Cortei pro Palestina in vari Paesi. In migliaia a Roma, cori contro Israele. FOTO
A New York sono state arrestate centinaia di persone che avevano aderito a un sit in organizzato da un'associazione ebraica pacifista: protestavano contro le bombe israeliane di Gaza. A Londra la comunità ebraica ha ricordato gli ostaggi ancora nelle mani di Hamas e c'è stato un corteo di persone in solidarietà agli abitanti della Striscia. Mobilitazione anche nella Capitale italiana, tra gli interventi anche quello di Luigi De Magistris
- In molte parti del mondo si susseguono manifestazioni per la pace in Medio Oriente. Alcuni cortei sono dedicati ai diritti dei palestinesi, altri alle condizioni della popolazione israeliana. Altri ancora sono senza distinzioni. Cortei a Londra e Roma. Mobilitazioni anche negli Stati Uniti, a New York
- A Roma oggi è partito un grande corteo nazionale alle 15 da Porta San Paolo: "Stop al genocidio. Fine dell'occupazione. Palestina libera" sono gli slogan dell'iniziativa, promossa da una serie di associazioni dei palestinesi in Italia e a cui aderiscono un centinaio di sigle, tra i quali centri sociali, collettivi e gruppi di sinistra di tutta Italia
- Al grido di "Palestina libera" e "Intifada fino alla vittoria" nella Capitale hanno sfilato numerose persone durante il corteo nazionale pro Palestina, organizzato da comitati e associazioni tra cui i Giovani Palestinesi. "Israele criminale Palestina immortale", "Israele fascista stato terrorista": sono alcuni dei cori lanciati dai manifestanti. Gli organizzatori hanno invitato i partecipanti a rimuovere le bandiere italiane presenti nel corteo per far spazio solo a quelle palestinesi
- "Vogliamo vedere solo bandiere palestinesi: fuori tutti i fascisti e nazionalisti dalla nostra manifestazione", l'invito alla folla. Sventolavano, tra le altre, anche bandiere della pace. Qualcuno ha portato palloncini a forma di anguria, simbolo della resistenza palestinese per i suoi colori rosso, verde, bianco e nero, uguali a quelli della bandiera
- Alla testa del corteo una grande chiave nera a rappresentare il ritorno nelle case "occupate". Ovunque bandiere palestinesi, insieme a quelle delle associazioni partecipanti. Presenti, tra gli altri, rappresentanti del Partito comunista, Potere al popolo e Cobas
- Qualche tensione si è registrata a Roma quando alcuni manifestanti hanno rimosso la bandiera di Israele davanti alla Fao, in viale Aventino. Uno dei manifestanti si è arrampicato sul pennone, strappando il drappo. Gli uomini della Digos che presidiavano il palazzo non sono riusciti a bloccarlo. Sono seguiti scontri verbali tra i manifestanti e gli agenti. Qualcuno ha scritto "Free Palestine" sul muro sotto l'asta della bandiera israeliana rimossa. Altre scritte sono comparse sulle mura inneggiando all'intifada
- Intorno alle 19.45 il corteo romano è arrivato in piazza San Giovanni, dove ha occupato le strade e i prati davanti alla chiesa. Tra gli interventi finali quelli di Yousef Salman, presidente della comunità palestinese di Roma e del Lazio, dell'Unione democratica arabo-palestinese, dell'associazione di palestinesi in Italia Mohammad Hannoun, di Bassam Saleh, giornalista palestinese, di Salomone Ovadia, ebreo contro l'occupazione e di Luigi de Magistris
- Le manifestazioni che si sono svolte in tutta Italia da quando è iniziato il conflitto sono un centinaio. La maggioranza è a sostegno della causa palestinese. Il governo italiano, come ha spiegato il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi, ha scelto di gestire gli eventi di piazza senza vietarli come ha deciso invece la Francia. In foto, un corteo pro-Palestina a Roma nei giorni scorsi
- Migliaia le persone che hanno preso parte oggi anche a Londra a una manifestazione a sostegno dei palestinesi, organizzata per il terzo fine settimana consecutivo, per chiedere un cessate il fuoco. Il corteo, punteggiato da numerose bandiere palestinesi, ha lasciato le rive del Tamigi per seguire un percorso che lo ha portato alla piazza del Parlamento, non lontano dal Big Ben. Più di mille agenti di polizia sono stati mobilitati, secondo Scotland Yard
- Si chiede di fermare quello che viene definito genocidio sulla Striscia di Gaza. Intanto, il partito laburista britannico, prima forza d'opposizione nel Regno Unito, ha avanzato una precisa richiesta: cambiare la linea troppo rigida sul conflitto in corso tra israeliani e palestinesi e chiedere un cessate il fuoco per fermare i bombardamenti condotti dallo Stato ebraico a Gaza così da permettere una adeguata assistenza umanitaria ai civili
- Tra i vari striscioni ce ne sono alcuni in cui si chiede lo "stop al massacro". Intanto Londra, insieme all'Italia e alla Germania, si è astenuta riguardo all'approvazione della bozza di risoluzione presentata dalla Giordania, a nome dei Paesi arabi, per una tregua umanitaria tra Israele e palestinesi
- Ieri sera, diverse centinaia di persone sono state arrestate a New York nel corso del gigantesco si-it organizzato al Grand Central Terminal, da un'associazione ebraica pacifista. Protestavano contro il bombardamento israeliano di Gaza. Secondo la polizia di New York, ci sono stati almeno 200 arresti ma gli organizzatori hanno riferito di oltre 300 persone fermate
- Le foto scattate mostrano lunghe file di giovani ammanettati con indosso felpe nere con le frasi "Non nel nostro nome" e "Cessate il fuoco adesso" stampate in bianco. Il massiccio sit-in è stato organizzato dal gruppo Jewish Voice for Peace-New York City, che ha bloccato l'ingresso principale del terminal: è stato - hanno detto gli organizzatori - "il più grande atto di disobbedienza civile che New York City abbia visto negli ultimi vent'anni"
- Ad aprire l'evento sono stati i rabbini, accendendo candele dello Shabbat e recitando il Kaddish, la preghiera ebraica per i morti. "Lo Shabbat è solitamente un giorno di riposo, ma non possiamo permetterci di riposarci mentre si svolge un genocidio in nostro nome", ha detto il rabbino May Ye in una dichiarazione diffusa dagli organizzatori. "Le vite dei palestinesi e degli israeliani sono intrecciate e la sicurezza può derivare solo dalla giustizia, dall'uguaglianza e dalla libertà per tutti"
- "Liberate la Palestina", "Cessate il fuoco adesso", "Lasciate vivere Gaza", "Gli ebrei si rifiutano di essere complici di questo genocidio", alcuni degli slogan gridati dai manifestanti o stampati sui loro striscioni
- Nel Regno Unito, a Londra, la comunità ebraica ha organizzato nella giornata di ieri 27 ottobre un evento al Jewish Community Center di Finchley Road per ricordare i 229 ostaggi israeliani catturati da Hamas e per chiedere la loro liberazione. È stata allestita una tavola con 229 posti vuoti in occasione della festività dello Shabbat (sabato ebraico)
- Altre manifestazioni di solidarietà ai prigionieri nelle mani di Hamas si sono svolte nella metropoli. Molti bambini hanno lasciato peluche all'ingresso del ministero degli Esteri britannico chiedendo un cessate il fuoco per i loro coetanei palestinesi che vivono da settimane sotto le bombe a Gaza
- Anche studenti e insegnanti di diversi centri educativi di varie località cubane ad alta densità di presenza araba hanno espresso la loro solidarietà al popolo palestinese
- Nella giornata di ieri 27 ottobre si sono anche verificate manifestazioni pro Palestina a Istanbul e a Tunisi. Sono state documentate in diretta dalle televisioni panarabe