Ustica, Amato: "Non ho detto a Macron di chiedere scusa ma di occuparsi della cosa"

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"Dopo aver letto tutto quello che è stato scritto, non ho ritrattato niente". Lo ha detto l'ex Presidente del Consiglio intervenendo, in conferenza, alla Stampa estera e tornando sulle sue dichiarazioni dei giorni scorsi relative alla strage di Ustica. "Non ho mai detto che stavo dando la verità" sulla tragedia, ha sottolineato ancora

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"Dopo aver letto tutto quello che è stato scritto, non ho ritrattato niente". Lo ha detto Giuliano Amato intervenendo, in conferenza, alla Stampa estera e tornando sulle sue dichiarazioni dei giorni scorsi relative alla strage di Ustica. "Non ho mai detto che stavo dando la verità" sulla tragedia, ha sottolineato ancora. "Ho detto che portavo avanti una delle ipotesi, specificando che io non avevo alcuna verità da offrire, e che il mio scopo era quello di provocare un avvicinamento alla verità". Nell'intervista in questione, ha spiegato ancora, “non ho detto a Macron di chiedere scusa ma di occuparsi della cosa: se dimostra che è infondata bene, se no deve chiedere scusa". Allo stesso presidente francese, Amato ha sottolineato che direbbe: "Abbiamo la fortuna di avere te come presidente della Francia in questo momento, che sei il più libero per occuparsi di questa vicenda'" per "pacificare il mondo in cui viviamo e ancora di più legarti a questi giovani" ai quali "dire ti consegno un mondo in cui i misteri sono finiti e le verità si cercano, non si lasciano sotto il tappeto". A Macron "che aveva due anni all'epoca, chiedo che ci liberi dalla questione Solenzara", ha proseguito Amato, facendo riferimento alla base militare in Corsica da cui potrebbe essere partito il caccia che lanciò il missile contro il Dc9, secondo una delle piste investigative emerse nel tempo. 

"Unica ragione mie parole il peso della mia età"

"Non mi importa assolutamente nulla della sede politica di oggi, la ragione è che una persona di 85 anni comincia a ragionare avendo in mente qualcosa di diverso da ciò che quotidianamente affligge i giornalisti che si occupano di cronaca politica, e inizia a pensare che ha davanti poco tempo e a chiedersi se c'è qualcosa di utile e di incompiuto", ha continuato l'ex Presidente del Consiglio. "Mi è arrivata la richiesta di Repubblica di parlare di Ustica, mi stava dentro, avevo avuto contatti recenti con le famiglie e ho iniziato a pensare che questa ricerca a cui le famiglie non rinunciano sta per arrivare a un tempo irrealizzabile", ha ribadito. Aggiungendo: "Ecco il peso della mia età".

“La politica può fare molto”

"Ho trovato singolare sia stato detto che la politica con Ustica non c'entra. La politica può ancora fare molto, se vuole, perché Ustica sia chiarita", ha riferito ancora Amato, facendo poi altri riferimenti. "La ricerca di verità da parte delle associazioni delle vittime comincia a diventare irrealizzabile perchè si muore: Purgatori se ne è appena andato, era una voce importantissima, altre che hanno vissuto la vicenda se ne possono andare, visto tutti gli anni passati. Chi ha guidato un aereo potrebbe dire 'ero io alla cloche di un aereo che quella notte era tra gli altri a ronzare attorno al Dc9", ha detto ancora.

Il ruolo della Nato

Il ruolo della Nato sulla strage di Ustica "non è completamente chiaro", ha argomentato poi Amato. "La Nato ai fini del chiarimento di ciò che accadde, per quanto io ne sappia, ha in parte collaborato e in parte no. Ha collaborato non negando le carte che dimostravano che quella sera erano in volo in quella zona aerei americani, belgi, francesi, inglesi, ma asserendo che non era un'esercitazione Nato, sembrava, ma non era stata organizzata dalla Nato", ha spiegato ancora. Poi, una chiosa finale. "Chi ha scritto che la mia intervista è fonte di attriti con la Francia ha voluto creare un attrito e dire una cosa non vera, cosa che spesso in politica si fa. Non risponde a verità". 

 

La segretaria del PD Elly Schlein nella sede del Nazareno durante conferenza stampa sulle proposte del partito democratico su Pnrr,  precariato e opposizione al governo, Roma, 19 Aprile 2023. ANSA/GIUSEPPE LAMI

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