I meteorologi della società elvetica Meteomatics si sono interrogati sul motivo che il 24 luglio ha spinto il Boing 767 a lasciare lo scalo di Malpensa nonostante fulmini e grandine. Secondo la ricostruzione virtuale, il vettore una volta staccatosi da terra si sarebbe diretto verso il cuore della tempesta. Per i danni subìti, il volo ha chiesto un atterraggio di emergenza a Fiumicino
Cosa è successo realmente sulla pista di decollo dell’aeroporto di Milano Malpensa il 24 luglio, quando un volo intercontinentale della Delta Airlines con destinazione New York è partito nonostante la tempesta di fulmini e grandine in corso sullo scalo lombardo? Come riporta Repubblica, i metereologi della società svizzera Meteomatics hanno provato a ricostruire in un dossier i movimenti del velivolo, un Boing 767-300 costretto poi ad un atterraggio di emergenza a Roma, fortunatamente senza feriti.
L'aereo avrebbe puntato verso la tempesta
L'aereo della compagnia statunitense si è sollevato in cielo alle 12.50, quando il temporale si era già scatenato sul lato Ovest dello scalo milanese. La perturbazione era iniziata – sostengono gli esperti di Meteomatics - quando il vettore era ancora fermo sulla pista 35R interessata da chicchi di grandine con dimensioni notevoli, fino a cinque centimetri di diametro. Secondo i metereologi, una volta in volo il Boeing di Delta è entrato effettivamente nel cuore della tempesta mentre saliva a 20mila piedi di quota. La ricostruzione virtuale mostra una virata verso Sud dove il vettore è stato poi colpito da chicchi di grandine grossi circa 4 centimetri. Verificati i danni, per il velivolo sarebbe stato impossibile proseguire la traversata intercontinentale verso Ovest. Dopo aver lanciato un alert 7700, che sta a indicare una situazione di emergenza in corso, l’aereo ha puntato quindi dritto verso Roma Fiumicino atterrando alle 13.50, un’ora dopo il turbolento decollo.
Si raccolgono altre informazioni sull'accaduto
Come accertato una volta a terra, il Boeing ha subìto danni non solo al muso ma anche su entrambe le ali, su uno dei due motori e sul finestrino della cabina di pilotaggio. L’Agenzia nazionale per la sicurezza del volo (Ansv) in queste ore sta raccogliendo ulteriori informazioni per classificare correttamente l’evento e decidere se aprire o meno un’inchiesta.