Titan, le accuse sulla scarsa sicurezza dagli ex dipendenti di OceanGate

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In un'intervista al "New Yorker" Rob McCallum, esperto di sommergibili, dichiara di aver espresso più volte, insieme ad altri dipendenti, i propri dubbi sulla sicurezza dei sommergibili OceanGate a Stockton Rush, Ceo dell'azienda. Avvertimenti che non furono mai ascoltati

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Stockton Rush, una delle cinque vittime dell’implosione del sottomarino Titan e Ceo di OceanGate, avrebbe ignorato diversi avvertimenti sulla sicurezza delle sue imbarcazioni. A renderlo noto è un articolo del “New Yorker” che riporta un’intervista a Rob McCallum, esperto di sommergibili e uno dei primi a trasportare turisti in visita al relitto del Titanic negli anni 2000. McCallum ha dichiarato di avere espresso più volte, insieme ad altri esperti, preoccupazioni sulla sicurezza di OceanGate, ma di non essere mai stato ascoltato.

McCallum: “Gli avvertimenti sulla sicurezza di OceanGate sono stati ignorati”

Stando a quanto riporta il periodico statunitense, McCallum, insieme ad altri esperti del settore interni ed esterni all’azienda, avrebbe lanciato l’allarme sui sottomarini prodotti da OceanGate. Ma né le autorità governative né la società co-fondata da Rush avrebbero preso in considerazione gli avvertimenti.

McCallum ha dichiarato di essere stato contattato dallo stesso Rush nel 2015, quando la società di sommergibili iniziò ad avvicinarsi all’idea di effettuare esplorazioni del transatlantico affondato nel 1912 e situato a 3.800 metri di profondità nell’oceano. “Voleva che gestissi per lui l'operazione sul Titanic”, ha raccontato l’esperto aggiungendo che “all’epoca ero l’unica persona a sapere che aveva organizzato spedizioni commerciali al Titanic. Il piano di Stockton era quello di fare un ulteriore passo avanti e costruire un veicolo specifico per questa spedizione multi-passeggero”. Dopo aver fornito a Rush alcuni consigli sul marketing e sulla logistica, McCallum visitò l’officina di OceanGate, in zona Seattle, per osservare il primo sommergibile dell’azienda, Cyclops I: una nave che non poteva superare i 500 metri di profondità e che secondo l’esperto presentava “più punti deboli”, anche in termini di sicurezza. Citando il “New Yorker”, Rush prevedeva di utilizzare la maggior parte del design di Cyclops I per un nuovo sottomarino, Cyclops II, che avrebbe dovuto scendere in visita al relitto del Titanic. Per la rivista americana, quest’ultimo modello sarebbe stato un facsimile del Titan.

Le criticità dei sommergibili OceanGate

McCallum partecipò, in seguito, all’immersione di prova del Cyclops in un porto, insieme al capo pilota David Lochridge. Durante la simulazione, l’imbarcazione rimase bloccata in acque poco profonde. "Fu esilarante, perché nel sottomarino c'erano quattro operatori molto esperti, bloccati a venti o venticinque piedi (circa 6-7 metri, ndr), e dovemmo restare lì per qualche ora mentre loro risolvevano il problema", ha ricordato McCallum nell’intervista. E così, decise di non essere coinvolto nel progetto. Stando a quanto scrive il “Guardian”, la decisione dell’esperto derivava da una serie di problemi di sicurezza, tra queste il fatto che le procedure di varo e recupero del sommergibile venivano effettuate da una chiatta, piuttosto che da una grossa nave (più adatta a questo tipo di operazioni). 

I dubbi sulla sicurezza di OceanGate

Lochridge, direttore delle operazioni marittime e capo pilota di sommergibili per OceanGate, nutriva seri dubbi su Cyclops II e temeva il verificarsi di una catastrofe. Dopo varie indicazioni, decise di inviare un rapporto ufficiale a Rush prima dell’inizio delle prove in mare del sommergibile: nel documento elencava le criticità dell’imbarcazione e l’urgenza di effettuare ulteriori test. Secondo la leadership dell’azienda non era necessaria alcuna verifica aggiuntiva e Rush dichiarò di non essere intenzionato a cambiare i propri piani. Da qui il licenziamento di Lochridge. Dopo essersene andato da OceanGate nel 2018, l’ex capo pilota ebbe una conversazione con McCallum. "Quel sottomarino non è sicuro per le immersioni", avrebbe detto Lochridge riferendosi a Cyclops II e definendolo “un catorcio”.

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I suggerimenti inascoltati

Sempre nel 2018, McCallum inviò una e-mail a Rush in cui esprimeva le proprie perplessità sulla sicurezza del sommergibile. "Vuoi utilizzare un prototipo di tecnologia non classificata in un luogo molto ostile – scrisse l’esperto, citato dal “New Yorker” – Per quanto apprezzi l'imprenditorialità e l'innovazione, stai potenzialmente mettendo a rischio un intero settore". Rush rispose seccato: “Abbiamo sentito troppo spesso le grida infondate di 'Stai per uccidere qualcuno'. Lo prendo come un grave insulto personale”. Poi aggiunse: “Mi sono stancato degli operatori del settore che cercano di usare la scusa della sicurezza per impedire all'innovazione e ai nuovi operatori di entrare nel loro piccolo mercato esistente”.

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