Azerbaigian avvia "operazione antiterroristica" in Nagorno Karabakh

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Le autorità armene denunciano: "Attaccano i civili, in corso pulizia etnica". Fonti locali: "Due morti e 11 feriti". Il ministero della Difesa di Baku: "Bombardate posizioni delle forze armate e infrastrutture militari". Poi afferma di aver avvertito dell'intervento militare sia Russia sia Turchia. Ma il Cremlino smentisce: "Informati poco prima dell'inizio delle ostilità". Mosca: "Stop spargimento di sangue". Ue: "Fermare immediatamente azione"

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L'Azerbaigian ha avviato un'operazione "antiterroristica" nel Nagorno Karabakh quasi tre anni dopo la guerra contro l'Armenia per la regione contesa. Il ministero della Difesa di Baku ha affermato che stamane sono state bombardate "posizioni delle forze armate armene e infrastrutture militari". Il primo ministro dell'enclave armena in territorio azero Nicol Pashinian ha convocato il Consiglio di Sicurezza nazionale per discutere la situazione di fronte alle "ostilità su vasta scala" e ha dichiarato che le forze dell'Azerbaigian hanno iniziato "un'operazione di sfondamento" per prendere il controllo dei centri abitati. Il ministero degli Esteri dell'Armenia denuncia che l'Azerbaigian sta cercando di compiere un'operazione di "pulizia etnica". Pachinian ha detto che la situazione alla frontiera è "stabile" e che l''Armenia "non è impegnata in azioni armate". Finora, secondo quanto riportato da fonti locali, sarebbero due i civili rimasti uccisi e 11 i feriti durante i bombardamenti.

Udite esplosioni nella città separatista di Stepanakert

Fonti locali riportano che sono state udite esplosioni nella roccaforte separatista di Stepanakert. I filo-armeni del Nagorno-Karabakh hanno spiegato che le forze azere stamane "hanno violato il regime di cessate il fuoco lungo tutta la linea di contatto lanciando attacchi missilistici e di artiglieria". Poi hanno confermato che Stepanakert e altre città sono sotto "l'intenso fuoco" delle forze armate azere. I separatisti hanno affermato che continuano a "resistere" di fronte alle truppe azere che stanno "tentando di avanzare in profondita'". Il ministero degli Esteri armeno ha chiesto al Consiglio di Sicurezza dell'Onu e alle forze di pace russe di adottare misure per fermare "l'aggressione dell'Azerbaigian".  Sergei Ghazaryan, ministro degli Esteri dell'autoproclamata Repubblica del Nagorno Karabakh, ha dichiarato: "Stiamo assistendo a come l'Azerbaigian si sta muovendo per l'eliminazione fisica della popolazione civile e la distruzione degli obiettivi civili". Poi ha aggiunto: "Abbiamo ripetutamente informato gli attori internazionali che le sole chiamate non fermeranno l'Azerbaigian dai suoi atti belligeranti e criminali. Chiediamo alla comunità internazionale di adottare misure efficaci molto rapidamente per fermare l'aggressione".

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Mosca: "Armenia e Azerbaigian rispettino il cessate il fuoco"

Mosca è preoccupata per la "repentina escalation" in Nagorno-Karabakh e chiede ad Armenia e Azerbaigian di rispettare gli accordi sul cessate il fuoco. "Sappiamo cosa è necessario fare per risolvere la situazione... attuare tutto ciò che abbiamo concordato, non provocare la situazione, lavorare per calmarla e risolverla", ha affermato la portavoce del ministero degli Esteri russo, Maria Zakharova, invitando a "mettere fine allo spargimento di sangue". Le autorità dell'Azerbaigian, secondo quanto riportano fonti locali, hanno informato Russia e Turchia dell'iniziativa militare. In una nota hanno reso noto che "il comando del contingente di mantenimento della pace della Federazione russa e la leadership dell'Osservatorio turco-russo sono stati informati delle attività svolte". Il ministero degli Esteri russo ha pero fatto sapere che la comunicazione dell'imminente attacco è avvenuta solo "pochi minuti" prima dell'avvio dell'operazione. Mosca ha chiesto sia all'Armenia sia all'Azerbaigian di garantire "incondizionatamente" la sicurezza dei suoi peacekeeper nel Nagorno-Karabakh, che "continuano a svolgere il proprio compito".

epa10480300 A general exterior view as the United Nations security council meeting takes place on the expansion of Israeli settlements in Palestinian territory, at the United Nations Headquarters in New York, New York, USA, 20 February 2023.  EPA/Peter Foley

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Ue: "Azerbaigian fermi immediatamente azione militare"

Anche l'Unione europea è intervenuta sul conflitto. "Notizie devastanti arrivano oggi dall'ex oblast' del Nagorno-Karabakh. Le azioni militari dell'Azerbaigian devono essere immediatamente interrotte per consentire un dialogo autentico tra Baku e gli armeni del Karabakh", ha scritto in un tweet il presidente del Consiglio Ue Charles Michel. L'Alto rappresentante dell'Unuone europea per la Politica estera, Josep Borrell, ha consegnato una dichiarazione in cui sottolinea che l'Ue "condanna l'escalation militare lungo la linea di contatto e in altre località del Karabakh. L'Ue deplora la perdita di vite umane causata da questa escalation. Chiediamo la cessazione immediata delle ostilità e che l'Azerbaigian interrompa le attuali attività militari. Urgente riprendere il dialogo tra gli armeni di Baku e del Karabakh". Poi continua: "Questa escalation militare non deve essere usata come pretesto per forzare l'esodo della popolazione locale. È necessario fermare la violenza per creare un ambiente favorevole ai colloqui di pace e di normalizzazione. È necessario un impegno genuino da parte di tutte le parti per lavorare verso esiti negoziati. L'Ue resta pienamente impegnata a facilitare il dialogo". 

Francia: "Subito riunione di sicurezza Onu"

La Francia ha chiesto una riunione urgente al Consiglio di Sicurezza dell'Onu. "Non esiste alcun pretesto che giustifichi un'azione cosi' unilaterale" in Nagorno Karabakh, ha sottolineato in una nota il ministero degli Esteri francese. L'operazione militare azera "minaccia migliaia di civili già colpiti da un blocco illegale che dura da un mese e che va contro gli sforzi della comunità internazionale per raggiungere una soluzione negoziata", ha aggiunto Parigi. 

Ambasciatore armeno: 'Aggressione Baku un'atrocità di massa' 

"Oggi l'Azerbaijan ha avviato un massiccio attacco non provocato contro il Nagorno-Karabakh, colpendo città e civili su larga scala. Dopo aver imposto un blocco totale, per circa 9 mesi, sottoponendo la popolazione di 120.000 armeni alla fame e sofferenze morali e psicologiche, ora l'Azerbaijan li sta prendendo deliberatamente di mira per eliminarli. Questa aggressione non provocata nel Nagorno-Karabakh può essere descritta solo come atrocità di massa. L'Azerbaijan sta ignorando completamente tutti gli sforzi precedenti per stabilizzare la situazione e i relativi appelli internazionali", ha affermato in una nota l'ambasciatore della Repubblica d'Armenia in Italia, Tsovinar Hambardzumyan. "Mentre la comunità internazionale chiede all'Azerbaijan l'immediata apertura del corridoio di Lachin e propone un meccanismo di dialogo tra Stepanakert e Baku, quest'ultimo inizia un attacco di aggressione contro la popolazione. Come prima di ogni attacco, anche questa volta, l'Azerbaijan ha iniziato una propaganda diffondendo false notizie e incolpando le forze armene per aver attaccato le postazioni dell'Azerbaijan. Queste fake news sono state puntualmente smentite sia dall'Armenia che dal Nagorno-Karabakh sapendo che in questo modo l'Azerbaijan prepara una nuova aggressione", ha accusato il diplomatico. "Pochi giorni fa il Primo Ministro Armeno Nikol Pashinyan ha dichiarato apertamente che l'Azerbaijan sta schierando le forze armate sul confine con l'Armenia e intorno al Nagorno-Karabakh, ma questo messaggio di allarme è caduto nel vuoto. Gli appelli della comunità internazionale non hanno prodotto nessun risultato. Ilham Aliyev ha ignorato tutti gli avvertimenti e tutti gli appelli della comunità internazionale. Tutto questo rischia di portare inevitabilmente a ulteriori numerose tragedie umane. In questa situazione è necessario dare un forte messaggio politico di condanna da parte della comunità internazionale e di adottare immediate sanzioni al paese che sta ignorando la stessa comunità internazionale", ha concluso Hambardzumyan.

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