Hong Kong, governatore: “Attivisti ricercati dovrebbero arrendersi”. Condanna dagli Usa
MondoGli otto attivisti pro-democrazia rifugiatisi all'estero, da ieri ufficialmente ricercati dalla polizia per la sicurezza nazionale, rischiano di spendere "i loro giorni nella paura”, ha detto John Lee, governatore dell'ex colonia britannica. Sugli 8 pende anche una taglia complessiva di quasi un milione di euro e addebiti per aver violato la legge sulla sicurezza nazionale della città. Washington polemica: “Pericoloso precedente". La Cina critica Londra: "Dà apertamente rifugio ai fuggiaschi”
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Gli otto attivisti pro-democrazia di Hong Kong, che si sono rifugiati all’estero e da ieri sono ufficialmente ricercati dalla polizia per la sicurezza nazionale, "dovrebbero arrendersi" altrimenti spenderebbero "i loro giorni nella paura". Il governatore dell'ex colonia britannica John Lee, parlando degli 8 ricercati su cui pende anche una taglia complessiva di quasi un milione di euro e addebiti per aver violato la legge sulla sicurezza nazionale della città, ha osservato che "l'unico modo per porre fine al loro destino di latitanti, quindi perseguitati per tutta la vita, è di arrendersi". Altrimenti, "passerebbero i loro giorni nella paura".
Cosa sta succedendo
I ricercati sono gli ex deputati Ted Hui e Dennis Kwok, gli attivisti Nathan Law, Anna Kwok, Elmer Yuen, Mung Siu-tat e Finn Law, e l'avvocato Kevin Yam: a carico di tutti e otto ci sono addebiti legati alla collusione "con forze straniere per mettere in pericolo la sicurezza nazionale", un reato che comporta la pena fino all'ergastolo. Alcuni sono stati anche accusati di sovversione, istigazione alla sovversione e secessione. Gli 8 attivisti hanno trovato rifugio in Gran Bretagna, Stati Uniti e Australia dopo aver lasciato l'ex colonia britannica subito dopo l'imposizione da parte di Pechino di una legge sulla sicurezza nazionale in vigore da fine giugno 2020 per reprimere il dissenso dopo le grandi manifestazioni pro-democrazia del 2019, spesso sfociate in violenti scontri. Lee ha detto di sostenere l'azione della polizia e ha invitato gli attivisti ad arrendersi e la popolazione ad assistere la polizia, notando che anche "parenti e amici" degli attivisti possono essere informatori utili. La mossa della polizia è stata duramente criticata da Paesi come Stati Uniti, Gran Bretagna e Australia, ma Lee ha replicato di "non avere paura di fronte alle pressioni politiche che sono esercitate su di noi, perché - ha rimarcato - facciamo ciò che crediamo sia giusto".
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Cina contro Gb: “Date rifugio a fuggiaschi”
La Cina ha espresso "forte insoddisfazione e ferma opposizione nei confronti di alcuni politici britannici", tra cui il ministro degli Esteri James Cleverly, che danno "apertamente rifugio ai fuggiaschi" di Hong Kong. "Questa azione è una flagrante interferenza nello stato di diritto di Hong Kong e negli affari interni della Cina - si legge in una nota dell'ambasciata cinese a Londra -. Esortiamo il governo britannico ad astenersi dallo sfruttare ulteriormente questi elementi destabilizzanti anti-Cina e Hong Kong, rappresentando una minaccia a sovranità e sicurezza della Cina". "I politici britannici hanno offerto apertamente protezione ai fuggitivi", ha accusato la nota del portavoce dell'ambasciata, in risposta alle osservazione del ministro degli Esteri britannico Cleverly, secondo cui il governo "non tollererà alcun tentativo da parte della Cina di intimidire e mettere a tacere le persone nel Regno Unito e all'estero". Pechino ha chiesto "ai politici britannici interessati di smettere di interferire negli affari interni della Cina e nelle questioni di Hong Kong" perché "il popolo cinese si oppone all'interferenza straniera. La sua determinazione a proteggere i propri interessi è salda come una roccia e non vacillerà", ha assicurato il portavoce.
Da Usa condanna a taglie su attivisti in esilio
Gli Stati Uniti hanno "condannato" la promessa di taglie da parte della polizia di Hong Kong per informazioni che portino all'arresto di otto attivisti pro-democrazia fuggiti all'estero. "L'applicazione extraterritoriale della legge sulla sicurezza nazionale imposta da Pechino costituisce un pericoloso precedente che minaccia i diritti umani e le libertà fondamentali dei cittadini di tutto il mondo", ha detto in una nota il portavoce del Dipartimento della Difesa dello Stato americano, Matthew Miller. La polizia locale ha promesso un milione di dollari di Hong Kong (117.000 euro) come ricompensa per informazioni che avrebbero portato al loro arresto. Sono accusati di collusione con forze straniere per mettere in pericolo la sicurezza nazionale, che è punibile con l'ergastolo. Washington "invita il governo di Hong Kong a ritirare immediatamente questa promessa di taglia, rispettare la sovranità di altri Paesi e porre fine all'applicazione internazionale della legge sulla sicurezza nazionale", ha aggiunto Miller. Lunedì anche Londra ha denunciato la promessa di ricompense delle autorità di Hong Kong.