La polizia polacca ha isolato una piazza nel centro di Varsavia dopo che un uomo si è arrampicato su un monumento minacciando di farsi esplodere. È successo a un giorno dalle elezioni che vedranno sfidarsi Mateusz Morawiecki, il primo ministro uscente della Polonia, e Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019
Il 15 ottobre in Polonia si vota per le elezioni politiche. Il partito di governo, il Pis (Diritto e Giustizia) resta in vantaggio nei sondaggi. Segue con un certo distacco la Coalizione Civica (Koalicja Obywatelska, gruppo Ppe), il cui cuore è Piattaforma Civica. Tornano a incrociarsi i destini di due uomini, quello di Mateusz Morawiecki, il primo ministro uscente della Polonia, e quello dello sfidante, Donald Tusk, presidente del Consiglio europeo dal 2014 al 2019. A un giorno dal voto però i riflettori si sono accesi sulla cronaca: la polizia polacca ha isolato piazza Pilsudski, nel centro di Varsavia, dopo che un uomo si è arrampicato sul monumento dedicato alle 96 vittime della catastrofe di Smolensk. I media polacchi hanno riportato che l'uomo ha minacciato di farsi esplodere. Sul posto sono intervenuti alcuni negoziatori, che alla fine lo hanno convinto a scendere e consegnarsi alle autorità. Non è chiaro se l’azione dell’uomo sia in qualche modo riconducibile all’appuntamento elettorale di domani, alla situazione in Medio Oriente o ad altre motivazioni.
Gli sfidanti
Il Pis rappresenta la destra nazionalista e a livello Ue siede nell'Ecr: è il principale partito dei Conservatori, accanto in prospettiva a Fratelli d'Italia, dopo l'uscita dei Tories britannici in seguito alla Brexit. Al potere dal 2015, secondo il capo dello European Council of Foreign Relations di Varsavia, Piotr Buras, il partito di Jaroslaw Kaczinsky si è reso responsabile di un "colpo di Stato contro l'ordine costituzionale liberale". Le riforme introdotte nel sistema giudiziario hanno portato il governo di Mateusz Morawiecki ai ferri corti con la Commissione Europea, fino al punto di mettere in dubbio la primazia del diritto Ue, fissata dai trattati che la Polonia ha sottoscritto aderendo all'Unione. La conflittualità tra Varsavia e Bruxelles è diminuita dopo l'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, ma resta latente e la Polonia, pro Nato ma euro-critica, resta un osso duro per il consensus bruxellese, anche grazie all'asse con l'Ungheria di Viktor Orban.
In ogni caso, il Pis resta in testa nei sondaggi, secondo Politico.eu, intorno al 37%. Segue intorno al 30%, la Coalizione Civica (Koalicja Obywatelska, gruppo Ppe), il cui cuore è la Piattaforma Civica di Donald Tusk, che dopo la presidenza del Consiglio Europeo e del Ppe è tornato in patria per tentare di spodestare il Pis di Kaczinsky. I rapporti tra i due leader sono pessimi: il capo del Pis lo accusa di essere dietro la morte del fratello gemello in un incidente aereo il 10 aprile 2010 a Smolensk, in Russia. Potrebbero rivelarsi decisive le formazioni più piccole. Sono tre, tutte indicate tra il 9 e l'11%: Terza Via, che è un'alleanza tra il partito centrista Polonia 2050 e il Partito del Popolo Polacco, uno dei più antichi del Paese, dalla base contadina; Confederazione, un'alleanza di estremisti di destra contrari agli ebrei, agli omosessuali, alle tasse e all'Ue; la Nuova Sinistra, un raggruppamento di sei partiti di sinistra. E' attesa un'affluenza piuttosto alta, intorno al 70%, il che vorrebbe dire circa 20 mln di elettori alle urne. Il numero degli indecisi è elevato, specie nelle campagne, il che potrebbe indicare un'erosione della base del Pis.
Gli indecisi
Secondo Politico.eu, se gli indecisi si recheranno a votare in massa, aumenteranno le chance per Piattaforma Civica di formare una coalizione con Terza Via e la Nuova Sinistra. Viceversa, se staranno a casa, allora il Pis avrebbe maggiori possibilità di formare una coalizione con un singolo partner (anche se Confederazione, l'estrema destra) in passato ha detto di non volersi alleare con il Pis). Probabilmente dopo il voto seguiranno trattative per formare una coalizione di governo, se il Pis non dovesse riuscire a conquistare la maggioranza assoluta dei seggi (nel 2019 ne aveva ottenuti 235 alla Dieta, su 460, con il 43,6%). Hanno diritto di votare circa 29 mln di polacchi, più un altro mezzo milione registrato all'estero. Si vota, dalle 7 di mattina alle 21, per rinnovare la Sejm, la Camera bassa del Parlamento polacco che conta 460 deputati, e il Senat, la Camera alta, che ha 100 senatori. I risultati dello spoglio sono attesi lunedì, al più tardi martedì, secondo una corrispondenza di Politico.eu da Varsavia. Le leggi elettorali sono differenti per le due Camere: per la Sejm, la Dieta, vale il proporzionale, con collegi plurinominali e delle soglie di sbarramento (8% per le coalizioni, 5% per i singoli partiti), mentre per il Senato sono in palio 100 collegi uninominali, in cui ogni partito può presentare un solo candidato.
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Occhi puntati sulla Polonia
Le elezioni polacche saranno guardate con molta attenzione a Bruxelles: Tusk, che è stato presidente del Consiglio Europeo, intende riportare Varsavia verso posizioni più in linea con l'Ue e in campagna elettorale sostiene che la Polonia con il Pis sia sulla via dell'uscita dall'Unione. Il governo di Mateusz Morawiecki del Pis (è premier dal 2017, confermato dopo le politiche del 2019) si è rivelato un osso molto duro per la Commissione Europea: la procedura ex articolo 7 si è rivelata un'arma spuntata, dato che Ungheria e Polonia si sostengono a vicenda nel Consiglio. Insieme alle elezioni politiche, domenica i cittadini polacchi saranno chiamati ad esprimersi anche su alcuni quesiti referendari, così formulati: "Sei favorevole alla svendita dei beni statali a entità straniere, che porterebbe alla perdita del controllo dei polacchi su settori strategici dell'economia? Sei favorevole all'aumento dell'età pensionabile, compreso il ripristino dell'età pensionabile aumentata a 67 anni per uomini e donne? Sei favorevole alla rimozione della barriera al confine tra la Repubblica di Polonia e la Repubblica di Bielorussia? Sostieni l'ammissione di migliaia di immigrati clandestini dal Medio Oriente e dall'Africa, secondo il meccanismo di ricollocazione forzata imposto dalla burocrazia europea?".
I destini incrociati
Alle elezioni tornano a incrociarsi i destini di Morawiecki e Tusk. Il primo è stato, in un'epoca neanche tanto lontana, consigliere economico dell'ex premier ed ex presidente del Consiglio Europeo Tusk, leader di Piattaforma Civica. Le strade del premier ultranazionalista e dell'ex presidente del Partito Popolare Europeo si sono già incrociate nel 2010, quando Morawiecki non aveva ancora aderito ad un partito, Tusk era già primo ministro e aveva bisogno di un advisor per l'economia. Per il resto, le figure dei due principali sfidanti di domenica sono decisamente diverse. Tusk, che è stato per due volte primo ministro e per due mandati presidente del Consiglio Europeo, è di Danzica, raffinata e aperta al mondo. È un "figlio del popolo": suo padre era un carpentiere, sua madre un'infermiera. Entrambi erano stati schiavi lavoratori durante l'occupazione nazista. Fa anche parte di una minoranza etnica: è un casciubo, membro di una comunità che ha una sua lingua, distinta dal polacco, e che discende direttamente dall'antica tribù slava dei Pomerani. Morawiecki, invece, è di Breslavia (Wroclaw), ed è figlio di un fisico teorico, attivista politico anticomunista, che militava in una organizzazione che si era scissa da Solidarnosc. Ha avuto un'educazione d'élite: si è laureato in Storia a Breslavia, ma anche in Business Administration sia a Wroclaw che nel Connecticut, in Diritto europeo ad Amburgo e a Basilea, oltre ad avere completato l'Advanced Executive Program alla Northwestern University, nell'Illinois. Parla correntemente inglese e tedesco.
Il duello
Tusk, dopo i due mandati alla testa del Consiglio Europeo, è stato presidente del Partito Popolare Europeo, per ritornare infine in Polonia a sfidare il Pis. Morawiecki, nel 2010 è diventato consigliere economico dell'allora premier Tusk. Nel 2015 è stato nominato ministro dello Sviluppo Economico in un governo guidato dai nazionalisti del Pis, che lo aveva scelto nel tentativo di rassicurare gli investitori internazionali. Nel 2016 è diventato ministro dell'Economia nel governo di Beata Szydlo e ha aderito al Pis. Alla fine del 2017, Kaczinsky ha deciso di sostituire Szydlo proprio con Morawiecki, facendone il premier, perché lo riteneva più adatto a rassicurare gli investitori. Da allora Morawiecki ha tenuto una linea politica decisamente conservatrice e nazionalista, temperata però da una politica economica più spostata a sinistra, con programmi di welfare diretti soprattutto a beneficio della classe contadina, lo zoccolo duro del Pis. È tornato al governo nel 2019, anche se il Pis ha perso il controllo del Senato. Ora cerca il terzo mandato. Per riuscirci, dovrà sconfiggere l'uomo al quale 13 anni fa sussurrava consigli per la politica economica.