Egitto, al Sisi grazia l'attivista politico Ahmed Douma: era in prigione dal 2013

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Era stato condannato in via definitiva a una pena di 15 anni di reclusione per il suo coinvolgimento in scontri di piazza avvenuti nel dicembre del 2011. L'atto di clemenza è stato formalizzato attraverso un decreto presidenziale e ha coinvolto anche altri detenuti

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Il presidente dell'Egitto, Abdel Fattah al Sisi, ha concesso la grazia a un noto attivista politico di nome Ahmed Saad Douma. Quest'ultimo era stato condannato in via definitiva a una pena di 15 anni di reclusione per il suo coinvolgimento in scontri di piazza avvenuti nel dicembre del 2011, incluso un incidente avvenuto di fronte al palazzo del Consiglio dei Ministri al Cairo. Questo atto di clemenza è stato formalizzato attraverso un decreto presidenziale e ha coinvolto anche altri detenuti. La notizia della grazia è stata diffusa su Facebook da Tarek Elawady, un membro del Comitato per la grazia presidenziale.

Chi è Ahmed Saad Douma, in prigione dal 2013

Ahmed Saad Douma è una delle figure più note della Rivoluzione del 2011 che portò alla deposizione di Hosni Mubarak. Douma è in carcere dal 2013. La sua condanna a 15 anni era stata confermata in Cassazione e prevedeva anche il pagamento di una multa di 330mila euro. Il processo però era stato annullato nel 2017 e nel gennaio 2019 vi era stata la condanna a 15 anni, confermata nel luglio dell'anno dopo in Cassazione. A segnalare la decisione di Sisi di "graziare il giornalista e poeta Ahmed Saad Doma dopo 10 anni di reclusione" è stato, su X, anche Patrick Zaki, a sua volta graziato il mese scorso dal presidente egiziano mettendo fine alla vicenda giudiziaria che lo aveva tenuto in carcere 22 mesi e sotto processo per altri 19. Le accuse per Douma e gli altri coimputati erano state fra l'altro possesso di armi bianche e molotov, aggressione a forze di sicurezza, incendio dell'Istituto d'Egitto e assalto ad edifici governativi tra cui quello del Coniglio dei ministri. L'arresto di Douma, di orientamento laico, era avvenuto nell'ambito della repressione contro i Fratelli musulmani cacciati dal potere nel 2013 da una rivoluzione popolar-militare guidata proprio da Sisi, all'epoca Comandante in capo delle Forze armate egiziane.

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