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Olanda, il premier Mark Rutte annuncia l'addio alla politica

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©Ansa

La decisione arriva dopo la crisi di governo scatenata dal nodo immigrati: quali conseguenze per i Paesi Bassi e l'Unione europea?

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Mark Rutte ha annunciato il ritiro dalla politica e quindi non si ricandiderà per un nuovo mandato nelle prossime elezioni di novembre, dopo la caduta del governo olandese. Il politico conservatore, che ha guidato i Paesi Bassi per quattro mandati dal 2010, ha affermato di aver preso questa decisione con il pensiero rivolto al bene del suo Paese. Non solo non si ricandiderà: Rutte ha anche proseguito dichiarando che lascerà la politica. I partiti di opposizione definiscono la sua decisione “buona e ragionevole”. Erano ancora in discussione due mozioni di sfiducia: una del GroenLinks e l’altra del PVV. Secondo i leader, sono state ritirate. Quindi, Rutte rimarrà premier ad interim fino alle elezioni di novembre.

Che cosa cambia in Europa?

La politica d’immigrazione è stato un punto cruciale nel governo Rutte, portando infine alla sua caduta. In particolare, la controversa proposta di Rutte, che avrebbe limitato i ricongiungimenti familiari per i rifugiati già residenti nei Paesi Bassi, ha provocato l’opposizione da parte del D66 liberaldemocratico e dei Cristiano Democratici dell’Unione Cristiana, portando a una frattura insuperabile nella coalizione. Il ritiro di Rutte dalla scena politica rischia di lasciare l’Olanda, una nazione fino ad ora saldamente radicata nei principi dell’austerità economica e del rispetto dello stato di diritto, in balia di movimenti di protesta nazionalistici in crescita.

I progetti futuri di Rutte

Le voci circolanti a Bruxelles suggeriscono che Rutte potrebbe correre per la segreteria della Nato l’anno prossimo o per la presidenza del Consiglio Europeo dopo le elezioni europee del 2024.

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