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Patrick Zaki ha ricevuto la grazia in Egitto. Meloni: “Oggi sarà in Italia”

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©Ansa

La notizia arriva un giorno dopo la condanna a tre anni per aver denunciato la discriminazione dei cristiani. Secondo l'attivista egiziano Khaled Ali, Zaki dovrebbe uscire dal commissariato in cui si trova alle 9 di oggi 20 luglio (le 8 in Italia). Era stato arrestato il 7 febbraio 2020, accusato - tra le altre cose - di aver diffuso notizie false. La premier ringrazia il presidente egiziano al-Sisi per "l'attenzione e la disponibilità"

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Patrick Zaki ha ricevuto la grazia dal presidente egiziano al-Sisi. La notizia arriva solo un giorno dopo la condanna a tre anni decisa dal Tribunale di Mansura, con l'accusa di aver diffuso notizie false (LE TAPPE DELLA VICENDA). Dopo aver passato la scorse notte in una cella di sicurezza presso il commissariato di polizia di Nuova Mansura, un centro sulla costa del delta del Nilo, il ricercatore e attivista dovrebbe essere rilasciato oggi, alle nove (ora locale egiziana, le otto in Italia). A rivelarlo all'ANSA è Khaled Ali, avvocato, attivista politico, ex-candidato alle presidenziali egiziane e presidente della ong Centro egiziano per i diritti sociali ed economici. Secondo quanto si apprende, l'intelligence - attraverso l'Aise (Agenzia informazioni e sicurezza esterna) - sta lavorando per organizzare il trasferimento di Zaki in Italia già nelle prossime ore. Non ci sarebbe infatti alcun divieto di espatrio a pesare su di lui. La notizia è stata confermata dalla premier Meloni: "Domani Patrick Zaki sarà in Italia e gli auguro dal profondo del cuore una vita di serenità e di successi", ha detto in un videomessaggio, ringraziando il presidente al-Sisi per avergli concesso la grazia.

Meloni: "Da al-Sisi attenzione e disponibilità"

Meloni ha ricordato le lunghe trattative insieme ad al-Sisi per arrivare alla grazia di Zaki: “Fin dal nostro primo incontro lo scorso novembre io non ho mai smesso di porre la questione, ho sempre riscontrato da parte sua attenzione e disponibilità”. Poi ha ringraziato “l'Intelligence e i diplomatici, tanto italiani che egiziani, che in questi mesi non hanno mai smesso di lavorare per arrivare alla soluzione auspicata". Tra i protagonisti della vicenda anche il vicepremier e minsitro degli Esteri Antonio Tajani: "Grazie alla politica estera del governo abbiamo dato un contributo decisivo per liberare questo giovane studente. Risultati concreti attraverso il lavoro ed una credibilità internazionale".

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La condanna di Zaki

Zaki era stato condannato a tre anni di carcere per aver denunciato la discriminazione dei cristiani, un verdetto che aveva spinto diversi esponenti dei diritti umani ad abbandonare il "dialogo nazionale" lanciato dal governo egiziano per dare voce a tutti. Avrebbe dovuto scontare 14 mesi dei tre anni di pena: aveva già passato in carcere 22 mesi in attesa del verdetto. La sentenza di condanna a Zaki, emessa dopo un'infinita serie di rinvii, non era appellabile e l'attivista era stato subito trattenuto dalle autorità e portato via dall'aula: si erano levati appelli per la sua grazia sia dal governo italiano che da quello statunitense. Zaki era stato arrestato il 7 febbraio 2020, quando era ancora uno studente all'Università Alma Mater di Bologna. 

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Le grazia presidenziale

Il "Presidente Abdel Fattah al-Sisi (...) usa i suoi poteri costituzionali ed emette un decreto presidenziale che concede la grazia a un gruppo di persone contro le quali sono state pronunciate sentenze giudiziarie, tra cui Patrick Zaki e Mohamed El-Baqer, in risposta all'appello del Consiglio dei segretari del Dialogo Nazionale e delle forze politiche", ha scritto su Facebook un componente del Comitato per la grazia presidenziale egiziano, Mohamad Abdelaziz. Mohamed al-Baqer è l'avvocato di Alaa Abdel Fattah, il più noto prigioniero politico egiziano, come riporta il quotidiano statale al-Ahram.

Le reazioni alla grazia di Zaki. Il rettore dell'Alma Mater: "Insperato sollievo"

"Oggi è un giorno felice", ha detto Riccardo Noury, portavoce di Amnesty International Italia. Appena è arrivata la notizia della grazia, il senatore del Pd Filippo Sensi ha interrotto i lavori dell'Aula del Senato. Un lungo applauso ha accompagnato l'annuncio della svolta: "Voglio esprimere la gioia di tutto il Senato per questo risultato. Voglio ringraziare tutti quelli che si sono spesi in questi anni per questo risultato. Ci tenevo ad esternarlo all'Assemblea". Il rettore dell'Università di Bologna, Giovanni Molari, ha parlato di una notizia che "ci colma di gioia" e di "un momento di insperato sollievo e di grandissima felicità per tutta l'Alma Mater". E guarda già al futuro: "Confidiamo che presto arriverà il momento che abbiamo aspettato tanto a lungo: riaccogliere Patrick a Bologna, nella sua Università, e dedicargli una grande festa di laurea che sarà idealmente una festa di tutta la città e di tutto il Paese".

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Il commento del sindaco di Bologna Matteo Lepore

"È una grande gioia per Bologna, spero significhi abbracciarlo presto e riaverlo in città. Bisogna ringraziare anche tutti gli attivisti che si sono spesi per Patrick Zaki, Amnesty, il rettore, la professoressa Rita Monticelli, i governi che si sono succeduti e anche l'ultimo governo, che ha dialogato con l'Egitto. Per ora mi fermo qui, attendiamo altre notizie e speriamo che Patrick possa lasciare il Paese per averlo qui, è una grande gioia per Bologna, lo voglio ripetere", ha detto il sindaco di Bologna, Matteo Lepore. 

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L'arresto e il processo a Zaki

Patrick Zaki, studente del master in studi di genere dell'Università di Bologna, è stato fermato in Egitto e portato in custodia il 7 febbraio 2020.  Tra le accuse formalizzate al ragazzo c'erano: istigazione alla violenza, alle proteste, al terrorismo e gestione di un account social che avrebbe puntato a minare la sicurezza pubblica. Il 9 febbraio 2020, in piazza maggiore a Bologna, è stato organizzato il flashmob “Libertà per Patrick” e la Farnesina ha iniziato a monitorare il caso. La custodia cautelare in carcere è stata più volte rinnovata e Zaki ha ricevuto la prima visita nel penitenziario solo dopo 5 mesi e mezzo di reclusione. Nel dicembre 2021 viene disposta la scarcerazione ma non l'assoluzione dalle accuse di aver diffuso notizie false. Poi, un'infinita serie di rinvii della pronuncia fino alla condanna del 18 luglio 2023, all'11esima udienza. Solo 13 giorni prima si era laureato, con 110 e lode, in videoconferenza con l'Ateneo bolognese dove spesso ha detto di voler tornare. 

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