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Elena Milashina, ecco le foto della reporter russa aggredita in Cecenia

Mondo
Twitter / Novaya Gazeta / Anna Artemyeva

Lesioni cerebrali chiuse, "fino a 14" fratture di ossa e diversi lividi: sarebbero queste le conseguenze dell’aggressione ai danni della giornalista russa. E dalla testata Novaya Gazeta Europe arrivano nuove immagini della vittima dell’assalto, che adesso si trova in un ospedale di Mosca

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Lesioni cerebrali chiuse, “fino a 14” fratture di ossa e diversi lividi. Sarebbero queste le conseguenze dell’attacco subito dalla giornalista della Novaya Gazeta Elena Milashina, aggredita ieri – 4 luglio – mentre si trovava in Cecenia. A scriverlo è Novaya Gazeta Europe, che su Twitter ha pubblicato nuove foto di Milashina dopo l’assalto: lividi su tutta la schiena, mani e polsi ingessati e graffi in faccia. I suoi aggressori, ancora da identificare, oltre ad averle rasato i capelli, le hanno anche gettato in faccia la zelyonka, un antisettico verde che macchia la pelle e che molto spesso è stato usato negli attacchi contro i dissidenti russi. Milashina si trova adesso "in un ospedale di Mosca" (GUERRA IN UCRAINA, GLI AGGIORNAMENTI IN DIRETTA).

Cosa è successo

Milashina è stata attaccata insieme all’avvocato Alexandr Nemov. I due erano arrivati in Cecenia in aereo e si stavano dirigendo verso Grozny. Lì avrebbero dovuto seguire un'udienza contro Zarema Musaeva, la madre di tre oppositori ceceni a cui poi è stata inflitta una condanna a cinque anni e mezzo per "violenza contro un rappresentante dell'autorità". Durante il viaggio, l'auto su cui viaggiavano è stata bloccata da un gruppo di 10 o 12 uomini armati e a volto coperto che li hanno assaliti. "È stato un classico rapimento", ha spiegato poi Milashina, raccontando che gli assalitori "hanno buttato fuori dalla macchina" l'autista, le hanno legato le mani costringendola a inginocchiarsi e le hanno "puntato una pistola alla testa". Il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov, ha parlato di "un'aggressione molto grave che richiede risposte energiche". Anche il leader ceceno Ramzan Kadyrov ha parlato di quanto successo: "Ho dato istruzioni ai servizi competenti di fare ogni sforzo per identificare gli aggressori. Le autorità hanno iniziato il loro lavoro non appena è stato segnalato l'incidente".

Milashina e la Cecenia

Per anni Milashina ha scritto di Cecenia per Novaya Gazeta, la stessa testata per cui scriveva Anna Politkovskaya, la giornalista assassinata nel 2006 che sulle pagine del periodico denunciava la deriva autoritaria del governo di Putin e gli abusi delle forze russe in Cecenia. Da tempo Milashina denunciava i soprusi commessi dal regime di Ramzan Kadyrov, considerato il luogotenente di Putin in Cecenia. Fu lei stessa qualche anno fa ad accusare la polizia cecena di arrestare in massa, detenere illegalmente, torturare e in alcuni casi persino uccidere persone che ritenevano omosessuali. Nel febbraio dell'anno scorso Novaya Gazeta mandò Milashina all'estero per motivi di sicurezza dopo che il leader ceceno Kadyrov definì "terroristi" lei e un attivista. La reporter tre anni fa fu picchiata nella hall di un albergo di Grozny da un gruppo di 15 persone tra uomini e donne.

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