
Il colpo di Stato rovesciò il governo democraticamente eletto di Salvador Allende e portò al comando Augusto Pinochet e alla morte e alla scomparsa di oltre 3.000 persone, l'incarcerazione e la tortura di molte altre. Durante la marcia di commemorazione a Santiago del Cile si sono verificati scontri con la polizia e incendi dolosi

L'11 settembre in Cile ricorre il cinquantesimo anniversario del violento colpo di Stato militare di Augusto Pinochet (nella foto, a sinistra insieme a Salvador Allende), che vide la morte e la scomparsa di oltre 3.000 persone, l'incarcerazione e la tortura di molte altre
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Durante la marcia di commemorazione a Santiago del Cile si sono verificati scontri con la polizia e incendi dolosi. Il contatto tra manifestanti e forze dell'ordine si è verificato all'esterno del palazzo presidenziale, La Moneda, dove l'allora presidente Allende fu spodestato. L'esterno del palazzo è stato vandalizzato e alcune finestre sono state rotte. Secondo un rapporto del governo, negli scontri almeno sei agenti sono rimasti feriti. Almeno 11 persone sono state arrestate
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Il colpo di Stato avvenne nel 1973, quando il governo cileno guidato da Salvador Allende fu rovesciato dai militari guidati da Pinochet, incoraggiati dagli Stati Uniti
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Fu l'inizio di una dittatura durata 17 anni che vide la morte e la scomparsa di almeno 3.065 persone, la brutale tortura di altre migliaia e un sistema di traffico di bambini che, prelevati con la forza a genitori dissidenti o poveri, venivano fatti adottare negli Stati Uniti o in altre nazioni
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Mentre gli americani piangono il 22esimo anniversario degli attacchi alle Torri gemelle, milioni di cileni segnano anche il loro anniversario. "Un altro 11 settembre pieno di morte", scrisse lo scrittore cileno Ariel Dorfman circa un mese dopo gli attacchi dell'11 settembre contro gli Stati Uniti. "Una sofferenza parallela, un dolore simile, un disorientamento proporzionato"

La mattina dell'11 settembre 1973 a Santiago, carri armati e aerei dell'aeronautica militare attaccarono il palazzo presidenziale del leader socialista Salvador Allende, che era stato eletto democraticamente solo tre anni prima con la promessa di sradicare la povertà

La stessa mattina, Allende fece un'ultima trasmissione al popolo, rifiutandosi di dimettersi dal suo incarico e gridando: "Ama, vivi il Cile! Viva il popolo! Viva i lavoratori!"

Secondo quanto ricostruito dagli storici, Allende aiutò a difendere il palazzo prima che, stando alla testimonianza del suo medico, Patricio Guijo'n, rimastogli fedele fino alla fine, si sparasse sotto il mento con il mitragliatore AK-47 che, sembra, gli fosse stato regalato da Fidel Castro

Pinochet assunse la presidenza due giorni dopo, mettendo fuori legge i partiti di sinistra e annunciando che non ci sarebbero state più elezioni, secondo l'Ufficio The Historian del Dipartimento di Stato americano

"L'esercito agisce esclusivamente per patriottismo, per salvare il paese dal caos causato dal governo marxista di Salvador Allende", disse Pinochet alla nazione. Il suo regime sarebbe durato 17 sanguinosi anni

Nel Paese vennero subito sospese tutte le libertà: il parlamento venne sciolto e i partiti e i sindacati dichiarati illegali. Contemporaneamente, venne avviata una dura repressione verso i sostenitori di Allende e i militanti dei partiti di sinistra

Nel 1990, quando nel Paese tornerà la libertà e la democrazia, un'apposita commissione nazionale conterà ufficialmente oltre 40mila perseguitati del regime tra morti, desaparecidos, torturati, incarcerati ed esiliati per motivi politici

Negli anni Duemila, poi, un dossier della Commissione Valech voluta dall'allora presidente della Repubblica, Ricardo Lagos, per far luce sulla prigionia politica e la violenza negli anni della dittatura militare, ha rivelato che tra i torturati dal regime ci sarebbero stati anche bambini minori di 12 anni
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