Niger, leader golpista Tchiani: "Non cederemo a pressioni esterne"

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Una delegazione della Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale è nel Paese per negoziare con i ribelli al potere. Mentre continuano le partenze degli europei dalla capitale Niamey, anche gli Stati Uniti hanno ordinato la partenza del personale non essenziale dell'ambasciata. Biden e l'Ue chiedono l'immediato rilascio di Bazoum: "Non cederemo a pressioni", ha detto Tchiani

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Non cala la tensione in Niger dopo il colpo di Stato militare contro il presidente Mohamed Bazoum della settimana scorsa. E mentre dal presidente Usa Joe Biden e dall'Ue arriva la richiesta di immediato rilascio del deposto Mohamed Bazoum, il leader della giunta militare golpista, Abdourahmane Tchiani, ha detto in un discorso trasmesso dalla tv e citato dalla Bbc che il suo governo non cederà né alle pressioni regionali né a quelle internazionali per rimettere al suo posto il presidente eletto. E ha condannato le sanzioni imposte al Paese dalla Comunità degli Stati dell'Africa occidentale (Ecowas), definendole "illegali, ingiuste e disumane". Intanto i Paesi occidentali continuano a monitorare la situazione: gli Usa hanno ordinato la partenza del personale non essenziale dell'ambasciata a Niamey, Londra ridurrà "temporaneamente" il suo personale diplomatico per "motivi di sicurezza". Intanto, il gruppo France Médias Monde ha denunciato l'interruzione della diffusione dei programmi di Radio France Internationale (Rfi) e di France 24 in Niger, una "decisione presa al di fuori di ogni cornice convenzionale e legale".

Ecowas: “Intervento militare è ultima opzione sul tavolo”

Una delegazione dell'Ecowas è nel frattempo arrivata a Niamey "per negoziare" con la giunta militare e uno dei generali a capo del putsch, Salifou Mody, è volato nel vicino Mali per consultazioni. L'intervento militare in Niger sarebbe "l'ultima opzione sul tavolo" per ripristinare il presidente Bazoum, ha affermato un funzionario dell’Ecowas, i cui leader hanno minacciato di usare "la forza" contro i golpisti. Il Senegal ha fatto sapere che ci sarà, nel caso in cui l'Ecowas decidesse per l'intervento militare.

Gli europei lasciano il Niger

Gli occidentali stanno continuando a lasciare il Paese a bordo dei voli speciali e i governi europei continuano a condannare più o meno genericamente l'attacco alla democrazia da parte dei golpisti, preoccupati in primis di portare in salvo i propri connazionali. “Siamo soddisfatti, perché siamo riusciti a riportare in Italia tutti i nostri connazionali che lo avevano chiesto", ha commentato Tajani che ha definito "un successo della nostra diplomazia" il rientro degli italiani e ha confermato che l'ambasciata d'Italia a Niamey rimane aperta anche per seguire la quarantina di connazionali che ha deciso di rimanere nel Paese africano. Il ministro degli Esteri ha rassicurato anche sui circa 350 militari italiani del contingente che doveva formare le forze armate nigerine: "Insieme ai contingenti francese, americano, belga e tedesco sono in aeroporto, sono consegnati, tra virgolette, nelle loro caserme e non si muovono". Da parte di Parigi prosegue il ponte aereo: sono 992, tra cui 560 francesi, le persone evacuate da Niamey a bordo dei voli speciali messi a disposizione dallo Stato francese. "Quattro voli partiti, 992 persone desiderose di lasciare il Paese trasportate, un quinto e ultimo volo programmato a fine giornata", scrive in un tweet la ministra francese degli Esteri, Catherine Colonna, plaudendo al "grande lavoro" messo in campo dalle autorità transalpine. Un primo gruppo di cittadini britannici ha lasciato oggi il Niger su un volo francese per Parigi. Secondo Bbc, al momento del golpe, erano meno di 100 i connazionali nel Paese. Si sono poi concluse le operazioni di evacuazione dal Niger di cittadini francesi, europei ed extra-europei avviata dal governo di Parigi dopo il colpo di Stato a Niamey: 1.079 evacuati in tutto, di cui 577 hanno il passaporto francese. Evacuati anche 70 cittadini belgi, proprio a bordo di voli francesi.

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Golpisti: "Francesi non hanno motivo di lasciare il Niger”

Il generale Abdourahamane Tiani, capo della giunta militare che ha preso il potere a Niamey, ha affermato che i francesi "non hanno alcun motivo oggettivo per lasciare il Niger", in un momento in cui diverse centinaia di loro vengono evacuati. I cittadini francesi "non sono mai stati oggetto della minima minaccia" e non hanno "alcun motivo oggettivo per lasciare il Niger", ha detto il generale Tiani in un discorso in tv alla vigilia della festa dell'indipendenza del Paese, ex colonia francese. Parigi ha chiesto alle forze nigerine di "garantire pienamente" la sicurezza della propria Ambasciata a Niamey in vista delle proteste contro i golpisti previste nella Capitale.

La mossa della Nigeria

Ad aumentare la pressione su Niamey è arrivata la mossa della Nigeria che "ha disconnesso la la linea ad alta tensione che porta l'elettricità in Niger". Una decisione in linea con le sanzioni economiche decise dall'Ecowas e che avrà ripercussioni pesantissime su un Paese che dipende per il 70% delle sue forniture energetiche proprio dal gigante nigeriano. Intanto i generali di Niamey danno parziali segnali di distensione riaprendo i confini terrestri e aerei (chiusi dal giorno del golpe) con Algeria, Burkina Faso, Libia, Mali e Ciad. Ma non con la Nigeria.

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