Israele, nuove proteste contro la riforma della giustizia voluta da Netanyahu

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I manifestanti hanno presidiato gli accessi alla Borsa e preannunciano proteste contro la centrale sindacale Histadrut che, in questa fase, ha scelto di non unirsi alle proteste. La polizia è presente in massa nei luoghi più a rischio e ha compiuto alcuni arresti. Diversi ministri hanno chiarito ai media che l'iter legislativo proseguirà secondo i piani e che il governo non intende "cedere alle minacce di violenti"

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Migliaia di dimostranti sono impegnati oggi in tutto Israele in una serie di manifestazioni nel contesto di una 'Giornata di resistenza' contro il governo che a giorni farà approvare alla Knesset la prima componente di una riforma giudiziaria, voluta dal premier israeliano Benyamin Netanyahu, concepita per limitare le prerogative del potere giudiziario di fronte all'esecutivo.

Le proteste contro la riforma della giustizia

"Dobbiamo fermare la dittatura, nessuno lo farà al nostro posto", hanno detto agli attivisti i dirigenti di 'Forza Kaplan', la coalizione di gruppi mobilitatisi contro il governo Netanyahu. A Tel Aviv i manifestanti hanno bloccato il principale ingresso del ministero della Difesa, hanno presidiato gli accessi alla Borsa e preannunciano proteste contro la centrale sindacale Histadrut che, in questa fase, ha scelto di non unirsi alle manifestazioni di massa. Blocchi stradali sono segnalati in diverse arterie del Paese. In seguito i dimostranti potrebbero essere prese di mira alcune stazioni ferroviarie per avvertire gli israeliani che "il governo Netanyahu è uscito dai binari". La polizia è presente in massa nei luoghi più a rischio e ha compiuto diversi arresti. Diversi ministri hanno chiarito ai media che l'iter legislativo proseguirà secondo i piani e che il governo non intende "cedere alle minacce di violenti".

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