisti e civili". Nella lettera di cui riferisce il Guardian, l'esercito di Israele ha osservato che i suoi attacchi ad alta intensità contro obiettivi di Hamas potrebbero causare danni agli edifici circostanti e che i razzi del movimento terrorista che guida la Striscia potrebbero anche esplodere e uccidere persone all'interno di Gaza.  

Sono 29 i reporter che hanno perso la vita

I moniti seguono la pesante scia di sangue ai danni dei professionisti dell'informazione e dei media, con un drammatico bilancio di vittime. Stando ad un conteggio del Comitato per la protezione dei giornalisti (Cpj), sono almeno 29 i reporter che hanno perso la vita dal 7 ottobre scorso nella guerra tra Israele e Hamas. "Le ultime tre settimane sono state il periodo più sanguinoso degli ultimi decenni per i giornalisti che si occupavano dei conflitti. Di quelli uccisi, almeno 24 erano palestinesi, quattro israeliani e uno libanese".   

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Una nuova fase della guerra

Il Cpj oggi si è detto "fortemente allarmato" dalle notizie di un blackout delle comunicazioni a Gaza. In una nota sul suo sito web, il Comitato ha sottolineato che il mondo sta "perdendo una finestra sulla realtà" di ciò che sta accadendo a Gaza, poiché gli organi di stampa perdono i contatti con i loro corrispondenti sul campo. "Un blackout delle comunicazioni è un blackout delle notizie - ha ricordato -. La guerra Israele-Gaza è entrata in una nuova fase con bombardamenti intensificati e operazioni di terra da parte delle forze israeliane" e questo "può portare a gravi conseguenze con un vuoto informativo indipendente e fattuale che può essere riempito con la disinformazione".

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