Guerra Ucraina, la giornalista Milashina aggredita in Cecenia: è in ospedale

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Crew Against Torture (Cat)

La reporter è considerata l''erede' di Anna Politkovskaja e si batte da anni per la difesa dei diritti umani. In una fotografia pubblicata dall'associazione Crew Against Torture (Cat) la si vede con entrambe le mani fasciate, la testa rasata e ricoperta, insieme alla faccia, di una sostanza verde

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Sono ricoverati in ospedale dopo una brutale aggressione subita in Cecenia la giornalista Yelena Milashina, nota per i suoi lavori per Novaya Gazeta, e l'avvocato Alexander Nemov. La macchina sulla quale viaggiavano sulla strada dall'aeroporto è stata bloccata e uomini armati li hanno aggrediti, picchiandoli e distruggendo l'attrezzatura. I due erano arrivati a Grozny per partecipare a un'udienza nel caso contro Zarema Musaeva, madre dell'avvocato per i diritti umani e attivista in esilio Abubakar Yangulbaev, che rischia una condanna a oltre cinque anni di carcere con l'accusa di frode e attacco alle autorità. "Mani legate, in ginocchio, pistola puntata alla testa.. Un classico rapimento, come si faceva una volta. Non se ne vedevano da tempo. Hanno immobilizzato il tassista e l'hanno buttato fuori dall'auto, sono saliti in macchina, ci hanno piegato la testa, mi hanno legato le mani, mi hanno messo in ginocchio, mi hanno puntato la pistola alla testa. Hanno fatto tutto in modo nervoso e così non sono riusciti a legarmi le mani", ha raccontato Milachina in ospedale (SEGUI IL LIVEBLOG SULLA GUERRA IN UCRAINA.

La brutale aggressione

A scrivere di quanto accaduto ai due è The Moscow Times che cita denunce di Memorial e Crew Against Torture (Cat). Sergei Babinets del Cat ha pubblicato su Telegram una foto della giornalista, considerata l’erede di Anna Politkovskaja, con le mani fasciate e la testa sporca di vernice verde - dopo che, secondo le denunce di Memorial riportate dal giornale, le sono stati rasati i capelli - e ha affermato che Milashina stava parlando in quel momento al telefono con il commissario russo per i diritti umani, Tatiana Moskalkova. Sembra che si tratti di un antisettico comunemente venduto in Russia e già utilizzato nel 2017 per due volte in attacchi contro l'oppositore del Cremlino, Alexei Navalny: ha effetti collaterali sia sulla pelle che agli occhi e può arrivare a causare cecità. Secondo Memorial, si legge ancora, Milashina - che già nel 2020 era stata vittima di un'aggressione a Grozny con il suo avvocato - è stata ricoverata nella città cecena con le dita rotte, mentre Nemov ha difficoltà a parlare e a muoversi.

La petizione

Sul sito di Amnesty International è stata aperta una petizione per la giornalista russa. Nella pagina a lei dedicata si legge: “Elena Milashina è un'importante giornalista investigativa russa e difensore dei diritti umani che è stata presa di mira in numerose occasioni a causa del suo lavoro di denuncia delle violazioni dei diritti umani in Cecenia. Elena sta affrontando minacce di morte, intimidazioni e attacchi fisici e ci sono serie preoccupazioni per la sua sicurezza. Dobbiamo essere solidali con Elena e chiedere che le autorità russe la proteggano e indaghino sulle minacce fatte contro Elena e il giornale Novaya Gazeta”.

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Yelena Milashina - foto Crew Against Torture (Cat)
Yelena Milashina - foto Crew Against Torture (Cat)

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